«Salva Monte Brè», è tutta una questione di numeri

Ha sorpreso tutti lunedì sera Bruno Baeriswyl (Lega-UDC-Indipendenti). Quando sembrava oramai fatta sull’iniziativa popolare legislativa generica «Salva Monte Brè» - che in seno alla Commissione del Piano regolatore aveva messo d’accordo tutti i partiti (ad eccezione della firma con riserva dei due rappresentanti della Sinistra Unita) - ecco che dal cilindro dell’impresario è spuntato il controprogetto. Ergo: nessun voto in Consiglio comunale a Locarno, per ora.

La sua tesi è raccolta in un documento di 18 pagine trasmesso al presidente del Legislativo Marco Bosshardt ed al Municipio venerdì, quindi tre giorni prima della penultima seduta della legislatura. E riprende, per sua stessa ammissione, la proposta al vaglio del plenum «ad eccezione degli indici di costruzione che rimangono quelli oggi in vigore» (e non diminuiti come auspicano gli iniziativisti che temono una speculazione edilizia). Come è noto nel comparto sopra la Città degli investitori privati intendono edificare un grande resort a cinque stelle con centro benessere, appartamenti, ristoranti e negozi.

Bruno Baeriswyl chiede delle modifiche del Regolamento edilizio per la zona residenziale montana (Monte Brè e Cardada-Colmanicchio), destinata in primo luogo all’abitazione. Per quanto riguarda lo sfruttamento massimo propone lo 0,4 (invece dello 0,3, stralciando inoltre lo 0,375 per i fondi con superficie inferiore a 600 metri quadri), mentre relativamente all’indice di occupazione massimo ecco il 30% rispetto al 25%. Non solo. Per le attività alberghiere e turistiche sui terreni di almeno 1.500 metri quadrati il rappresentante della destra domanda la concessione del bonus del 25% sino ad un indice di sfruttamento massimo dello 0,5 (invece di 0,375). Il resto rimane identico.