Più «poteri» per i segretari giudiziari, c'è il sì della Commissione

La Commissione giustizia e diritti ha fatto un primo piccolo passo avanti per sgravare il lavoro dei procuratori pubblici. L’organo parlamentare questa mattina ha infatti firmato il rapporto del relatore Pierluigi Pasi (UDC) con il quale proporrà al Gran Consiglio di dare più «poteri» decisionali ai segretari giudiziari, ossia coloro che assistono i procuratori nel loro lavoro. I segretari, se il legislativo darà il suo avallo alla proposta, potranno dunque firmare decreti d’accusa in ambito contravvenzionale.
La proposta, fatta già nel settembre del 2019 dal Consiglio di Stato, era stata messa in «stand-by» nel 2021 da parte della Commissione giustizia e diritti. Allora, infatti, l’organo parlamentare spiegava di essere in linea di principio d’accordo con tale cambiamento, ma nel rapporto che venne poi approvato dal Parlamento si spiegava pure che «una simile estensione di competenze a funzionari non magistrati» meritava «approfondimenti di natura giuridica». Approfondimenti che sono giunti nel mese di gennaio. E ora, appunto, alla luce di questi approfondimenti la Commissione ha dato il suo via libera all’estensione delle competenze decisionali dei segretari giudiziari.
«Il rapporto – spiega al CdT il relatore Pierluigi Pasi – va nella direzione di accogliere integralmente quanto proposto nel messaggio governativo». Concretamente, dunque, nell’articolo della legge sull’organizzazione giudiziaria che specifica le competenze del procuratore generale, verrà aggiunto un capoverso che recita: il procuratore generale «autorizza nei casi esclusivamente contravvenzionali singoli segretari giudiziari a dirigere il procedimento penale, emanare i decreti di non luogo a procedere, sospendere o abbandonare il procedimento penale, emanare i decreti d’accusa, promuovere l’accusa e rappresentare il Ministero pubblico nelle sedi giudiziarie competenti».
«Si tratta sicuramente di un aiuto ministero pubblico», aggiunge Pasi, il quale ricorda che «anche quando il procuratore generale era stato sentito in audizione qualche mese fa, aveva anch’esso dato queste indicazioni». In generale, dunque, si può dire che «non è la soluzione dell’annoso problema del sovraccarico di lavoro presso il Ministero pubblico, ma va nella direzione proposta dal Governo e richiesta dal procuratore generale, ora condivisa anche dalla Commissione».
Riguardo all'estensione delle competenze dei segretari, infatti, il pg Andrea Pagani aveva spiegato al CdT che «sarebbe certamente d’aiuto». «Basti pensare - aveva rimarcato - che siamo oggi attorno a 4 mila procedimenti contravvezionali all’anno che richiedono la firma di un procuratore». E «con questa misura, a costo zero, potremmo togliere questa necessità. Certo non risolverà tutto, ma toglierà la gestione di quasi 4 mila pratiche di natura bagatellare che oggi necessitano comunque l’occhio e la firma dei procuratori, che potrebbero quindi così concentrarsi sui casi medi e grandi».
Da segnalare, inoltre, che sempre stamane la Commissione ha fatto sapere tramite comunicato stampa di aver «proceduto alla firma dei rapporti relativi ai concorsi 2/23 e 3/23, per l’elezione di un Procuratore pubblico e alla firma del rapporto relativo al concorso 4/23, per l’elezione di un giudice supplente presso il Tribunale d’appello».
La nomina dei due procuratori pubblici che andranno a sostituire Pamela Pedretti e Marisa Alfier (dimissionarie, il cui posto sarà vacante da aprile) sarà dunque trattata dal Gran Consiglio nella sessione di metà marzo.