Pensieri dal battellino

Il dibattito proprio no

«A sinistra si parla sempre, si parla troppo, si parla a dismisura» – L’ex rettore dell’USI Boas Erez, il candidato «civile», è stato corteggiato anche dallo Spez (pronunciasi Scpez), presidente gourmet del PLR
© CdT/Gabriele Putzu
Bruno Costantini
19.11.2022 06:00

Come promesso, la scorsa domenica Asia, con il suo bel pacco di popcorn, si è recata a Bellinzona per assistere al congresso del Partito socialista. Io ho preferito seguire l’evento in streaming dal battellino durante le traversate del golfo di Lugano anche se ogni tanto saltava la linea, giusto il tempo per scaricare il Barbera fatto col mulo nelle ridenti località rivierasche e approfittarne per andare in bagno (che nel moderno criptolinguaggio si definirebbe Plan WC). Bisogna ammettere che compagne e compagni hanno dato dimostrazione di un sano e inatteso sussulto di esasperazione quando nel tardo pomeriggio, dopo ore e ore di discorsi che si protraevano dal mattino, si sono ribellati all’idea di doversi sorbire anche un dibattito finale tra Marina Carobbio e Amalia Mirante (la sconfitta del giorno dalla quale si attende ora l’annuncio sulle scelte politiche future, un po’ come Donald Trump a Mar-a-Lago davanti alla folla dei seguaci in delirio).

Dibattito che poi s’è svolto in forma ridotta ma definitivamente troncato ancora una volta dalla sala in rivolta con uno spirito da «cagata pazzesca», per citare il giudizio liberatorio di Fantozzi nella memorabile insurrezione da 92 minuti di applausi durante l’ennesimo dibattito imposto dal professor Guidobaldo Maria Riccardelli sulla «Corazzata Kotiomkin» di Einstein (che faceva il verso alla «Corazzata Potëmkin» di Eisenstein). «A sinistra si parla sempre, si parla troppo, si parla a dismisura», «c’è questa mania della complessità, del dibattito», «con rare pause per rifocillarsi, andare in bagno e magari approfittarne per fare una scissione», ha recentemente detto della sfasciata sinistra italiana Michele Serra, non sospettabile di connivenze destrorse.

La mia amica microinfluencer del lago domenica sera è tornata devastata dalla capitale e si è attaccata a una bottiglia di Barbera fatto col mulo - cosa non da lei che preferisce le bollicine radical-chic - mettendosi delle fette di cetriolo sugli occhi per attenuare gli antiestetici segni delle occhiaie da post congresso. Ma perché bisogna ostinarsi a soffrire così? Fortunatamente hanno sofferto e fatto soffrire di meno per assegnare il quinto posto della lista rosso-verde al candidato «civile», cioè rappresentante della «società civile» che, sino a spiegazioni convincenti su cosa sia questa entità, può essere interpretata solo come contrapposizione alla «società incivile». L’ex rettore dell’USI Boas Erez, il candidato «civile», è stato corteggiato anche dallo Spez (pronunciasi Scpez), presidente gourmet del PLR, spericolato nell’ignorare il fatto che i liberali di Lugano e gran parte del loro elettorato forse non avrebbero apprezzato sulla lista per il Governo il pontiere tra la «società civile» e l’autogestione «incivile». Probabilmente non hanno digerito già solo il fatto che allo Spez stellato, rimasto poi con un palmo di naso, possa essere venuta un’idea simile.

D’altra parte, sulle rive del Ceresio nel fu partitone si segnala anche una vicenda curiosa benché non cruciale: il noto esercente Guido Sassi, re di piazza della Riforma che raccoglie tutti gli spifferi e le maldicenze provenienti da Palazzo civico, che lo scorso anno tentò invano di farsi eleggere con i liberali nel Consiglio comunale cittadino, oggi fa il centrino, nel senso che è candidato del Centro (già PPD) per il Parlamento. Ma uno come Sassi sarà della «società civile»? Quando ho proposto un dibattito, ad Asia sono cadute le fette di cetriolo dagli occhi. 

Correlati