Lugano

«Senza la città di Lugano, questo cantone sarebbe morto»

Durante il dibattito sui conti del 2024 il Legislativo non ha lesinato critiche all’Esecutivo sulla visione strategica e sul piano di rientro – La replica di Michele Foletti: «Abbiate un atteggiamento più positivo invece di combattervi l’un l’altro»
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
30.06.2025 21:50

«Da troppi anni il discorso politico si è concentrato unicamente sull’aspetto finanziario. Ma che cosa è diventata la città di Lugano? L’unico motore economico e sociale del cantone. Siamo qui a farci le pulci l’un l’altro ma senza Lugano questo cantone impantanato sarebbe morto. Voi, consiglieri comunali, dovreste avere un atteggiamento più positivo invece di combattervi l’un l’altro». Non ha usato mezzi termini il sindaco di Lugano, Michele Foletti, intervenuto in un dibattito, quello sul Consuntivo 2024, caratterizzato da una serie di critiche indirizzate al Municipio da praticamente ogni fronte politico.

Manovre di rientro

Come spesso accade quando si parla di soldi già spesi, le attenzioni erano rivolte al denaro che si sta spendendo e a quello ancora da spendere. E, novità di quest’anno, al piano di rientro varato dalla Città a fronte di un Preventivo 2025 in rosso di 24 milioni (il Consuntivo 2024 recita «-2»). «Ci troviamo in un tempo di sospensione, in cui si attende e si pretende concretezza, nelle scelte e nelle decisioni. Quelle sì che faranno discutere», ha rimarcato il relatore del rapporto della Gestione, Michele Malfanti (Il Centro). Un primo intervento il Municipio lo ha illustrato a inizio maggio, presentando un risparmio di 10 milioni l’anno nella gestione corrente. A cui seguiranno nelle prossime settimane i «disinvestimenti»: la cessione di proprietà comunali o delle quote pubbliche di società. Ma la strategia dell’Esecutivo, come detto, non è stata immune da critiche. Le ha formulate la Gestione la scorsa settimane, lo hanno fatto vari gruppi durante il dibattito.

Botta e risposta

Nel suo rapporto, seppur favorevole ai conti, la Gestione aveva in particolare rivolto tre critiche al Municipio: la comunicazione «concitata e asciutta» delle misure; il fatto che l’Esecutivo non sembri coeso e il mancato rispetto di richieste del Consiglio comunale («Scuole e socialità avrebbero dovuto rimanere esclusi dai tagli»). Stoccate che non sono mancate neppure oggi. Il centrista Malfanti ha per esempio invitato l’Esecutivo a essere più unito e incisivo. Sia nell’ambito del risanamento – «L’impressione è che si sia sfiorata solo la superficie senza affrontare i nodi veri, con misure che sembrano più simili a tagli lineari e imposizioni trasversali, senza un pensiero riformatore» – sia in quello della ‘politica estera’ con gli altri Comuni (il riferimento è ai contributi di centralità): «L’amara impressione è che la Città non abbia più il peso politico né la capacità di persuasione per far valere le proprie ragioni». Dai banchi del PLR-PVL, la capogruppo Natalia Ferrara ha rincarato affermando che «la coesione sembra sempre più una chimera, con recenti fughe in avanti e dichiarazioni a titolo personale. Il Municipio – ha detto – deve assumersi le sue responsabilità. Vogliamo vedere riforme strutturali, ma a Lugano ci vuole sempre troppo tempo per cambiare nonostante da anni arrivino chiare critiche». Piccata, come detto, la replica del sindaco, il quale ha poi precisato: «Quanto alla coesione, quei 10 milioni di risparmio sono stati approvati all’unanimità dal Municipio. E le scelte di fondo, ad oggi, sono sempre state prese all’unanimità».

Spesa da contenere

Tornando al dibattito, per la Lega – ha sottolineato il vicecapogruppo Andrea Sanvido – la priorità va data al contenimento della spesa pubblica: «I collaboratori della Città sono risorse preziose e per questo non devono diventare un peso, per esempio con assunzioni a pioggia e incarichi in doppio. Dobbiamo garantire al cittadino servizi snelli ed efficaci; l’outsourcing non sia più un tabù». Sciogliendo le riserve, il capogruppo democentrista Tiziano Galeazzi (che lascerà il Consiglio comunale in estate in quanto futuro membro del CdA del Casinò) ha posto l’accento sulla revisione della spesa corrente e sulla necessità di «avere bene in chiaro dove si vuole arrivare da qui al 2040. Serve una strategia chiara e condivisa tra Legislativo ed Esecutivo». Dal canto suo, Dario Petrini (Avanti con MTL) si è detto preoccupato per il debito pubblico e il grado di autofinanziamento: «Bisogna insistere su una spending review, assegnando un mandato esterno». «Dobbiamo rivedere che cosa offriamo, come lo offriamo e con che risorse», ha affermato il capodicastero Finanze Marco Chiesa. «Sarà doloroso, certo, ma bisogna farlo: una città esposta a debiti è fragile. Lugano – ha ammonito – non sarà salvata da un colpo di fortuna».

Scetticismo a Sinistra

Nonostante le critiche, il centro-destra ha comunque sostenuto i conti. Altrettanto non hanno fatto gli esponenti progressisti. Dai banchi della Sinistra, che ha bocciato il consuntivo, la capogruppo Nina Pusterla ha stigmatizzato l’agire del Municipio di «delegare al Comitato di risanamento decisioni che dovrebbero essere politiche e invece sono meramente contabili». «La priorità è gestire la spesa pubblica mentre, ad esempio, la politica dell’alloggio è ferma al palo». Infine, «né nel rapporto, né nella strategia del Municipio si è fatto un discorso serio sulle entrate». A replicarle, poco più tardi, è stato Chiesa, il quale ha difeso l’operato del Comitato di risanamento: «C’è stata una cooperazione molto lusinghiera con il Municipio. Certo, non tutti sono contenti di vedersi decurtare un budget». Dal canto loro, i Verdi hanno proseguito nella tradizione che li vede astenersi nelle votazioni sui conti, «questo finché – ha chiosato Danilo Baratti – il Municipio non darà al Legislativo dei veri strumenti per agire».

Dopo quasi due ore di dibattito, il Consiglio comunale ha infine approvato il Consuntivo con 35 sì, 12 no e 6 astensioni.

Dopo l’approvazione dei conti, il Consiglio comunale ha rinnovato il proprio Ufficio presidenziale. Il nuovo primo cittadino è Edoardo Cappelletti (La Sinistra). Il vicepresidente è il leghista Andrea Sanvido.
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