Preventivo, l'UDC: «Governo scaricabarile, tira a campare»

L’UDC Ticino prende atto del Preventivo 2026 presentato dal Consiglio di Stato. E punta il dito contro il Governo: «Si piega alla logica dello scaricabarile e dimostra che la volontà popolare per lui non conta nulla. L’importante è, in qualche modo, riuscire ad arrivare ad aprile 2027, data delle prossime elezioni cantonali, evitando di prendere le scelte che erano e sono ancor più necessarie».
I democentristi accusano il Consiglio di Stato di «politica fallimentare» e di considerare «insignificante il voto dei ticinesi». Il riferimento è alla volontà di «riversare ulteriori costi sui Comuni, in pieno contrasto con il Decreto Morisoli, votato dal popolo e valido fino a fine 2025». Nel mirino dell'UDC anche l'aumento dei valori di stima, «uno schiaffo al popolo» considerato che «è pendente un’iniziativa popolare che chiede di neutralizzarli».
L’UDC, con altre forze politiche e con il sostegno de Il Mattino della Domenica, ha lanciato l’iniziativa popolare «Stop all’aumento dei dipendenti cantonali» e chiede di andare al voto subito. «Negli ultimi cinque anni il personale cantonale è cresciuto di 800 unità, una cifra insostenibile. La proposta del Governo di non sostituire il 10% dei partenti appare ridicola dinnanzi a queste cifre».
Per la sezione ticinese del partito, il vero nodo delle finanze cantonali è doppio: «una socialità fuori controllo che costa oltre 1 miliardo di franchi all’anno con abusi e sprechi enormi; un costo del personale cantonale esploso, che nessuno ha mai avuto il coraggio di contenere». La ricetta dell’UDC? Tagliare la spesa, non aumentare le tasse e snellire lo Stato: ridurre drasticamente le uscite, mediante interventi incisivi, a partire dal personale non sostituendo tutte le partenze naturali (circa 250 annui), senza dunque licenziare, ma neppure assumendone dei nuovi; snellire la macchina statale, eliminando burocrazia e costi inutili; cancellare leggi e regolamenti superflui che creano burocrazia e costi; chiudere uffici e servizi non più necessari, mediante una riorganizzazione dell’organigramma dell’Amministrazione cantonale. «La sveglia è suonata, e non c’è più tempo da perdere».
Sindacati contrari e preoccupati
I sindacati OCST, SIT e VPOD esprimono «profonda preoccupazione e contrarietà»: «Il Governo ha confermato una politica di contenimento della spesa che imporrà sacrifici al settore pubblico, sociosanitario e socioeducativo». In una presa di posizione, spiegano che «ridurre le risorse significa compromettere seriamente la capacità del Cantone di assicurare cure, istruzione e sostegno alla cittadinanza»: il rischio è di vedere progressivamente smantellati i servizi pubblici e di minare il partenariato sociale. «Non possiamo accettare che a compiere dei sacrifici siano continuamente i lavoratori, gli utenti e i pazienti: occorre un’inversione di rotta che, grazie ad appropriati finanziamenti, garantisca un futuro ai servizi pubblici del Cantone».
Confermata, quindi, la grande assemblea intersindacale e intersettoriale convocata per il prossimo 22 ottobre, che si svolgerà alle 20.00 presso Inclusione Andicap a Giubiasco. «Si tratterà di un’importante occasione per affrontare collettivamente il preventivo 2026, discutendo delle azioni a tutela dei servizi pubblici e parapubblici e del personale dei vari settori».