Ubriaco al volante a 250 km/h, il caso torna davanti al giudice

Approderà in Appello il prossimo giovedì 18 gennaio il processo che, lo scorso luglio, aveva visto condannato a due anni e quattro mesi (di cui 22 sospesi) un 32.enne della Valle di Blenio. L’uomo era comparso davanti alle Assise criminali di Riviera per diversi reati gravi, ben cinque, tutti commessi in poco meno di due ore nel cuore della notte. Sequestro di persona e rapimento (poi ridotti a coazione), infrazione grave qualificata e ripetuta alle norme della circolazione, grave infrazione alle norme della circolazione, anche questa ripetuta, guida in stato di inettitudine e impedimento ripetuto di atti dell’autorità (per violazione del posto di blocco e fuga). La volontà di ricorrere contro questa sentenza di primo grado, pronunciata a suo tempo dal giudice Siro Quadri, era già stata annunciata dall’avvocato Rossano Guggiari, patrocinatore del 32.enne.
Piede pesante
Ma riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo insieme gli eventi. Dobbiamo tornare a una serata di fine agosto 2020, iniziata come tante per il 32.enne: un aperitivo nel tardo pomeriggio, poi una cena con gli amici e, infine, un bar di Biasca. Ad accompagnarlo sempre un unico filo conduttore: l’alcol. Una volta uscito dal bar, l’uomo aveva offerto un passaggio a casa a uno sconosciuto salvo poi prendere la strada opposta, dirigendosi in autostrada verso Bellinzona. Il conducente, nonostante le insistenti richieste del passeggero di fermarsi e di farlo scendere, aveva proseguito nella sua corsa a folle velocità, arrivando fino a 250 km/h e sorpassando sulla destra. Una volta lasciata l’autostrada, la situazione era - se possibile - ancora peggiorata: guida contromano, mancato stop al semaforo rosso, velocità elevata, circolazione sul marciapiede per evitare il posto di blocco della polizia, inseguimento.
«Tragedia sfiorata»
«Quanto accaduto avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia», aveva detto in aula la procuratrice pubblica Chiara Buzzi, e non è successo «per pura casualità». Anche perché il 32.enne si era messo al volante con un elevato tasso alcolico: 0,91 mg/l (pari all’1,82 per mille). L’uomo di fronte alla Corte era apparso costernato: «È stata una grandissima stupidata, sono veramente dispiaciuto», aveva dichiarato, aggiungendo di non ricordare quasi nulla di quella notte. «Oggi non bevo più e non sento il bisogno di riacquistare la patente, mi sposto con i mezzi pubblici».
«Detenzione ingiusta»
Dei punti, questi, sui quali aveva insistito il legale dell’imputato affinché la pena venisse ridotta. Il 32.enne è stato condannato a 2 anni e quattro mesi, di cui 22 sospesi e 6 da espiare, per un periodo di prova di due anni. E questo nonostante l’accusa avesse chiesto una pena di 24 mesi (con la possibilità di essere interamente sospesa). «Sono passati tre anni, il mio cliente non beve e non guida più. Un periodo di detenzione sarebbe ingiusto, sproporzionato e controproducente», aveva ribadito davanti alla Corte l’avvocato Rossano Guggiari. Il quale si batterà ora in Appello con la speranza di ottenere delle migliori condizioni per il suo assistito.