Pensieri dal battellino

L'uomo in bici

Il nuovo presidente del Parlamento ticinese è il liberale di Lugano Fabio Schnellmann – Il Ticino ha ora davanti due temi esplosivi che imporranno scelte sia alla politica sia al popolo
Bruno Costantini
24.05.2025 06:00

Asia continua con la sua solfa che nella politica ticinese non cambia mai nulla. Non è vero. Ogni primavera cambiano i presidenti del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio. Certo, cambiano perché sono obbligati per legge a cambiare (altrimenti uno come l’attuale presidente del Governo Norman Gobbi sarebbe tentato di stare in carica per i prossimi vent’anni), però cambiano. Questa settimana è toccato al Parlamento, il cui presidente è il primo cittadino del cantone, cioè uno di noi. L’uscente Michele Guerra, l’uomo nero (per la sua immancabile mise luttuosa), leghista sui generis dalle pose quasi ieratiche e dal gusto per i soufflé di citazionismo, ha lasciato con un discorso sulla torcia e sulla luce per trovare sempre i valori fondanti della nostra democrazia (uella, direbbe zio Bill), mentre un anno fa aveva iniziato con il coup de théâtre dell’attore italiano Giancarlo Giannini venuto nell’aula del Gran Consiglio a recitare Shakespeare (uella di zio Bill non pervenuto, forse perché spaesato come Giannini). A Guerra va riconosciuto d’aver diretto bene i lavori parlamentari e d’aver promosso diverse iniziative di politica esterna ed estera del cantone, compresa l’udienza di una delegazione ticinese da papa Francesco lo scorso gennaio, che tuttavia ha portato male al povero Bergoglio: prima è caduto, poi è stato ricoverato per una polmonite bilaterale, infine è tornato alla casa del Padre.

Dall’uomo nero ora si è passati all’uomo in bici. Il nuovo presidente, il liberale di Lugano Fabio Schnellmann, grande patito dei pedali, funzionario nella sua Città dove per due volte ha tentato di entrare in Municipio raccogliendo sempre una barca di voti grazie alla sua popolarità, piace alla mia amica microinfluencer del lago e content creator, che va in giro civettuola con la sua bici elettrica rosa nelle vie del centro, perché ha finalmente un primo cittadino al quale chiedere consiglio quando si fora una gomma e si fa una figura barbina davanti agli sbroja che bevono l’aperitivo.

Sul battellino abbiamo inoltre interesse a tenere buoni rapporti con Schnellmann capo dell’ufficio cittadino che si occupa di porti e pontili, perché ci teniamo a garantirci il posto al porto comunale della Foce e magari a essere facilitati nell’accesso per caricare il Barbera fatto col mulo da trasportare a Caprino, che è sempre un lavoraccio. Asia sostiene che dobbiamo avere fiducia nel nuovo presidente il quale, nel suo discorso d’insediamento, ha ricordato che il Parlamento deve essere al servizio dei cittadini e vicino ai problemi della popolazione. Richiamo giusto e onesto, ma viene un dubbio: poiché il concetto di per sé è un po’ banalotto (è come dire che tutti siamo per la pace in Ucraina e in Medio Oriente), significa che il lodevole Legislativo cantonale talvolta si prende la licenza di non essere al servizio dei cittadini che, poveretti, l’hanno eletto?

Il Ticino ha ora davanti due temi esplosivi che s’incrociano, evocati dallo stesso Schnellmann, che imporranno scelte sia alla politica sia al popolo: il metodo per attenuare il peso sulle famiglie dei premi di cassa malati e il riequilibrio delle finanze cantonali. Come si conciliano le due cose? Alle cantine di Caprino hanno gelato la mia amica con le previsioni più fosche: «A vegn fö ’na piena che finiss pü». Per l’uomo in bici sarà come scalare il Mont Ventoux al Tour de France con una bicicletta militare, controvento, coi freni tirati e i lupi attaccati ai polpacci. Che epica! 

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