Il carisma del campione basilese

immagini del primo allenamento di Roger Federer nella 02 Arena di Londra ci mostrano un giocatore sereno, quasi liberato dall’assillo che lo ha tormentato per oltre una stagione. Proseguo? Mi fermo? Cosa farò nel resto della mia vita senza competizioni? Tutte domande che adesso non hanno più un gran senso. Dal momento in cui ha deciso di appendere la racchetta al chiodo, Roger ha ritrovato se stesso. E, forse, anche il suo buon umore, cancellando quei tratti cupi che l’hanno caratterizzato nelle ultime pubbliche uscite. Se potrà davvero giocare, un fatto non ancora accertato, con tutta probabilità, qualche suo colpo illuminerà il campo tutto nero scelto dagli organizzatori all’interno del Millenial Dome.
Ma, intanto, da serio professionista, Federer ha ripreso ad impugnare la sua racchetta, perché fino a domenica al basilese spetta comunque un ruolo importante davanti o dietro le quinte nel Team Europa della Laver Cup. Roger si è allenato con Stefanos Tsitsipas sotto lo sguardo di capitan Björn Borg. Vedere questi tre signori uno accanto all’altro deve essere stato davvero emozionante. Rappresentano tre generazioni di campioni: Iceborg, lo svedese di ghiaccio - almeno sui campi da tennis -, l’uomo dei 20 titoli del Grande Slam e il giovane greco, che da qualche anno incanta gli appassionati per aver portato un tocco di focosità ellenica in questo sport.
Roger si sta preparando per l’ultimo ballo. Ha un gran sorriso sul volto. Si capisce che pur avendo girato pagina, non ha ancora scritto le ultime righe del capitolo finale. A Londra intende comunque godersi gli ultimi tre giorni di tennis insieme ai suoi compagni europei e agli avversari del resto del mondo. La Rod Laver Cup è un’esibizione di lusso, nella quale c’è comunque un sentimento agonistico particolarmente vivace.
Nata nel 2017, partendo da un’idea dello stesso Federer - poi studiata a tavolino con il suo agente Tony Godsick - la Laver Cup è a tutti gli effetti una creatura del basilese. Roger ne ha saltata una, quella del 2021 a Boston. L’infortunio al ginocchio gli aveva infatti impedito di giocare. Si era però comunque presentato in America come primo sostenitore della compagine europea. Nelle altre tre edizioni il suo apporto alla squadra era stato determinante con un bilancio di 6 vittorie e 0 sconfitte nei singolari e di 2 successi e 3 sconfitte nei doppi.
Ma è stato proprio un doppio, quello dell’edizione inaugurale a Praga, quello che forse ha fatto riaffiorare con maggiore intensità i ricordi più cari al nostro fenomeno. Roger e Rafa Nadal si erano imposti contro Sam Querrey e Jack Sock. Quattro edizioni e quattro successi per la compagine europea, uscita vittoriosa anche a Chicago (2019) e Ginevra (2019). Detto così, sembra che il risultato finale di questo evento, per quanto appassionante e spettacolare, sia già acquisito prima di incominciare.
D’altra parte, se osserviamo la composizione delle due squadre, notiamo una scollatura enorme. Sul fronte europeo, al fianco di un Roger a mezzo servizio, ci sono Nadal, Djokovic e Murray che tutti ricordano come i «Fab Four». I giocatori che hanno quasi monopolizzato gli Slam degli ultimi vent’anni. Accanto a loro, il giovane Tsitsipas e il norvegese Ruud (due volte finalista nei Grandi Slam in questa stagione, al Roland Garros e all’Open degli Stati Uniti). Senza dimenticare la riserva di lusso, l’italiano Matteo Berrettini. Nel resto del mondo ci sono diversi americani (Taylor Fritz, Frances Tiafoe, Jack Sock e la riserva Tommy Paul oltre al canadese Félix Auger-Aliassime, all’argentino Diego Schwarzman e all’australiano Alex De Minaur. Sul piano del carisma, anche e soprattutto per la presenza di Roger, non c’è partita. Lo sa bene anche il capitano degli Stati Uniti, John McEnroe.