Detto tra noi

Un variegato e appassionato esercito

Si avvicinano le elezioni e, con loro, emergono le «tipologie» e le attitudini dei candidati
Mauro Rossi
10.03.2023 06:00

Le sfide elettorali, come gli eventi sportivi, mi appassionano. Con una differenza: se nello sport sono i grandi eventi a calamitare la mia attenzione, nelle votazioni sono quelle locali ad interessarmi maggiormente in quanto meno caratterizzate da tematiche e ideologie spesso fumose, lontane e astratte. Nei contesti più piccoli, invece, il dibattito è legato ad argomenti concreti e fa riemergere un impegno e una passione che smentiscono il comune pensiero che alla politica ci si interessa sempre di meno. Lo conferma il piccolo-grande esercito che in questi giorni è in campo per conquistare il Parlamento cantonale: una folla che si sta districando tra eventi, dibattiti, incontri, aperitivi, polentate, risottate, manifesti, comparsate mediatiche di ogni tipo e «santini» di ogni foggia pur di catturare dei sostenitori. Un migliaio di persone diverse l’una dall’altra, con altrettanti motivi che li hanno spinti a gettarsi nell’agone elettorale e classificabili in varie tipologie. Ci sono i professionisti, quelli che la politica l’hanno nel DNA, che si muovono con calma e sicurezza in ogni contesto e confronto attenti a non sbilanciarsi troppo in modo da non scontentare alcuno oppure pronti a sbilanciarsi in modo eccessivo, tanto sanno benissimo che alla fine sapranno negare anche l’evidenza con un’invidiabile faccia tosta e restare a galla. Poi ci sono gli idealisti, quelli che credono fortemente di poter salvare il mondo, che si gettano con indomito impegno in mille iniziative a sostegno della loro causa e il cui obiettivo primario non è tanto l’essere eletti ma che il proprio pensiero trionfi. Ci sono poi gli ambiziosi arroganti ai quali della politica, sostanzialmente, frega poco, così come delle ideologie: l’importante è mettersi in mostra, conquistare quello scranno con cui soddisfare il proprio ego, accrescere il prestigio, incrementare il business o quanto meno fare in modo che la gente, quando camminano per strada, sappia esattamente chi sono. Ma ci sono anche gli ambiziosi timidi, quelli che si augurano che quelle abilità che loro ritengono di avere ma che nessuno riconosce loro, grazie a questa discesa in campo, vengano finalmente riconosciute, svelate: la cosa però non capita perché queste loro presunte qualità, in fondo, non ci sono. E poi ci sono quelli che affrontano l’impegno per caso, perché mancava un nome per completare la lista e controvoglia sono stati tirati dentro anche se non avevano nulla da dire o da proporre, coscienti del fatto che nessuno li voterà. Ciononostante non solo hanno dato il loro assenso a partecipare, ma si impegnano pure, senza pubblicizzarsi troppo e soprattutto senza alcuna speranza o illusione. Sono quei candidati che, una volta aperta la scheda elettorale, per pudore rinunceranno addirittura a mettere una croce sul proprio nome preferendo sostenere chi ritengono realmente meritevole. Candidati, questi, che ammiro nel profondo del mio cuore e ai quali in queste settimane va il mio profondo affetto.