Quel rapporto osceno: si torna in aula

Non c’è due senza tre, recita un noto proverbio. Martedì 3 ottobre, di fronte alla Corte di appello e di revisione penale di Locarno, comparirà un 36.enne del Sopraceneri accusato di ripetuti coazione sessuale e sequestro di persona e rapimento nonché lesioni semplici e vie di fatto reiterate. Nell’estate 2022 aggredì la compagna forzandola ad avere un rapporto sessuale, ritenuto brutale, degradante, doloroso ed osceno dal giudice delle Assise criminali Amos Pagnamenta che lo scorso 25 maggio ha condannato l’uomo a 3 anni e mezzo di carcere. Fra una decina di giorni si tornerà in aula. A presiedere il dibattimento sarà Giovanna Roggero-Will affiancata da Rosa Item e Francesca Lepori Colombo. L’accusa sarà sostenuta dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, mentre l’imputato sarà difeso dall’avvocato Marco Masoni. La donna sarà patrocinata dalla legale Demetra Giovanettina.
L’incarto rimandato
Il processo alle Criminali di quattro mesi or sono non era stato il primo per la grave fattispecie in oggetto. In precedenza, a fine dicembre 2022, ne era stato celebrato un altro, sempre alle Criminali. Allora il giudice Mauro Ermani non aveva ritenuto sufficiente la proposta di pena formulata dalla pp Valentina Tuoni (in accordo con la difesa), vale a dire 36 mesi di cui 6 da espiare ed il resto sospeso per due anni. L’incarto era dunque stato rimandato al Ministero pubblico. Si era poi tornati in aula, come detto, in primavera. Con un’altra Corte, ma con le stesse richieste delle parti in considerazione anche della sostanziale ammissione da parte del 36.enne sopracenerino e del suo atteggiamento collaborativo.
Decisiva la registrazione
Una collaborazione, tuttavia, aveva sottolineato il giudice Amos Pagnamenta, palesatasi solo dopo che era emersa la registrazione fatta dalla donna di quei terribili attimi. E in virtù del suo racconto, quello di un uomo con atteggiamenti maneschi e che esigeva dalla compagna del sesso sempre più spinto. «Se la vittima non avesse avuto il coraggio e il sangue freddo necessari avremmo assistito alla strenua negazione di ogni responsabilità da parte dell’imputato», aveva puntualizzato il presidente della Corte. Il 36.enne era quindi stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere per coazione sessuale. Dietro le sbarre, dove si trova da quasi un anno e mezzo, sta seguendo un percorso psicologico.