Treni merci e sicurezza: il rischio? «Sopportabile in tutto il Ticino»

«Tutta la tratta ferroviaria in Ticino presenta ora un rischio sopportabile per la popolazione. Anche il segmento che, in precedenza, veniva segnalato per la stazione di Bellinzona nella parte bassa della zona di transizione della curva del rischio, è rientrato nella zona di rischio sopportabile». Spulciando il rapporto della Commissione ambiente, territorio ed energia del Gran Consiglio sulla mozione targata PLR (primo firmatario Tiziano Zanetti), approvata praticamente all’unanimità dal plenum due settimane fa (69 sì ed un’astensione), emergono notizie rassicuranti per la Città e non solo. Ma ciò non basta. E no. Tanto che il Legislativo cantonale ha accolto di buon grado la richiesta di studi specialistici sull’impatto fonico e sui pericoli per la popolazione in caso di incidenti lungo la tratta ferroviaria a cielo aperto fra Pollegio e Chiasso.
«Fare pressione su Berna»
Una mozione - quella inoltrata nell’aprile 2024 da Tiziano Zanetti e dai colleghi Bixio Caprara (nel frattempo non più deputato) ed Omar Terraneo - giunta dopo che non avevano ritenuto soddisfacenti le risposte fornite dal Governo ad una loro precedente interrogazione. Secondo i granconsiglieri passare ai raggi X la tratta AlpTransit è fondamentale per poter avere una radiografia completa e dettagliata in virtù della quale rivolgersi poi all’Ufficio federale dei trasporti (UFT), responsabile della gestione dei rischi. Gli studi costituiranno «una solida base per poter spingere la politica federale a chinarsi immediatamente sul completamento della tratta a sud della galleria di base con le opere previste a progetto e non ancora realizzate, quali il binario di sorpasso in direzione sud ed il “Salto montone” in zona Giustizia a Biasca, l’aggiramento della Riviera e la circonvallazione di Bellinzona con il completamento a sud di Lugano per il prosieguo del traffico merci verso l’Italia in sicurezza per i centri urbani, limitando al massimo gli influssi negativi del rumore e delle vibrazioni provocati dai convogli merci». Tutte opere, quelle appena citate, che se mai dovessero vedere la luce non sarebbe prima del 2050, stando ai piani di Berna.
Quella tempistica... tardiva
Per il Consiglio di Stato la mozione avrebbe dovuto essere respinta alla luce del continuo aggiornamento degli studi da parte dello stesso UFT. Farne di altri sarebbe stato un doppione costoso (almeno 200.000-300.000 franchi). Il Gran Consiglio, come detto, ha invece condiviso le preoccupazioni dei deputati liberali radicali. In particolare per l’analisi elaborata da specialisti privati per conto del Comune di Riviera, un «territorio già martoriato da autostrada, strade cantonali che tagliano in due i paesi (ora quartieri) e per l’appunto la ferrovia», si legge nel rapporto commissionale (relatore Sem Genini, Lega, tra l’altro municipale proprio di Riviera). «Dato che per il prossimo futuro si delinea la tendenza di un netto aumento del traffico ferroviario e che non si intravede la realizzazione di eventuali interventi per la limitazione delle emissioni, la qualità della vita dei residenti nelle fasce limitrofe alla linea ferroviaria sarà destinata a peggiorare ulteriormente», si puntualizza.
Genini cita inoltre la risposta di Nicola Solcà (capo della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo) inerente Bellinzona che vi abbiamo riportato all’inizio. Rassicurante, certo, ma che non basta al Gran Consiglio che ha fatto proprie le argomentazioni dei mozionanti e della Commissione: «Il Ticino non può attendere fino al 2050, come invece affermato dalle FFS, per tornare a discutere del presente tema, fondamentale per la qualità di vita e la sicurezza dei cittadini di tutto il Canton Ticino e non solo di alcune sue parti. Gli studi richiesti, che devono basarsi su quanto già svolto in Riviera, dovranno permettere di raccogliere i dati necessari per rivedere la situazione con una tempistica diversa da quella prevista attualmente per le opere di completamento del percorso di Alptransit a Sud delle Alpi».
La tratta in galleria
Circonvallazione di Bellinzona: la tratta in galleria fra Gnosca e Sementina, che consentirebbe ai treni merci di aggirare l’agglomerato, va realizzata in tempi brevi. E non dopo il 2050 come nelle intenzioni del Consiglio federale. I deputati condividono la richiesta del Municipio di Bellinzona che poco meno di un anno fa aveva scritto alla Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità nell’ambito della consultazione sugli adattamenti e sui complementi del Piano settoriale dei trasporti. La missiva era poi stata trasmessa a Berna.