Il caso

Tutti uniti (o quasi) per la risalita della Turrita

Bellinzona, approvato il consuntivo 2024 con la consapevolezza che è necessario collaborare per affrontare il futuro in cui non mancheranno le incognite - Il sindaco Mario Branda: «Né tagli ai servizi, né aggravi sulla popolazione, né aumento del moltiplicatore. Soffriamo, ma reggiamo»
Il sindaco Mario Branda (a sinistra) con il vice Fabio Käppeli. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
16.06.2025 22:28

Un secolo fa, più o meno, a Bellinzona, la popolazione cresceva a rilento e si attestava a circa 10.600 abitanti. Anche se, tra il 1915 ed il 1945, ci fu un’espansione delle aree edificate nelle zone residenziali che abbraccia(va)no la stazione ferroviaria. Dall’aggregazione del 2017 i residenti sono costantemente aumentati; e ciò obbliga ad un ripensamento degli spazi e impone maggiori costi per garantire i servizi, ma nel contempo assicura la stabilizzazione del gettito fiscale delle persone fisiche.

La Città è in sviluppo. Ma il debito pubblico aumenta. E le finanze rimangono ballerine. C’è di buono che il consuntivo 2024 - approvato stasera dal Consiglio comunale con 49 sì, 5 no e 2 astensioni - si è chiuso meglio del previsto: da un deficit stimato di 9,4 milioni ad un disavanzo di «soli» 1,9 milioni. Quello che è più significativo, per il Municipio, è in ogni modo la mano tesa del plenum. Comprendendo la situazione tutt’altro che rosea, sembra disponibile a collaborare per elaborare una strategia condivisa che permetta di guardare al futuro con (più) ottimismo, in attesa dei primi frutti dei grandi progetti.

Il quadro attuale

Esecutivo e Commissione della gestione stanno lavorando gomito a gomito e i partiti hanno smussato un po’ gli angoli su alcuni temi che, per valori e storia, sono loro propri. La Turrita va fatta uscire dall’impasse il prima possibile. Perché di miracoli all’orizzonte non se ne intravedono, come ci aveva preannunciato nell’intervista di sabato il capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli. Soprattutto se si considerano il preventivo 2025 (cifre rosse record per oltre 13 milioni), il costante invecchiamento della popolazione (che fa rima con maggiori costi di cura ed assistenza) e gli effetti delle misure fiscali e di contenimento della spesa decise dal Governo nell’ultimo biennio. Ergo: sarà inevitabile proseguire con la revisione della spesa che, finora, non ha comunque portato all’adozione di provvedimenti draconiani. E ciò per scelta dello stesso Esecutivo che non vuole alleggerire (ulteriormente) le tasche dei cittadini già confrontati ad aumenti in vari ambiti e settori.

Dove si sta andando?

«Vi pongo una domanda: dove stiamo andando? Il miglioramento dei conti è dovuto ad entrate straordinarie e a fattori esterni. Ma la politica deve mettere al centro le persone, non inseguire le cifre. Adesso dobbiamo decidere che tipo di città vogliamo diventare. Questo bilancio apre un tempo nuovo. Servono visione, coraggio e responsabilità. E poi dobbiamo far fronte alle scelte del Governo, come purtroppo ben sappiamo. Basta con lo scaricabarile della Confederazione sul Cantone e di quest’ultimo sui Comuni. I tre livelli istituzionali devono dialogare», ha rilevato Patrick Rusconi (PLR), presidente del consesso e relatore del rapporto di maggioranza. Secondo l’esponente liberale-radicale, in virtù di questa situazione, non bisogna aumentare il moltiplicatore (stabile al 93% dal 2018), ma puntare sulla promozione economica.

Fra lungimiranza e visione

L’unica a non sottoscrivere la relazione è stata Lorenza Giorla-Röhrenbach (Verdi-FA-Indipendenti): «La mia e nostra contrarietà è dettata dalla direzione politica che il consuntivo non evidenzia. Emerge una gestione orientata all’amministrazione, mancano invece il disegno di un futuro sostenibile e politiche attive per le nuove generazioni. Il Municipio pecca di lungimiranza». La parola è in seguito passata ai capigruppo.

Secondo Andrea Cereda (PLR) «non dobbiamo perdere di vista la realtà: i conti si chiudono in rosso. Le spese continuano ad aumentare. E il margine di manovra, prima o poi, si assottiglierà. Così come il capitale proprio. Dobbiamo scongiurare l’aumento del moltiplicatore per non minare la fiducia dei contribuenti. Prima, infatti, bisogna fare ordine nella macchina amministrativa, centralizzando i servizi ed ottimizzando le risorse. Il principio dell’efficienza deve valere pure per gli enti autonomi. Bellinzona si trova ad un bivio: invertire la rotta è ancora possibile, ma dobbiamo agire subito».

La riflessione collettiva

Per Pietro Ghisletta (Il Centro) «le sfide strutturali restano sul tavolo. La gestione oculata non basta. Occorre una riflessione collettiva su una nuova cultura finanziaria. Nonostante l’incremento delle entrate fiscali, rispetto al 2023 c’è stato un calo. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione differenziando le fonti di gettito. E per quanto riguarda il personale, la cui spesa cresce, vanno fatti dei miglioramenti, ad esempio tenendo sott’occhio l’assenteismo. Più visione e condivisione, quindi. Spazio a coerenza ed impegno condiviso per una Bellinzona solidale, sostenibile ed attrattiva senza dover ritoccare all’insù il moltiplicatore».

Occhio alla cultura

Lisa Boscolo (Unità di sinistra) ha precisato che «ciò che ci ha sempre spaventato e fatto sussultare sono questi continui scostamenti fra preventivo e consuntivo. È un pretesto per un continuo contenimento della spesa. Va detto che, per fortuna, al momento non vi sono stati tagli importanti. L’Esecutivo sta facendo un buon lavoro, ma vorremmo ottenere qualcosa in più, ad esempio a livello di cultura e di politiche sociali».

Un Comune o un'azienda?

Martino Colombo (MPS) ha evidenziato, per contro, che «si è costruita una narrazione di crisi quando invece la situazione finanziaria è solida. Il capitale proprio rimane lì, quando andrebbe utilizzato per aiutare le famiglie. Il Comune non è un’azienda, non deve pensare al profitto». Infine per Ivano Beltraminelli (Lega-UDC) «non va bene che non vi siano stati interventi strutturali per il contenimento della spesa. Senza una maggiore precisione a livello di preventivo è difficile pianificare».

Parola al sindaco

Come da prassi, l'ultimo ad intervenire è stato il sindaco Mario Branda: «Il capitale proprio, che serve a compensare eventuali problemi, è ancora relativamente importante. Il tema della centralizzazione dei servizi va seguito senza abbandonare i quartieri. Soffriamo la politica del Cantone. Con la riforma fiscale a pagare sono stati i Comuni. Sui conti ha influito pure la riduzione del contributo di livellamento. Tuttavia non abbiamo rinunciato agli investimenti. Non vogliamo procedere a dei tagli che farebbero male ai servizi e alla popolazione né all'aumento del moltiplicatore».

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