Le reazioni

«Ora si riattivi la commissione d'inchiesta»

Dopo la sentenza di parziale condanna dei vertici della casa anziani di Sementina il deputato Matteo Pronzini torna alla carica - Mentre accusa e difesa, per ora, non si sbilanciano su un eventuale processo bis
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
18.01.2023 10:54

Anche stavolta non si è sfuggiti all’adagio che «le sentenze non si commentano». Non lo si fa e non l’hanno fatto – a microfoni accesi, come si suole dire – le parti. Pochi minuti dopo la fine della lettura del dispositivo del verdetto che ha condannato, in parte, i vertici della casa anziani di Sementina, le parti sono uscite alla spicciolata dal Tribunale penale federale di Bellinzona.

Dapprima l’accusa, vale a dire il procuratore generale Andrea Pagani e la procuratrice pubblica Pamela Pedretti. Sui volti un sorriso tirato, soddisfatti per il fatto che la presidente della Pretura penale Elettra Orsetta Bernasconi Matti ha riconosciuto la competenza in materia del medico cantonale. Se non l’avesse fatto, tutto il castello sarebbe caduto. «Attendiamo di leggere le motivazioni scritte e poi decideremo cosa fare», si limitano a dire in via ufficiale.

Il bene degli ospiti

La stessa risposta la otteniamo dagli avvocati difensori, nell’ordine Mario Postizzi (patrocinatore della direttrice sanitaria), Luigi Mattei (legale del direttore amministrativo) ed Edy Salmina, rappresentante dell’ex capocure. La giudice ha riconosciuto agli imputati il fatto di aver agito, per il benessere degli ospiti dell’istituto cittadino, in una situazione senza precedenti e di grande stress, dettata da una malattia (il coronavirus) che nessuno di noi conosceva prima di quel maledetto inverno 2020. Una volta che avranno valutato, nel dettaglio, i contenuti del verdetto, gli avvocati decideranno se inoltrare o meno appello.

Inutile, allo stato attuale, azzardare previsioni. Ci aspetta un secondo processo, di fronte alla Corte di appello e di revisione penale di Locarno? Chi può dirlo. Fra una decina di giorni lo sapremo.

Il lato politico

Chi si dice invece «molto soddisfatto» dalla sentenza è il deputato e consigliere comunale del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini, il quale era presente in aula stamattina, tra il pubblico, così come durante il dibattimento celebrato alla fine di novembre. «È stato in sostanza confermato quanto abbiamo sempre detto. Sono stati commessi degli errori e pure a livello politico la vicenda non è stata gestita in modo ottimale. Adesso chiederemo di riattivare la Commissione di inchiesta parlamentare, per far luce su quanto accaduto durante la fase più acuta della pandemia», ci dice il deputato.

Dal canto suo il Municipio di Bellinzona si riunirà nel pomeriggio per la tradizionale seduta del mercoledì ed è immaginabile che verrà diffuso un comunicato stampa.

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