Detto tra noi

Una festa della vita e della pace

La «Festa della mamma» è un qualcosa di più di una celebrazione del grande, importante e affascinante mistero rappresentato dalla maternità: è riconoscere il ruolo fondamentale nella società di chi dà la vita e che, in quanto tale, si pone di principio in netta antitesi con chiunque, per le più variate ragioni, propugna tesi di conflitto e, di conseguenza, di morte
Mauro Rossi
06.05.2022 06:00

Tra le ricorrenze laiche è sicuramente quella più intrisa di mistica religiosità la «Festa della mamma» che, in maniera più o meno spontanea e senza una ben precisa codifica, buona parte dei Paesi celebra la seconda domenica di maggio. In effetti si tratta di una celebrazione della quale è difficile stabilire un’origine certa: sebbene il ruolo della madre sia sempre stato sacro per ogni civiltà (gli antichi greci, ad esempio veneravano Rea, la grande procreatrice e madre di Zeus mentre i romani riconoscevano un analogo ruolo a Cibele, divinità simbolo della natura e di tutte le madri), le più accreditate tesi sulla creazione della moderna festa ci riportano nell’America di metà Ottocento, al maggio 1870 per la precisione, quando la poetessa e attivista newyorchese Julia Ward Howe propose l’istituzione di un Mother’s Day for Peace (Giornata della madre per la pace), quale momento di riflessione contro la guerra. Un’iniziativa che fu ripresa con maggior fortuna qualche decennio più tardi, nel 1908, da un’altra donna statunitense, Anna Jarvis, che promosse un Mother’s Day (Giorno della madre) per celebrare la genitrice, una fervente pacifista: da lì l’iniziativa si diffuse a macchia d’olio un po’ ovunque. Nel nostro Paese arrivò nel 1917, in altri più tardi – e talora con diversa collocazione sul calendario rispetto alla seconda domenica di maggio adottata da noi – ma senza mai una ufficiale qualifica nonostante tutti ne riconoscano l’importanza.

Perché la «Festa della mamma» è un qualcosa di più di una celebrazione del grande, importante e affascinante mistero rappresentato dalla maternità: è riconoscere il ruolo fondamentale nella società di chi dà la vita e che, in quanto tale, si pone di principio in netta antitesi con chiunque, per le più variate ragioni, propugna tesi di conflitto e, di conseguenza, di morte. Non ricordo chi affermò che se ogni sanguinario leader della storia umana, prima di gettarsi in qualsivoglia impresa, avesse consultato la propria madre, probabilmente sarebbe ritornato sui propri passi, ma mi sento di condividere pienamente la sua supposizione: non c’è infatti nessuno in grado di comprendere il valore della vita, di ogni singola e anche apparentemente più insignificante esistenza, di chi l’ha generata. E per la quale sarebbe disposta ad ogni compromesso, ad ogni altra rinuncia o soluzione pur di riuscire a salvaguardarla. Aveva dunque ragione la visionaria Julia Ward Howe a voler associare la «Festa della mamma» ad una giornata celebrativa della pace, perché non c’è testimone e alleato migliore di chi è madre ad una pacifica e serena convivenza. Dovrebbero ricordarlo molti grandi leader contemporanei. Ma probabilmente alcuni di loro sono troppo vecchi per poter chiedere un suggerimento alla propria mamma e troppo pieni di sé per mettere in pratica i suggerimenti che, ne sono certo, da lei ricevettero a suo tempo...