Ticino

Un passo avanti per il centro educativo chiuso di Arbedo-Castione

L'Ufficio federale di giustizia ha approvato il concetto pedagogico del centro «La Clessidra»
© Shutterstock
Giona Carcano
20.03.2025 22:39

La Fondazione Vanoni non gestirà soltanto il nuovo complesso luganese, ma si occuperà anche del futuro centro educativo chiuso per minorenni (CECM). Una struttura che vedrà la luce ad Arbedo-Castione e che in settimana ha compiuto un altro passo avanti. Il Governo ha infatti licenziato il rapporto di aggiornamento con l’approvazione - da parte dell’Ufficio federale di giustizia - del concetto pedagogico del centro «La Clessidra», una delle condizioni poste dal Gran Consiglio nel 2022 per confermare il credito per la progettazione e la realizzazione del CECM. Il «timbro» della Confederazione risponde anche alla richiesta di garanzia del Gran Consiglio di poter attingere ai sussidi federali per questo tipo di strutture.

Ora, arrivati a questo punto, potrà partire la fase di progettazione e l’aggiornamento del credito concesso all’investimento. Rispetto al messaggio iniziale, i soldi necessari (era stato approvato un investimento di 3,3 milioni di franchi) andranno aggiornati. Il Governo spiega che l’aumento di spesa è dovuto all’aumento dei costi intercorsi in questi dieci anni e alle richieste di spazi necessari secondo l’Ufficio federale di giustizia.

Al netto degli aspetti «tecnici», resta un fatto: un centro chiuso di questo tipo è una necessità in Ticino. «Sarebbe bello poterne fare a meno, ma vorrebbe dire lasciare dei ragazzi gravemente in difficoltà in un contesto non adeguato al loro bisogno», spiega a questo proposito Marco Galli, capo dell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani. Qualche anno fa erano stati ipotizzati una cinquantina di casi di persone bisognose di questo servizio. Oggi la situazione nell’ambito del disagio giovanile non è sicuramente migliorata. Anzi: «Purtroppo non avremo problemi a far funzionare il centro a pieno regime», sottolinea Galli. La struttura offrirà tre tipi di prestazioni a regime chiuso, per un totale di 10 posti: il collocamento socio-pedagogico di pronta accoglienza e osservazione intensiva della durata di 12 settimane, prolungabili di altre 4 ma in regime semi-aperto (8 posti); il collocamento come misura disciplinare di breve durata, richiesto da un centro educativo per minorenni e avallato dall’autorità competente (come le autorità di protezione) per un massimo di 7 giorni; l’esecuzione di pene di breve durata decretate dal Magistrato dei minorenni per un massimo di 14 giorni.

Esempi preziosi

Durante l’elaborazione del concetto pedagogico il gruppo di lavoro ha visitato numerosi altri centri chiusi oltre San Gottardo. Un modo per toccare con mano le reali necessità della futura struttura ticinese. «Ci è stato spiegato che questi centri sono imprescindibili e se gestiti bene sono anche efficaci», aggiunge ancora il responsabile dell’Ufficio. «Inoltre, abbiamo capito che tipo di spazi serviranno, come la struttura dovrà essere organizzata e quale concetto di sicurezza applicare». E proprio la sicurezza è un aspetto centrale del CECM. «Spesso si tratta di ragazzi con comportamenti a rischio per sé e gli altri. In questi centri è possibile proteggerli, ma anche proteggere gli educatori e gli altri ragazzi. L’obiettivo è quindi creare dei percorsi specifici in base alle esigenze degli utenti tramite degli atelier, delle attività di gruppo o dei colloqui individuali nel pieno rispetto dei diritti del minore. Un percorso socioterapeutico che dovrebbe permettere a questi ragazzi un abbassamento del grado di tensione e il loro reinserimento sociale». Giona Carcano 

In questo articolo:
Correlati