Detto tra noi

Cultura e serate quiz al pub

Anche dalle cose apparentemente più idiote, spesso nascono cose di valore
Mauro Rossi
20.05.2022 06:00

Calda serata primaverile. Io e mia moglie usciamo per una passeggiata e una birra. Entriamo in un pub dove, una volta ordinato, si avvicina un ragazzo. «Tra poco inizia la serata-quiz: volete partecipare?» Di cosa si tratta, chiedo. «Domande di cultura, musica e sport». Mia moglie mi guarda con un sorriso complice dietro il quale leggo: partecipiamo, con la tua preparazione in questi specifici campi, non dovremmo avere problemi a fare una bella figura... E infatti l’abbrivio del gioco è semplice: riesco a individuare subito il giusto elemento sulla tavola periodica degli elementi, non ho problemi a districarmi su un quesito legato all’opera lirica e pure in uno di carattere geografico. Cammino in discesa, penso io. A quel punto però iniziano gli intoppi: arrivano infatti una serie di domande su intrattenimento televisivo, videogiochi, su una saga fantasy e su un particolare elemento della moda. Qui il buio è totale e il punteggio scende dunque sotto lo zero. A ciò si aggiunge un momento in cui, per raccogliere punti, bisogna fornire tra quelle indicate, non la risposta giusta bensì quella sbagliata e durante il quale vado in tilt. Ma questi non sono test di cultura, sbotto stizzito tra me e me. Poi però inizio a ragionare. Perché viene riconosciuto indice di cultura rammentare la ridicola trama di un melodrammone ottocentesco ed è invece ritenuto stupido ricordarsi l’esito della prima edizione del «Grande Fratello»? E perché citare una poesia di Carducci è considerato più colto che riferirsi a un testo di Mogol? Qualcuno potrebbe appellarsi all’indice di qualità degli elementi in questione. Vero ma c’è un discorso temporale di cui tener conto. Molti di quelli che oggi consideriamo capolavori assoluti, all’epoca in cui furono realizzati erano infatti considerati prodotti commerciali, di poco conto e dunque snobbati dall’«intellighenzia» e dalla critica dell’epoca : lo stesso discorso potrebbe dunque valere per cose oggi ritenute banali, sciatte e inconcludenti ma che tra cent’anni invece, potrebbero essere riconosciute come capisaldi del nostro tempo. Inoltre non sempre, specie in ambito artistico, è la qualità assoluta a passare alla storia e diventare cultura: basti pensare alla celebre e provocatoria «merda d’artista» di Piero Manzoni, autentico – e quotatissimo – caposaldo dell’arte contemporanea.

La realtà è che la cultura è un qualcosa di molto complesso che comprende ogni aspetto della vita umana e del pianeta, fatta sì di apprendimento accademico e di nozioni (fondamentali, of course) ma sempre e doverosamente collegati al quotidiano, anche ai suoi aspetti apparentemente più banali che non vanno dunque snobbati o squalificati a priori, ma rispettati e osservati con curiosità e con spirito critico e propositivo, perché anche dalle cose apparentemente più idiote, spesso nascono cose di valore. Per la cronaca: nella classifica finale della serata-quiz al pub sono finito terz’ultimo. Ma mi rifarò, lo giuro: devo solo inserire nel mio bagaglio formativo un po’ di cose che, presuntuosamente, ritenevo troppo «trash» per meritare la mia attenzione...