Si alza il sipario: vanno in scena i sorrisi

«A distanza di mesi indubbiamente qualche risultato concreto si inizia a notare, pur riconoscendo che il lavoro da svolgere resta ancora molto per dare una decisa e positiva svolta alla conduzione». Benvenuti a teatro, ripeteva spesso il compianto attore italiano Gigi Proietti, dove tutto è finto ma niente è falso. Vere, sincere, sono anche le parole della Commissione della gestione - relatore del rapporto il leghista Sacha Gobbi: l’hanno firmato tutti tranne Giuseppe Sergi (Verdi-FA-MPS-POP), mentre le due esponenti dell’Unità di sinistra Lisa Boscolo e Martina Malacrida Nembrini l’hanno sottoscritto con riserva - che invita il Legislativo di Bellinzona ad approvare, lunedì 25 settembre, il mandato di prestazione biennale (invece di un anno) tra la Città e l’ente autonomo Bellinzona Teatro con il relativo contributo complessivo di 578 mila franchi.
Archiviate (forse) le polemiche
Il riferimento iniziale, però, è al Sociale. Negli ultimi anni è finito spesso al centro dell’attenzione di alcuni schieramenti politici (la destra, il PLR ed Il Centro) che ne hanno criticato la gestione, difesa per contro dal fronte progressista, ad eccezione di ecologisti e MPS che ritengono che il problema stia invece nel manico (ovvero tutti gli enti autonomi di diritto comunale, non solo quelli culturali). Ora il vento è cambiato e sulle polemiche (forse) è definitivamente calato il sipario. Anche se per i commissari vi sono margini di miglioramento. Soprattutto in quanto «non è bastato quasi un anno per aggiornare uno statuto di poche pagine con, tra l’altro, le modifiche già suggerite. Un modo di agire poco orientato all’obiettivo che torna con una certa regolarità», rileva la maggioranza della Gestione. Precisando subito che la responsabilità, stavolta, non è dei vertici del Sociale o di Bellinzona Teatro, ma dell’Esecutivo. La nuova versione dello statuto è infatti «bloccata sui tavoli dell’Ufficio giuridico dalla volontà del Municipio di procedere con l’aggiornamento e l’allineamento degli statuti dei cinque enti autonomi. Si parla di almeno sei mesi senza riscontro di fronte a dei passi obbligati e votati in Consiglio comunale».

«Puntare sui nomi conosciuti»
E allora, direte voi, dove sta il problema? Il fatto è che senza statuto aggiornato non c’è nemmeno la Commissione artistica esterna, voluta dal Legislativo nella seduta del 21 novembre 2022 per affiancare la direzione del Sociale nella definizione, tra l’altro, del cartellone. L’articolo riguardante il consesso «non è formalmente approvato. Rinviamo pertanto qualsiasi considerazione di forma e di merito al momento della presentazione dello statuto». In attesa del documento, tuttavia, la Gestione rileva che «il gradimento della proposta artistica sembra ora trovare più consenso e il tasso d’occupazione medio ne risente positivamente. Si parla di poco più di 200 spettatori a serata con un incremento di circa 60 unità rispetto allo scorso anno e, particolare interessante, sono quasi scomparsi gli spettacoli che attirano solo un numero esiguo di spettatori. Confidiamo che la maggiore attenzione per i gusti del pubblico continui anche nei prossimi anni».
Ergo: gli accorgimenti al cartellone hanno consentito di «riempire in più occasioni» il Sociale. Più nomi conosciuti, puntualizzano i commissari, e meno pièce di nicchia, insomma: «Entrambi gli indirizzi vanno percorsi, la difficoltà sta nel trovare la giusta combinazione». In conclusione la Gestione sottolinea che c’è ancora molto da fare per quanto concerne l’occupazione del teatro da parte di terzi (istituzioni, aziende, eventi privati, e così via).