Detto tra noi

Quella convivialità perduta...

E se il problema del traffico fosse la mentalità, più che la necessità di usare l'auto?
Mauro Rossi
08.09.2023 06:00

Da due settimane sono ricominciate le scuole e da allora il traffico cittadino è più che raddoppiato. C’è una correlazione tra le due cose? Certamente. La riprova l’ho avuta durante il mio quasi quotidiano jogging mattutino in città. Un buon 50% delle automobili che intasano le strade ad una velocità che è meno della metà di quella del sottoscritto modesto corridore, ha infatti la seguente occupazione: un genitore alla guida, una cartella/zaino scolastico sul sedile al suo fianco e, su quello posteriore, un figlio/a, nella maggior parte dei casi impegnato a scrutare lo schermo del suo telefonino. Tutti in rigoroso silenzio, probabilmente a causa di un processo di risveglio non ancora completamente ultimato. Dunque il grande problema della viabilità – molto scorrevole nel periodo estivo – è rappresentato dal trasbordo dei bambini/ragazzi verso gli edifici scolastici. Problema che potrebbe essere tranquillamente risolto decidendo, come si faceva in passato, di mandare i figli a scuola a piedi, oppure con i mezzi pubblici. Operazione che, oltre a decongestionare i centri abitati, ai ragazzi regalerebbe straordinari vantaggi fisici e mentali. Andare a scuola a piedi significa incontrare altri coetanei che frequentano la stessa scuola ma non la medesima classe, chiacchierare con loro, scambiare opinioni, discutere, far nascere nuove conoscenze e amicizie e, nell’età della pubertà, anche qualche innocente infatuazione. Insomma, sviluppare quella socialità che negli ultimi anni si sta progressivamente inaridendo e che i quotidiani tragitti automobilistici casa-scuola in macchina con i genitori o i parenti (assieme ai quali una conversazione libera, spesso, è difficile) non contribuiscono certo ad alimentare. Personalmente alcune delle più solide amicizie (che durano tutt’oggi) sono nate proprio condividendo lo stesso percorso verso la scuola – a piedi oppure sui mezzi pubblici – tra discussioni, magari anche qualche litigio, scambi di opinioni, progetti, risate e anche qualche innocente stupidata. Che però aveva il potere di farti arrivare in classe sveglio, dinamico, propositivo e pronto a sfruttare al meglio le ore di lezione. Al termine delle quali, il ritorno verso casa assieme agli amici, rappresentava un’ulteriore occasione per parlare, discutere e scaricare la tensione accumulata sui banchi. Il consiglio a tutti i genitori è dunque questo:obbligate i vostri figli ad andare a scuola a piedi: anche si trattasse di un paio di chilometri e anche dovesse piovere (cosa che ormai accade davvero raramente...), la cosa non rappresenterebbe un grosso sacrificio, anzi, sarebbe un toccasana sia fisico (per loro ma anche per chi, come il sottoscritto, il mattino potrebbe respirare un aria meno inquinata...) sia mentale. E non preoccupatevi dei pericoli della strada. Perché il temutissimo traffico, ricordatevelo, siete voi...

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