Il commento

Manuele Bertoli: testardo, coraggioso e vivace

Dopo 12 anni lascia il Governo: tante battaglie, tanti scontri, ma anche molta onestà che gli ha permesso di tessere amicizie con i colleghi – Auguri Manuele!
Gianni Righinetti
01.04.2023 06:00

Dodici anni in Governo possono bastare, lo dicono gli statuti del Partito socialista ma lo indica anche il logorio di un’attività totalizzante qual è quella di consigliere di Stato. E così Manuele Bertoli si appresta ad uscire di scena, affermando che non correrà più per cariche politiche. Tradotto significa che non lo vedremo sulle liste per le elezioni federali del prossimo autunno.

Dopo tanta vita pubblica (già parlamentare, capogruppo in Gran Consiglio e presidente del PS), domani volterà quella pagina che aveva iniziato a scrivere con l’elezione dell’aprile del 2011, un anno politicamente storico. La Lega raddoppiò a scapito del PLR e, soprattutto in un sol colpo vennero eletti tre nuovi consiglieri di Stato. Fu quella l’anticamera della più lunga e chiacchierata riunione che tenne un Consiglio di Stato ticinese il giorno dell’entrata in carica. Ci vollero tante ore e una pausa pranzo rigeneratrice per giungere all’assetto odierno: i leghisti schivarono le Finanze, dribblando così il pressing di Giuliano Bignasca, Marco Borradori blindò il Territorio, Norman Gobbi da militarista convinto prese la Polizia, Laura Sadis si sdraiò immediatamente sui binari per impedire che la scuola finisse al PPD Paolo Beltraminelli che si ritrovò di conseguenza alla direzione della Sanità e socialità. E Bertoli prese la scuola, settore tendente al rosso, ma questa condizione non ha reso il suo percorso una passeggiata. Anzi.

Oggi la si può raccontare sollevati e si potrebbe anche fare un po’ d’ironia, ma in quel 2011 fu una giornata storica. Al termine di una campagna smunta non possiamo ricordare anche l’autentico duello in casa socialista per accaparrarsi la poltrona di Patrizia Pesenti tra Bertoli e l’ex procuratore pubblico Mario Branda. Un confronto vero, giocato sulle idee, con lealtà e tanta determinazione. La spuntò Bertoli che ha scritto un lungo pezzo della storia del PS, ma anche del Governo, perché, tra cose realizzate e altre fallite, la scuola è stata al centro del dibattito per anni. Chi prenderà il suo posto troverà qualcosa ormai indirizzato e altro da aggiustare.

Su queste colonne non siamo mai stati teneri con Bertoli, uomo testardo e molto ostinato. Ma anche capace di tessere rapporti amichevoli in Governo, senza finire nell’angolo, ma rendendosi protagonista di molte mosse politiche: talvolta ottenendo, altre volte concedendo. Ma la ruota gira, il Governo e il Paese andranno avanti, perché tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Eppure Bertoli ci mancherà, nel suo essere politicamente vivo, vivace e mediaticamente sempre disponibile per ogni genere di domanda, per ogni confronto. Senza paura, ma con la forza delle idee e tanto coraggio, quello di assumere un compito tanto impegnativo per un ipovedente. Tanta salute e buona fortuna Manuele!

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