Territorio

Rive del lago più tutelate: «E ora, l’accesso pubblico»

Lunedì prossimo il Consiglio comunale approverà la variante di Piano regolatore che istituisce una zona di protezione di almeno quindici metri – Saranno però esclusi i nuclei di Caprino e Gandria e il comparto di Villa Favorita
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
13.12.2022 06:00

Una norma unica, uniforme e valida per tutte le Sezioni del Comune di Lugano che nel proprio comprensorio si affacciano sul lago. Lunedì prossimo, salvo improbabili sorprese, il Consiglio comunale darà luce verde alla variante di Piano regolatore che getta le basi pianificatorie per proteggere e tutelare le rive del lago. Ma l’auspicio politico è che queste basi non rappresentino un punto di arrivo bensì di partenza per progetti concreti di fruibilità e accesso pubblico delle rive del Ceresio.

Un’attesa decennale

All’atto pratico, il Legislativo cittadino si esprimerà sul rapporto della Commissione della pianificazione del territorio (relatori i liberali radicali Céline Antonini e Luca Cattaneo), favorevole alla proposta contenuta nel Messaggio municipale dello scorso 31 marzo di istituire una variante di PR per le sezioni di Lugano, Castagnola, Gandria, Pazzallo e Barbengo. Quelle, per intenderci, bagnate dal Ceresio. Tutto nasce dalla necessità di adeguare il PR alle disposizioni della Leggefederale sulla protezione delle acque e della relativa Ordinanza, le cui modifiche sono entrate in vigore il 1. gennaio e il 1. maggio 2011, ossia più di dieci anni fa. In estrema sintesi, i Cantoni e, di riflesso, i Comuni sono chiamati ad assicurare la tutela e la gestione estensiva dello spazio riservato alle acque.

Non più una linea

La novità principale è il passaggio dalle “semplici” linee di arretramento a una zona di protezione – denominata Spazio riservato alle acque del lago, SRAL – volta a garantire le funzioni naturali delle acque, la protezione contro le piene e un’utilizzazione sostenibile delle acque. «In questo modo si creano i presupposti per meglio tutelare le rive del lago e per evitare gli errori del passato», afferma al CdT il relatore del rapporto, Luca Cattaneo. Errori che fanno rima con «pianificazione selvaggia», una prassi che questo nuovo strumento pianificatorio non intende più consentire. Ma se in Consiglio comunale la nuova variante è destinata a un’approvazione senza se e senza ma (il rapporto è stato sottoscritto a larga maggioranza, seppur con tre firme con riserva, ndr), la Commissione, tra le sue considerazioni politiche, non ha risparmiato qualche bacchettata all’indirizzo del Comune e del Cantone. «A livello pianificatorio è dovuta intervenire la Confederazione per correggere errori del passato quando di base la gestione del territorio è di competenza comunale», rileva Cattaneo. «Succede sempre più spesso che varianti di PR vengano imposte dall’alto con modifiche di legge di ordine superiore». E per arrivare a questa, come detto, ci sono voluti circa dieci anni. La variante, va precisato, era stata approvata dal Municipio il 25 agosto 2016. Poi, come si legge nel rapporto, «gli atti sono stati trasmessi in data 1. settembre 2016 al Dipartimento del territorio. Dopo numerosi solleciti ai Servizi cantonali, l’Esame preliminare relativo all’incarto per la pianificazione degli spazi riservati alle acque del lago è giunto finalmente in data 1. marzo 2021 (dopo quasi cinque anni dalla trasmissione)».

Chi sì e chi no

Tornando allo spazio riservato alle acque del lago, la variante di PR indica che lo stesso debba comprendere una zona di almeno 15 metri dalla linea di sponda e tenendo conto del livello medio dell’acqua, calcolato per il Lago Ceresio a 270,50 m.s.l.m (in base all’approccio delle autorità cantonali la quota è però fissata a 271,20 m.s.l.m). Il Municipio ha individuato 23 tratte omogenee, a loro volta identificabili in cinque classi: zone naturali boschive; zone seminaturali e libere da costruzioni; rive artificiali con spazi liberi retrostanti; rive artificiali con edificazioni discontinue e rive artificiali con zone retrostanti esclusivamente edificate (nuclei e lungolaghi storici). In linea di principio, lo SRAL viene applicato per tutte queste classi, ad eccezione dell’ultima e in alcune zone boschive senza particolari interessi naturalistici. Una zona più vasta può invece essere istituita laddove vi siano preponderanti interessi naturalistici, come il pian Casoro. Per quanto concerne le rive luganesi, il Municipio ha deciso di rinunciare allo SRAL nei nuclei storici di Caprino e Gandria (zone densamente edificate), nonché per i comparti del lungolago storico, del deposito della SNL, dell’Hotel Seegarten e di Villa Favorita, poiché vi è un vincolo di tutela già istituito o in fase di istituzione.

E proprio per quanto concerne il comparto di Villa Favorita, lo ricordiamo, nelle scorse settimane l’Esecutivo aveva espresso parere contrario alla proposta del PLR di costruire una passerella pedonale davanti allo storico edificio (vedi edizione dello scorso 19 novembre, ndr). Questo perché l’interesse preponderante tra la tutela dei beni culturali e la fruibilità pubblica «risulta in ogni caso a favore dei beni culturali». E proprio il tema della fruibilità pubblica sarà al centro delle future discussioni sulle rive del lago. L’auspicio della Commissione è che, una volta in vigore questa nuova variante di PR, il Municipio si attivi con progetti concreti per «ridare le rive ai cittadini».

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