«Il Governo cambi approccio: non possiamo spendere più di così»

«Siamo preoccupati per la situazione delle finanze cantonali, mentre la riforma ‘Ticino 2020’ è stata un fallimento. Non le nascondo la mia frustrazione. I Comuni sperano ora di poter vedere qualche risultato in termini di maggiore autonomia al livello più vicino al cittadino. La porta, quindi, non è chiusa del tutto ma questa volta ci aspettiamo un approccio diverso da parte del Consiglio di Stato. Non giriamoci troppo attorno: i rapporti fra i due livelli sono in fase di stallo, e non possiamo più accettare riversamenti di oneri. Altro che “federalismo predatorio” della Confederazione, il Cantone ha iniziato molto prima (il riferimento è alle dichiarazioni del presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi del mese scorso, n.d.r.)». Messaggio chiaro quello del capodicastero Finanze, economia e sport di Bellinzona Fabio Käppeli, chiamato letteralmente a far quadrare i conti all’ombra dei castelli. La situazione la conoscete. Il preventivo 2025 stima un disavanzo record di poco superiore ai 13 milioni di franchi, mentre il consuntivo 2024 (che passerà al vaglio del Legislativo lunedì sera) fa stato di un deficit pari a 1,9 milioni. In prospettiva «non ci si può attendere miracoli, anche perché cifre alla mano la nostra spesa è vincolata da norme superiori in misura del 50% e fortemente limitata per un ulteriore 30%. Ciò che resta è la parte su cui possiamo operare».
«Serve un gioco di squadra»
La capitale, come gli altri poli, ha bisogno come il pane di fare un gioco di squadra. A questo proposito il vicesindaco tiene a sottolineare l’atteggiamento propositivo della Commissione della gestione che, come emerge anche dal rapporto sul consuntivo sottoscritto quasi all’unanimità (firmato da tutti tranne che da Lorenza Röhrenbach, Verdi-FA-Indipendenti), «ha capito la situazione finanziaria della Città. È importante che ognuno, a livello politico, faccia la sua parte con il solo e unico fine di migliorare i conti. L’obiettivo dev’essere quello di mantenere la progettualità attuale per assicurare l’indispensabile sviluppo socioeconomico di Bellinzona».
«Stop alle assunzioni»
La stessa Gestione, che lei cita, ha però auspicato nuovamente un controllo più rigoroso della spesa per il personale, che è aumentata in un anno di 4,1 milioni sfiorando quota 110 milioni nel 2024: «A Bellinzona abbiamo sempre garantito l’adeguamento al rincaro, mentre è sin qui proseguito il processo di consolidamento dell’amministrazione comunale e introdotto una polizza malattia, che quindi dà anche dei ricavi - puntualizza Fabio Käppeli -. Va comunque detto che il personale è cresciuto soprattutto in ambiti dove non abbiamo scelta, quali case anziani, scuole e polizia comunale. Tuttavia posso dire che il messaggio è passato, non possiamo più permetterci altri adeguamenti di organico, mentre procederemo ad un’analisi, parzialmente esterna, dell’organizzazione e dei processi interni in alcuni settori per ottimizzare ancor di più le risorse. Stiamo pure verificando tutte le opportunità di sinergie e centralizzando determinati servizi come auspicato, così da avere meno settori dislocati sul territorio e una miglior collaborazione interna, come vogliamo fare con lo stabile di via Lavizzari dove avrà sede il Settore opere pubbliche e non solo. In questo caso abbiamo optato per una soluzione parsimoniosa, poiché l’azione politica va adeguata al contesto nel quale operiamo in modo da non pesare troppo sulla progettualità, di cui non si può fare a meno».
Il debito pubblico che aumenta
La commissione è altresì preoccupata dell’aumento del debito pubblico… «Capisco, il grado di autofinanziamento è un tema, ma proprio per questo dobbiamo cercare anzitutto di intervenire sulla gestione corrente nell’ambito del riequilibrio finanziario, come detto poc’anzi, sulla logistica, sull’organizzazione e sulla ricerca di sinergie, ambiti che daranno risultati interessanti nel medio termine. Stiamo pure esplorando nuove strade anche coraggiose, penso ad esempio all’intelligenza artificiale in aggiunta a una più spinta digitalizzazione, affinché si possa avere processi più snelli e, nel contempo, liberare delle risorse da impiegare da un’altra parte. Abbiamo già aperto alcuni cantieri».
Quel triplice ruolo indigesto
La Turrita, però, deve confrontarsi con la realtà dei fatti. Le finanze cantonali sono altrettanto incerottate di quelle della capitale benché il preconizzato disavanzo per quest’anno si sia dimezzato (da 96,6 a 48,6 milioni, dato comunicato giovedì scorso). Quale dovrebbe essere allora il ruolo del Cantone? «Sicuramente non può riversare altri oneri sui Comuni, ma soprattutto può giocare una partita importante visto che spesso è giocatore, arbitro e in più detta anche le regole. Prendiamo il settore anziani, dove le cifre sono consistenti e in rapida crescita. Serve una pianificazione che incentivi davvero le reti, altrimenti lo sforzo delle città per contenere i costi in questo ambito peserà solo su di esse». Dunque è confermata l’integrazione della casa anziani Greina, pungoliamo il vicesindaco? «Il Dipartimento della sanità e della socialità ci ha espressamente chiesto di andare in questa direzione, ma non può rappresentare un costo aggiuntivo di centinaia di migliaia di franchi per i cittadini bellinzonesi. Paradossalmente allo stato attuale non conviene a nessuno gestire più di una casa anziani. Per la popolazione è difficile capire queste difficoltà di collaborazione fra Cantone e Comuni, le politiche devono essere coordinate. E questo è solo uno dei tanti esempi che si possono fare. Più in generale in ogni ambito possibile gli standard e la spesa vanno plafonati al livello attuale, non si può pensare di riuscire a spendere sempre di più. Se la politica non decide, poi in ogni caso presenta il conto e a pagare sono spesso i Comuni».
Il gettito fiscale cresce
Per il 2026 prevedete un ritocco al moltiplicatore, stabile al 93% dal 2018? «Al momento no. Il capitale proprio, importante, ci consente di sopportare qualche deficit. Nel frattempo la crescita del gettito fiscale è costante e solida. Semmai, ed è ciò che intendiamo fare, bisogna puntare su questo grazie a nuovi contribuenti, in particolare attività economiche attraverso la promozione economica. Dai contatti che ho c’è molto interesse per Bellinzona da parte degli investitori, ad esempio in ambito turistico». Colgo al volo l’assist: il progetto di valorizzazione della Fortezza da 23 milioni è finalmente stato «sbloccato» dal Cantone? «Dovremmo aver trovato la quadratura del cerchio, come si suol dire, con un’intesa politica che ci permette di proseguire con un progetto importante per tutta l’offerta turistica cantonale, che si vuole destagionalizzata e forte non solo quando splende il sole. Anche qui Bellinzona è pronta a fare la sua parte».