Politica (ancora) frammentata sul preventivo

A tre settimane esatte dalla scadenza teorica per poter affrontare il Preventivo 2026 nella seduta parlamentare di dicembre – e dunque evitare di rinviare il documento all’anno seguente –, l’arco politico ticinese è ancora parecchio frammentato sul da farsi. Allo stato attuale, detto altrimenti, è pressoché impossibile fare previsioni su come i conti cantonali del prossimo anno saranno affrontati dal Gran Consiglio. E di certezze ve ne sono ben poche. Una di queste è la presentazione di almeno due rapporti: uno dell’UDC che boccerà i conti presentati dal Governo poiché ritenuti troppo «timidi» nell’agire sulla spesa pubblica (si veda l’articolo sotto); uno del fronte rossoverde che approverà sì i conti, ma con significativi ritocchi al documento presentato il 1. ottobre dal Consiglio di Stato. Ma non solo: dal centro dello scacchiere politico, come vedremo, è verosimile che possa giungere un terzo rapporto. Insomma, mentre il Governo – presente stamattina in audizione in Commissione gestione e finanze per discutere proprio del preventivo – chiede al Parlamento «co-responsabilità» sui conti cantonali, il Parlamento stesso appare (come accaduto negli ultimi anni) spaccato in due o tre parti sulla direzione da prendere.
Niente unanimità
Sul piano delle tempistiche, ha spiegato il presidente della Gestione Fabrizio Sirica (PS) al termine della riunione, «l’obiettivo è andare in aula a dicembre» e quindi il termine ultimo per le firme dei rapporti commissionali, come detto, è agendato per martedì 2 dicembre. Detto ciò, ha proseguito Sirica, «sono già stati delineati due rapporti e i relativi relatori: uno dell’UDC e uno di PS e Verdi». Poi, «a sua volta il centro-destra prenderà posizione». Più in generale, ha osservato Sirica, «non c’è stata una reazione unanime all’audizione del Governo». Anche se, ha precisato, «è certo che la maggioranza della Commissione sposa la preoccupazione dell’Esecutivo in merito alla prospettiva delle finanze cantonali». Ossia, guardando più a lungo termine, al disavanzo stimato nei prossimi anni che – tenendo conto delle iniziative popolari approvate a settembre, della riforma EFAS e dell’abolizione del valore locativo – potrebbe aggirarsi attorno ai 700 milioni di franchi.
A proposito delle iniziative popolari sulle casse malati, Sirica ha inoltre precisato che il Governo non è ancora entrato nei dettagli (al netto di quanto già comunicato dal presidente Norman Gobbi tramite il Mattino della domenica), anche perché proprio oggi è agendato un incontro tra l’Esecutivo e i due comitati d’iniziativa. «L’unico elemento di novità – ha chiarito il presidente della Gestione – riguarda il fatto che il Governo intende presentare un messaggio nei prossimi mesi».
Dal canto suo, lo stesso Gobbi al termine della riunione ha fatto sapere ai media presenti di aver chiesto alla Gestione di non ritoccare il preventivo (come fatto negli anni passati) eliminando misure di risparmio e complicando così il percorso di risanamento delle finanze. In una parola, appunto, ha chiesto «co-presponsabilità» al Parlamento.
Ma l’invito di Gobbi, stando alle posizioni attuali, non sembra essere stato accolto. Anche lo stesso Sirica, a tal proposito, ha ammesso che al momento in commissione «ci sono varie sensibilità e sfaccettature».
Da sinistra a destra
Da una parte, come detto, dall’UDC giungerà un rapporto che boccerà i conti. Dall’altra ne arriverà uno del PS, che però, appunto, ritoccher il documento presentato dal Governo. «Sicuramente – ha spiegato il capogruppo del PS Ivo Durisch – per rispettare la volontà popolare integreremo nel rapporto l’introduzione (inizialmente con una fase transitoria) delle iniziative popolari sulle casse malati». Secondariamente, ha aggiunto, «proporremo misure di finanziamento» per le iniziative (ossia aumenti di entrate, intervenendo principalmente sulla sostanza) e «valuteremo anche punto per punto i singoli tagli alla spesa, senza pregiudizi, per capire quali sono accettabili». Come dire: «Cercheremo di fare qualcosa di equilibrato», agendo sia sulle entrate sia sulle uscite.
Dal canto suo, il capogruppo del Centro, Maurizio Agustoni, ha preferito non sbilanciarsi. «Vedremo quali saranno le proposte sul tavolo e decideremo se occorre fare un ulteriore rapporto, se firmarne uno o l’altro, oppure ancora se intervenire unicamente tramite emendamenti». A non sbilanciarsi, poi, è anche il coordinatore della Lega, Daniele Piccaluga: «Abbiamo preso atto dei due rapporti, che aspettiamo di leggere nel dettaglio. Solo a quel punto vedremo come posizionarci».
Ad essere disponibile a stilare un terzo rapporto, per contro, potrebbe essere il PLR, con il capogruppo Matteo Quadranti: «Sì, per senso di responsabilità potremmo valutare di fare un rapporto istituzionale, magari assieme al Centro». In ogni caso, ha avvertito Quadranti, «il preventivo è solo un primo passo rispetto a quanto ci aspetta più tardi, che è ben più grave». Già, ha ammonito, «se fatichiamo a trovare un’intesa su misure da 120 milioni di franchi (ndr. quelle presenti nel preventivo), vedo male trovare un accordo sul resto», ossia sul finanziamento per l’applicazione delle iniziative sulle casse malati.


