Un nuovo «Patto di Locarno» per l'80. anniversario del Festival

Un nuovo «Patto di Locarno» in occasione dell’80. anniversario del Festival? L’ipotesi è stata evocata dal consigliere federale Ignazio Cassis, in occasione della tradizionale Giornata della diplomazia del Locarno Film Festival. Durante un breve incontro con i giornalisti al Palacinema – rispondendo a una domanda del CdT sull’opportunità di lanciare messaggi dal palco di Piazza Grande in favore della pace a Gaza – il capo del DFAE ha risposto favorevolmente, e ha proposto nel contempo l’idea di una conferenza internazionale dedicata alla diplomazia della pace, utilizzando il Pardo come piattaforma di dialogo tra culture e nazioni.
«Sarebbe bello – ha detto – immaginare qui per il 2027 un momento di confronto in cui la cultura sia strumento di mediazione. Oggi ho incontrato il CdA e discusso su come Locarno possa essere strumento di diplomazia della pace. Fermo restando che il festival è e deve rimanere indipendente».
Partner del Regno Unito
L’edizione 2025 della Giornata della diplomazia, dedicata al centenario del Patto di Locarno, ha ospitato l’incontro ufficiale tra Cassis e il ministro degli Esteri britannico David Lammy, alla sua prima visita in Svizzera. La ricorrenza ha riportato l’attenzione sul ruolo storico della città, nel 1925 teatro della conferenza internazionale che contribuì a distendere i rapporti tra le potenze europee nel difficile primo dopoguerra.
«La Svizzera è uno dei partner più stretti e preziosi del Regno Unito», ha dichiarato Lammy al termine del colloquio bilaterale. Richiamando lo spirito del 1925, ha parlato della necessità, anche oggi, di «ricerca di chiarezza, forza e convinzione» in un’epoca segnata da instabilità e riallineamenti geopolitici. «Se agiamo insieme, possiamo cambiare il corso del tempo».

Cassis ha sottolineato il valore storico e simbolico della ricorrenza: «I Trattati di Locarno hanno avuto un ruolo importante per la ricostruzione dell’Europa e per la promozione della cooperazione e del dialogo. Allora come oggi, siamo in un contesto internazionale complesso, con conflitti in corso in Europa e in Medio Oriente, e con pressioni economiche crescenti».
L’incontro è stato occasione per affrontare i principali dossier bilaterali. Dopo la Brexit, Berna e Londra hanno già concluso una decina di nuovi accordi, con ulteriori trattati in via di negoziazione, compreso un ampliamento del libero scambio. I ministri hanno deciso di avviare un dialogo strategico regolare, che si aggiungerà agli scambi tecnici e politici già in corso.
Soluzione rapida per l’Ucraina
Sul piano internazionale, il colloquio ha toccato le crisi più urgenti. Per l’Ucraina, Cassis e Lammy hanno condiviso la necessità di creare le condizioni per un cessate il fuoco, pur riconoscendo le difficoltà di una soluzione rapida. In vista della presidenza svizzera dell’OSCE, si è discusso del sostegno britannico alle iniziative di mediazione. Per il Medio Oriente, il consigliere federale ha confermato la firma della Svizzera sulla dichiarazione promossa dal Regno Unito che chiede l’apertura immediata e sicura dei corridoi umanitari a Gaza e lancia un appello a entrambe le parti perché assumano un ruolo costruttivo nel processo di pace. Il capo del DFAE ha poi richiamato l’importanza di mantenere, anche nei momenti di maggiore tensione internazionale, la capacità di confronto e di ascolto reciproco. «Abbiamo bisogno di più calma, più rispetto e un pizzico di umiltà – ha detto –. Il dialogo non è uno slogan: è parte del nostro DNA e richiede tempo, perseveranza e disponibilità ad accettare le differenze». Ha inoltre ribadito i principi fondamentali della politica estera svizzera: neutralità attiva, rispetto del diritto internazionale e difesa dell’integrità territoriale. «La sovranità nazionale e l’integrità territoriale sono valori intoccabili – ha dichiarato –. Se li mettessimo in discussione, dovremmo temere per la nostra stessa sicurezza».
Un secolo dopo i negoziati del 1925, Locarno torna così a essere crocevia di diplomazia e cultura. L’incontro tra Cassis e Lammy, nel quadro del Festival, ha evidenziato come la città e la sua manifestazione cinematografica possano ancora oggi essere un luogo di incontro tra mondi diversi, in cui la memoria storica e le sfide globali trovano uno spazio comune di confronto.