L'editoriale

Il tempo libero, il clima e il derby degli anticicloni

Quando parliamo di futuro dell’ambiente oggi, non stiamo più parlando di qualcosa di lontano, complesso e poco tangibile – L'editoriale dell'edizione di luglio di Illustrazione Ticinese
Michele Castiglioni
13.07.2022 20:53

Una volta c’era quello delle Azzorre al quale ci si riferiva per raccontare il bel tempo (meteorologico) che esso generosamente elargiva verso est dandoci la «bella stagione». Era l’anticiclone che fino ad un paio di decenni fa ricorreva nelle espressioni del sentire popolare come sinonimo di bel tempo e veniva benevolmente ritenuto responsabile della riuscita o meno di una grigliata in giardino. Ma oggi le cose sono cambiate in molti modi a livello climatico e il «vecchio», affidabile anticiclone delle Azzorre sta perdendo la battaglia con l’ultimo arrivato, quello africano. Quest’ultimo è il responsabile delle ondate di canicola sempre più frequenti ed esagerate - 50°C in Italia e Spagna, roba da penisola arabica - che fanno da contraltare a inverni secchi e senza neve, a fenomeni locali violenti e sempre più numerosi. Insomma, non ci sono più le mezze stagioni. E neanche le stagioni.

Quindi, di fronte all’incedere rovinoso e spedito del cambiamento climatico globale, mi faccio alcune domande: cosa succederà al nostro tempo libero? Arriverà un giorno in cui dovremo rinunciare ad una passeggiata in montagna perché troppo caldo? O perché il rischio di una improvvisa tempesta in quota sarà diventato inaffrontabile, vista la violenza dovuta alla maggiore differenza di temperatura tra le masse d’aria in movimento? O forse i nostri fiumi e laghi smetteranno di essere fonti di sollievo e refrigerio, ridotti a rigagnoli e pozze verdastre? Cosa faremo allora della nostra voglia di esplorare il Ticino (e non solo) e viverlo in ogni suo angolo? Resteremo in casa, protetti dall’esterno a guardare e muoverci in un Ticino in realtà virtuale perché quello vero sarà, a quel punto, poco vivibile?

Sono tante domande, alle quali credo che la risposta sia una sola: e cioè che quando parliamo di futuro dell’ambiente oggi, non stiamo più parlando di qualcosa di lontano, complesso e poco tangibile. No, adesso cominciamo a parlare di quello che possiamo vedere tutti i giorni; di ciò che ci tocca perché riguarda il nostro quotidiano, le nostre abitudini, le nostre piccole vite «locali». E allora, quando usciamo per fare un’escursione o una corsetta, cerchiamo di apprezzare quello che resta delle Azzorre e facciamo tutto il nostro possibile per far si che anche in nostri nipoti possano goderne.

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