Detto tra noi

Illusorie speranze e ricordi da accantonare

Tra i miei riti di inizio anno ce ne sono un paio ai quali non riesco proprio a sottrarmi: la lettura dell’oroscopo e l’aggiornamento dell’agendina
Mauro Rossi
05.01.2023 06:00

Forse in uno dei tanti nostri appuntamenti settimanali – che durano ormai da quasi un quarto di secolo – l’ho già detto, ma tra i miei riti di inizio anno ce ne sono un paio ai quali non riesco proprio a sottrarmi: la lettura dell’oroscopo e l’aggiornamento dell’agendina. Quello con l’oroscopo è un rapporto che da sempre mi porto appresso ben sapendo che si tratta sostanzialmente di facezie: è infatti difficile credere che i circa settecento milioni di nati sotto ciascuno dei dodici segni dello zodiaco condivideranno nei prossimi dodici mesi le medesime esperienze, subiranno la stessa influenza astrale (e di quali astri? Solo quelli presi in considerazioni dagli antichi almanacchi che si basavano sull’osservazione visiva o quelli che i telescopi ci hanno permesso di identificare?) o avranno uguali problemi sentimentali o economici. Però, nonostante questa consapevolezza, l’oroscopo continuo a leggerlo. La ragione? Per abitudine, perché non si sa mai, perché, benché sostanzialmente non ci si creda, non procura alcun danno consultarlo. Oppure perché, in caso le sue previsioni non si avverino, si ha l’opportunità di affermare ufficialmente che sono tutte stupidate. Quanto all’agendina elettronica e cartacea (sì, sono uno di quelli che continua a non fidarsi molto dell’elettronica e dei «cloud» e che annota nomi e numeri di telefono anche su solidi pezzi di carta), nei primi giorni dell’anno ho la consolidata abitudine di metterci mano e aggiornarla, ogni volta preso da una serie di dubbi ed interrogativi del tipo: di questo contatto cosa faccio, lo tengo o lo cancello? Accade infatti a ciascuno di noi di ritrovare il proprio taccuino (o la memoria del proprio smartphone zeppo di contatti che probabilmente non chiameremo mai più. In alcuni casi si tratta di persone che non ci sono più e delle quali quel nome e quel numero telefonico rappresentano un ricordo. In altri si tratta di vecchi amici che non frequentiamo da anni, di conoscenze di una sera, di contatti ed esperienze definitivamente concluse che tuttavia ogni volta fatichiamo definitivamente ad accantonare. Perché in fondo un nome e un numero di telefono cancellato dall’agendina è un nome cancellato spesso per sempre, e cancellare per sempre qualcuno dalla nostra vita per guadagnare un po’ di spazio sulla nostra agenda è un qualcosa di doloroso e sostanzialmente anche ingiusto. Però è un gesto che facciamo comunque, anche se, il più delle volte, con lo stesso stato d’animo di quando ad ogni cambio di stagione apriamo il nostro armadio con l’intento di riordinarlo e tiriamo fuori per gettare quei vestiti vecchi, quelle t-shirt ormai lise e sformate che non mettiamo più da secoli ma dalle quali è doloroso separarsi in quanto ad ognuna è legato un ricordo, una sensazione e dunque un piccolo pezzetto della nostra vita.