Detto tra noi

Disattenti gonfiatori di palloncini

Ultimamente il numero di tragici fatti di cronaca di cui si dà conto è aumentato esponenzialmente
Mauro Rossi
03.06.2022 06:00

Non so se si tratta di un perverso effetto collaterale del periodo pandemico, di particolari congiunzioni astrali oppure del fatto che i media tendono a enfatizzarli in misura maggiore rispetto al passato: sta di fatto che ultimamente il numero di tragici fatti di cronaca di cui si dà conto è aumentato esponenzialmente. Non c’è infatti giorno che non si abbia notizia di un delitto efferato commesso in circostanze o contesti che fino a quel momento non davano alcun indizio di una possibile tragedia. Anzi l’unica cosa che sembra accomunare questi eventi è il fatto che chi li commette, fino a qualche istante prima, era sembrato a tutti una persona normalissima. La questione è che tutti o quasi tutti, il più delle volte, abbiamo dei comportamenti normali fino al momento in cui facciamo qualcosa che dimostra che non lo eravamo affatto. Era normale l’uomo che lasciato dalla compagna l’ha poi finita a coltellate, così come la persona che ha massacrato la famiglia nel sonno? Erano normali i componenti di quella famiglia gettatisi dal balcone di casa o i ragazzi che hanno fatto a pezzi la madre per un poco di eredità, oppure ancora il ragazzo che è entrato in un asilo armato di fucile mitragliatore e ha fatto una mattanza di bambini inermi? No, nessuno di costoro era del tutto normale, lo sembrava solo. Ritengo, a questo punto, che forse è il caso di ridefinire il concetto di normalità e la differenza tra ciò che nei comportamenti è normale e ciò che non lo è. Se questa analisi la facesse ciascuno di noi, se la si facesse all’interno di quei microcosmi rappresentati dalla famiglia e dalla scuola ma anche in quella stessa società che invece spinge sempre più avanti il limite di quei comportamenti da considerarsi normali e quindi accettabili, forse si riuscirebbe a individuare quei sintomi di disagio e di follia che albergano in alcune persone prima che si manifestino in modo drammatico. Come faceva notare un analista dopo uno dei fatti di cronaca accennati sopra, il più delle volte tutti noi ci si comporta come dei gonfiatori di palloncini che pur sapendo che oltre un certo limite gli stessi inevitabilmente finiranno per scoppiare, non cercano di capire il momento in cui occorrerebbe fermarsi. In un contesto sempre più individualista e ripiegato su se stesso quale quello in cui viviamo, nessuno si prende infatti la briga di gettare su chi gli sta attorno - che si tratti di un famigliare, un amico, un vicino di casa, poco importa - uno sguardo poco più che superficiale e dunque in grado di individuare dei segnali di pericolo. Così come nessuno, normalmente, ha voglia di riconoscere che alzare spesso e frequentemente il gomito può essere il primo passo verso l’alcolismo o che determinate reazioni possono essere il sintomo di una violenza pronta a manifestarsi. La regola, infatti, è che tutti i comportamenti, tutti gli atteggiamenti devono essere considerati normali e tollerabili fin quando non esplodono o danno scandalo. A quel punto, però, il danno irreparabile è quasi sempre fatto.