Ticino

Pioggia radioattiva in Ticino? Una clamorosa bufala

Girano in rete allarmismi per un presunto picco radioattivo nel Locarnese – Abbiamo chiesto spiegazioni alla Centrale nazionale d'allarme
Mattia Sacchi
08.06.2023 06:00

21 maggio 2023. Una serata condizionata da forti piogge, la prima di una lunga serie che ha caratterizzato lo scorso mese. Un mese apparentemente anomalo anche se, come aveva spiegato MeteoSvizzera, maggio «è caratterizzato proprio dall’instabilità». L'anomalia, secondo alcuni, è stata non solo la portata delle precipitazioni, ma anche la loro pericolosità. Ha infatti cominciato a circolare sul web, con centinaia di condivisioni, un grafico che mostra un picco di relativa radioattività in Ticino, in particolare nel Locarnese. Possibile?

A mettere in allarme le persone il fatto che la fonte fosse più che autorevole: si trattava infatti del centro di monitoraggio radioattivo dell'Unione Europea. Ed ecco quindi che si sono scatenate le ipotesi più assurde, con il comune denominatore della pioggia radioattiva che sta avvelenando il Ticino e l'Europa. Citiamo quelle più fantasiose:

  1. Lo smantellamento del reattore nucleare di Ispra;
  2. Armi inglesi all'uranio impoverito usate in Ucraina;
  3. Campi elettromagnetici attivati da particelle contenute nella pioggia;
  4. Fuga di radiazioni in una centrale dei Paesi ex sovietici;
  5. Distruzione di un deposito di uranio impoverito, sempre in Ucraina;
  6. Avvelenamento di massa (quello non può mai mancare).

C'è anche chi ha notato strane macchie nelle foglie del proprio orto e, soprattutto, chi ha denunciato un sensibile aumento di casi di patologie ai testicoli in Emilia-Romagna subito dopo l'alluvione. Al proposito, sarebbe curioso capire come sia stato possibile registrare scientificamente questi fenomeni nel giro di poche settimane, ma questo è un altro discorso.

Ad ogni modo, alle supposizioni abbiamo preferito avere risposte un po' più dettagliate, contattando il Centro nazionale d'allarme dell'Ufficio Federale della protezione della popolazione. Che ha fornito una spiegazione semplice, anzi molto più semplice, estremamente più semplice, su quanto successo.

Prima di tutto, cosa che suggeriamo di fare a tutti coloro che creano allarmismi, sarebbe opportuno contestualizzare il picco rilevato: 280 nSv/h (definibile come la dose di radiazioni all'ora) è un valore assolutamente normale sia per la Svizzera sia, più nello specifico, per la regione di Locarno-Monti, dove è regolarmente compresa tra 125 nSv/h e 310 nSv/h.

Per intenderci, come spiega La Centrale nazionale d'allarme che effettua costantemente misurazioni della radioattività in Svizzera: «La nostra soglia di allarme è di 1.000 nSv/h (1 mikroSv/h). Questo valore non presenta un pericolo per la popolazione, ma sopra questo valore dobbiamo capire cosa è la causa di questo aumento. 1 mSv (=1.000.000 nSv) è il limite di dose per la popolazione secondo l’ordinanza sulla radioprotezione. Una dose del genere si raggiungerebbe se si fosse esposti ininterrottamente per oltre 3.500 ore al valore di 280 nSv/h misurato per un breve periodo a Locarno/Monti».

Quel picco, ripetiamo relativo e assolutamente non preoccupante, ha comunque una causa ben precisa: «L'effetto è dovuto al fatto che il radon (gassoso) fuoriuscito dal suolo viene lavato dall'atmosfera dalla pioggia e trasportato nuovamente al suolo. Il radon proviene dalla roccia del sottosuolo, è un processo naturale che varia di intensità a seconda delle proprietà del suolo e delle condizioni meteorologiche. I valori più alti si verificano quando ci sono precipitazioni e non piove da molto tempo».

«L'espressione "pioggia radioattiva" non è esatta, si tratta quindi di pioggia normale», hanno concluso gli esperti della Confederazione. Una grande e grossa cantonata, aggiungiamo noi.

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