Bellinzona

Venticinque anni di IRB, con sguardo «verso il futuro, e oltre»

Grandi celebrazioni per l’Istituto di ricerca in biomedicina – Reclutati da poco tre nuovi direttori di laboratorio, «giovani talenti che, dopo esperienze presso prestigiosi atenei, portano in Ticino nuove competenze e programmi di ricerca innovativi»
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
06.09.2025 12:04

Crescere. A vantaggio del Ticino e della Svizzera. L’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) di Bellinzona compie 25 anni. Lo scorso 29 agosto abbiamo intervistato il presidente Gabriele Gendotti e il direttore Davide Robbiani. E oggi si è tenuta la celebrazione dell'anniversario, una grande festa per l'Istituto che intende «diventare un tassello del futuro ospedale universitario».

Fondato nel 2000 e affiliato all’Università della Svizzera italiana, l’IRB è diventato un centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale per gli studi in immunologia e scienze biomediche. In questi 25 anni l’istituto ha contribuito in modo determinante allo sviluppo scientifico del Ticino e della Svizzera, formando nuove generazioni di ricercatori, instaurando collaborazioni accademiche e cliniche, e attirando talenti da tutto il mondo.

Le cifre

Oggi l’IRB conta oltre 160 collaboratori, 13 gruppi di ricerca e un patrimonio di quasi mille pubblicazioni scientifiche, 46 brevetti e la creazione di 3 spin-off. La sua affiliazione con l’USI, la collaborazione con l’Istituto Oncologico di Ricerca, l’Istituto di Ricerca Traslazionale e le altre istituzioni svizzere ed estere ne hanno consolidato il ruolo come motore di innovazione e polo di attrazione per la ricerca biomedica.

Dalla «piccola Bellinzona» al mondo

Tra i numerosi presenti, le autorità politiche federali e cantonali: Per il sindaco di Bellinzona, Mario Branda, l'IRB è un grande orgoglio: «Oggi, nella piccola Bellinzona, giungono ricercatori da tutto il mondo, giovani e meno giovani talenti in grado di cimentarsi in discipline che guardano lontano, osservano elementi infinitamente piccoli, interpretano e leggono segni della vita, invisibili agli occhi e inintelligibili alle menti dei più. E, attraverso questo faticoso, ingegnoso processo di indagine, contribuiscono ad aprire nuovi orizzonti di speranza a tante persone affette da malattie debilitanti, inchiodate in un letto o su una sedia o tra mura di casa da una diagnosi funesta».

Il presidente del Consiglio di Fondazione dell’IRB e di Bios+, Gabriele Gendotti, ha parlato di «una storia di successo: perché siamo consapevoli che la ricerca scientifica genera sapere ed il sapere è la chiave del futuro». Norman Gobbi ha portato il ringraziamento del Consiglio di Stato a chi «sta già lavorando al nostro domani». 

Luisa Lambertini, rettrice dell’Università della Svizzera italiana, ha puntato l'attenzione sul ruolo da «pioniere nell’inclusione» dell'IRB, il quale pure «genera ricadute concrete per il Ticino, sia sul piano economico sia nella reputazione internazionale, affermando il nostro cantone come un attore credibile e rispettato nel panorama scientifico globale».

Presidente onorario dell’IRB, Giorgio Noseda ha ricordato le parole del professor Werner Arber, premio Nobel per la medicina, il quale – chiamato dalla Confederazione a esprimere un parere per l’ottenimento dei sussidi federali – ebbe a dire: «L'IRB soddisfa i criteri di qualità scientifica internazionale». Giudizio condiviso da Renato Dulbecco, pure Premio Nobel per la medicina, che poco dopo entrò a far parte del Consiglio scientifico dell’istituto.

Infine, il direttore dell'IRB, Davide Robbiani: «Rimanendo fedele alla propria missione, e proseguendo lungo il percorso di eccellenza tracciato da chi ci ha preceduti, l’Istituto è in continua evoluzione: da 4 anni in questa nuova sede, abbiamo da poco reclutato tre nuovi direttori di laboratorio, giovani talenti che, dopo esperienze presso prestigiosi atenei, portano a Bellinzona nuove competenze e programmi di ricerca innovativi. La creazione nella Svizzera italiana di un centro di competenza sulla biologia dell’invecchiamento (NCCR Aging), tema molto rilevante per l’immunologia, ma non solo, darebbe un impulso importante a crescere in nuove direzioni, con notevole potenziale di impatto sulla società».

Ricordiamo che il vicepresidente della Confederazione, Guy Parmelin, ha annullato la sua presenza alle celebrazioni per il 25. anniversario dell'IRB a causa del viaggio a Washington.

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