Per il LAC un altro anno da record, il terzo filato

La stagione 2024/2025 del LAC è stata «di estremo successo». La migliore di sempre, per la terza volta di fila. «Abbiamo superato un record dopo l’altro - ha detto oggi il presidente del Consiglio direttivo e vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco. - Il LAC è al suo massimo splendore ed è oggi una macchina quasi perfetta che ottiene risultati straordinari. Lugano può essere fiera di avere un centro culturale simile». Un successo che, è stato sottolineato più volte, si fonda in numeri che non mentono, e che mostrano il segno «più» rispetto all’anno precedente in tutti i principali indicatori, sia per la parte artistica (gli spettatori sono stati 81,172, che salgono a 123.913 considerando le oltre 800 attività di mediazione culturale), sia per quella finanziaria: i conti dovrebbero chiudere in pareggio per la prima volta e l’Ente si dice pronto ad assorbire il previsto taglio del 5% al contributo della Città di Lugano, che rappresenta metà delle entrate del centro culturale. «i risultati - ha detto il direttore esecutivo Gregory Birth - testimoniano l’ottimo stato di salute del LAC, un’istituzione culturale che ritocca verso l’alto il proprio primato di pubblico, in controtendenza rispetto ai principali trend internazionali, e lo fa con un conto economico in equilibrio nonostante un contributo pubblico nominalmente invariato da oltre dieci anni, in cui valore reale è stato progressivamente eroso dall’inflazione e dall’aumento strutturale dei costi». Il tutto in un contesto in cui questo tipo di centri è generalmente finanziato all’80% da contributi pubblici, e non «solo» per metà.
Cresce il nuovo pubblico
Fra i principali motivi d’orgoglio della stagione appena conclusa vi è la crescita del pubblico della musica, che era in costante erosione. Questo è frutto dell’assunzione da parte del LAC del programma musicale, prima compito della Fondazione LuganoMusica: «È la dimostrazione che si è trattato di una scelta culturale e politica lungimirante», ha commentato il nuovo direttore generale Andrea Amarante, (che dopo 10 anni è subentrato a MichelGagnon, presente fra il pubblico alla presentazione dei risultati). La crescita, sostengono i vertici del LAC, è merito di una revisione dei prezzi dei biglietti, di nuove strategie di comunicazione e promozione, e dall’estensione verso nuovi formati e generi (come il jazz) introdotti da Amarante stesso.
Un’altra cifra sottolineata è stata quella dei nuovi clienti acquisiti (10.348, +14%), sintomo sia della capacità di fidelizzazione della mediazione culturale, rivolta a chi di solito non frequenta il LAC, a partire dalla scolaresche (e infatti l’età media del pubblico pagante continua a calare), sia dalla differenziazione dell’offerta. In questo senso sono stati citati i dieci spettacoli che hanno portato più volti nuovi in sala: sul podio si trovano Titizé, (il nuovo spettacolo della Compagnia Finzi Pasca), Piano di volo di Claudio Baglioni e il Rocky Horror Show.
Quanto agli altri «più», segnaliamo la crescita del 10% dei ricavi propri, la forte produzione culturale(12 spettacoli, 8 tournée internazionali in 53 piazze per 157 repliche), e il continuo successo del - perdonate la freddura - PaLACongressi: il settore degli eventi e dei congressi ha fruttato oltre un milione, cioè più del 10% dei ricavi propri del LAC.
Ottimizzare, sognare
In prospettiva, la sfida più grande sarà mantenere l’offerta con risorse più limitate, per via dei citati risparmi chiesti dalla Città. Una sfida a cui il LAC si dice pronto, anche grazie a «un approccio marcatamente manageriale adattato alla realtà di un’istituzione culturale», nelle parole di Birth, che ha permesso di identificare una ventina di progetti che permetteranno di ottimizzare l’esistente: «Abbiamo rifiutato il concetto di taglio, preferendo accelerare i nostri progetti di miglioramento».
I desiderata, infine: essendo il LAC ormai quasi a capienza, il sogno (sempre più reale) è un nuovo teatro da almeno 400 posti dove oggi vi è l’Agorà (l’anfiteatro all’aperto): «Il progetto è quasi pronto - ha accennato Badaracco. - Sarebbe lo sbocco naturale».


