Una guerra di nervi

Ci sono stati anni, in Formula 1, in cui la McLaren spopolava. Roba lontana nel tempo che torna attualissima quando si parla di duelli in famiglia. Ron Dennis, il proprietario del team sino al 2017, ebbe infatti il coraggio di mettere insieme Lauda e Prost, poi Prost e Keke Rosberg, quindi Prost e Senna. Polemiche, scintille, liti ma anche titoli mondiali l’uno dopo l’altro. E il passaggio alla storia. Quando due campioni si confrontano con la stessa macchina, le frizioni diventano inevitabili perché l’ego sovrasta qualsiasi ragione. Prost e Lauda rappresentarono l’eccezione, perché Niki era un campione già realizzato mentre Alain non aveva ancora vinto nulla. Lauda capì subito che Prost era più veloce di lui in assoluto, per cui doveva batterlo con l’esperienza, il mestiere e la schiettezza. Ci riuscì per un anno, poi il compagno prese il sopravvento. Tra Prost e Senna, invece sono sempre state scintille e colpi bassi.
Oggi la McLaren moderna, di proprietà del fondo governativo del Bahrein, è tornata in auge alla grande. Nel 2024 ha conquistato il mondiale dei costruttori, ora ambisce al bis, aggiungendovi quel titolo piloti che al momento sembra una questione privata tra Oscar Piastri e Lando Norris. Gelido e imperturbabile l’australiano, caldo ed emotivo l’inglese, dopo 11 gare ci sono 15 punti soltanto tra loro. Sinora i due sono andati d’amore e d’accordo, adesso però il confronto si sta facendo duro. In Canada c’era stato il botto di Norris nel tentativo di superare il compagno, in Austria, domenica, ci sono stati sorpassi e controsorpassi, con una collisione sfiorata quando Piastri ha attaccato Norris con una “staccata” da brivido. A quel punto dal box McLaren è partito un ordine perentorio: «Piantatela!». Da quel momento Piastri non ha più aggredito Norris. Ma non è finita: nel prossimo week-end si corre in Inghilterra e Norris, davanti al suo pubblico, cerca quella replica che Piastri farà di tutto per scongiurare. Com’è il rapporto di forze? Norris ha più esperienza, ha certamente la velocità nel sangue e il giro secco in tasca per fare ovunque la pole position, però sotto stress sbaglia, non si controlla. «Ice» Piastri ha altrettanta velocità ma più controllata, commette pochissimi errori ed è inesorabile nella visione di corsa. Vedremo chi la spunterà, in quella che sarà soprattutto una guerra di nervi.
Parlavamo del GP di Silverstone di domenica prossima, gara ambita da Norris ma soprattutto da un altro grande nome: Lewis Hamilton. Zeltweg ha dimostrato qualche piccolo passo avanti della Ferrari, con Leclerc terzo a 19’’8 e Lewis quarto a 29’’. Non è granché ma sul circuito britannico sono attesi altri aggiornamenti alla SF25 e Hamilton sogna un rilancio che gli faccia lasciare alle spalle i brutti momenti vissuti sinora. Perché – diciamolo senza fronzoli – il suo ingaggio in Ferrari si è sinora rivelato un buco nell’acqua. Mai un guizzo (se si esclude il successo nella gara Sprint in Cina), mai un tempo da far strabuzzare gli occhi, mai una volta che si sia messo dietro Leclerc. Un bilancio pesante costellato da attimi di depressione ad altri di critica e rimbrotti. Ma essendo una persona bella, pulita, tutte le lamentele di Lewis, sono state fatte per aiutare il team a uscire dall’incubo. Ora si sa che i campioni escono allo scoperto solo quando hanno la macchina per vincere, ma nel caso di Hamilton c’è il sospetto strisciante – e non provato, sia chiaro - che difficilmente potrà tornare ai livelli di prestazioni di una volta. Chi ha contati stretti con lui lo definisce deluso e fragile, forse perché non ha ancora davvero capito che cosa sia la Ferrari. Chissà. Per cui oggi il Cavallino deve affidarsi alle mani capaci di Charles Leclerc, divenuto l’uomo-guida della squadra, quando sino allo scorso inverno doveva essere colui che avrebbe dovuto apprendere i segreti da Lewis, per concretizzarli in un domani imprecisato. Questa è la vita (e non solo la F.1).