Mobilità

Addio, Camorino

È stato un anno record per le immatricolazioni d'auto in Ticino – E sarà anche l'ultimo, per lo storico dirigente Barboni: «Ora vado in pensione»
©Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
21.04.2024 14:34

Aldo Barboni ha iniziato a lavorare a 19 anni in quello che allora non si chiamava Sezione ma Ufficio della Circolazione, e non si trovava a Camorino ma a Bellinzona. Era un giovane motivato - aveva da poco fatto la patente - ma non immaginava che vi avrebbe trascorso tutta la vita.

Mezzo secolo dopo Barboni è un 65.enne elegante, che dalla finestra del suo ufficio vede le auto entrare e uscire dal Centro di collaudo, dove un tempo c’erano prati verdi. Oggi è lui a dirigere la Circolazione: andrà in pensione a luglio lasciando un Ticino diversissimo dal punto di vista automobilistico e non solo.

Negli ultimi cinquant’anni il parco circolante in Ticino è passato da 150 mila a 225 mila vetture: sono comparsi i motori elettrici (il 3 per cento nel 2023) e ibridi (11 per cento) senza contare e-bike, monopattini e affini. Barboni è un uomo d’altri tempi e cura di persona un «rendiconto» cartaceo sulla Sezione, da lui confezionato annualmente. Il primo è del 1980. La sua meticolosità è famosa anche fuori dall’amministrazione cantonale, ed è tutt’altro che antiquata.

Più auto che mai

L’ultimo rendiconto appoggiato sull’ampia scrivania - dove il computer occupa un posto marginale - è relativo all’anno scorso. Nel 2023 le auto con targa «TI» sono tornate ad aumentare (più 492 immatricolazioni) superando anche il record del 2021. Quelle alimentate a diesel continuano tuttavia a calare: rispetto al 2018, ad esempio, sono diminuite del 24 per cento (quelle a benzina del 4,4). In sei anni le elettriche sono invece decuplicate (da 701 a 7.272) e le ibride sono aumentate di cinque volte (da 5.542 a 25.451).

«Il settore delle automobili e della mobilità è in continua evoluzione e in tempi recenti ha fatto passi da gigante» riflette Barboni estraendo - tra ritagli di giornale e documenti assortiti - una vecchia stampa che conserva come una reliquia. È la copia della prima patente rilasciata in Ticino, nel 1901. «Me l’ha consegnata un discendente del titolare» racconta Barboni. «Si è presentato qui in ufficio, un giorno, dicendo che aveva una cosa per me».

Agli inizi del Novecento i primi - rari - automobilisti venivano autorizzati direttamente dal Consiglio di Stato, e uno stesso funzionario svolgeva sia l’esame della patente che il collaudo del veicolo. «Sembra inconcebile a pensarci adesso» riflette l’aggiunto capo-sezione. Oggi la Circolazione conta 135 dipendenti, ha un budget di circa 18 milioni di franchi, e l’anno scorso ha espletato qualcosa come 550 mila pratiche per un incasso totale di 150,2 milioni di franchi. Negli uffici di Camorino sono arrivate 940 telefonate al giorno (in media 1.500 pratiche) e sotto le finestre di Barboni sono passate in tutto 67.107 auto per i collaudi.

La rivoluzione digitale

«È chiaro che davanti a uno scenario che cambia è necessario tenersi al passo con i tempi» osserva il dirigente pensando al futuro. A ricoprire il suo ruolo, dopo il pensionamento, saranno chiamati non uno ma due funzionari tramite concorso. Le funzioni di Barboni saranno «scorporate» tra un capoufficio amministrativo e un nuovo aggiunto capo-sezione. Anche questo è un segno dei tempi, e delle sfide sempre più complesse con cui Camorino è confrontata.

Nel 1978, quando Barboni è stato assunto, i dipendenti dell’ufficio erano 49 meno degli attuali. È certo che l’aumento sarebbe stato ancor più corposo, se di mezzo non ci fossero stati - dagli anni Ottanta a seguire - l’arrivo dell’informatica e la digitalizzazione delle pratiche. «È stato il passaggio più delicato che mi sono trovato ad affrontare, ma è stato un passo necessario e a posteriori decisamente fruttuoso» afferma Barboni. Ricorda ancora lo stress di un fatidico weekend del 2014, in cui «tutti i dati della motorizzazione ticinese migrarono sul nuovo applicativo della Sezione». Il lunedì mattina, per fortuna, tutto funzionava. «Tirai un grande sospiro di sollievo».

Le ferie arretrate

Gli altri weekend sono andati meglio per fortuna, anche perché il direttor Barboni non è solito concedersi altri momenti di riposo. A Camorino è famoso per non avere «praticamente mai preso ferie» in tanti anni da dirigente a chi gli chiede come abbia fatto risponde, sorridendo: «È un mio difetto». Sveglia alle 5, in ufficio alle 6 di mattina fino alle 18: la stessa routine da quasi 50 anni, nell’epoca del telelavoro come ai «vecchi tempi» quando i computer «sembravano dei grandi cassoni» e i dati elaborati durante la giornata venivano convertiti in schede perforate, consegnate a mano a Bellinzona per l’immissione nel sistema informatico di allora.

Il fattore umano

«Oggi con pochi click si fa un lavoro che un tempo richiedeva più persone, e molto più tempo. Ma questo non deve ingannare» avverte Barboni. «Il fattore umano resta fondamentale. Senza una adeguata formazione del personale, e senza motivazione e coinvolgimento, la macchina semplicemente non funziona». Lo sa bene il dirigente uscente che, nell’annunciare il suo prossimo pensionamento via mail, ha ringraziato anzitutto le collaboratrici e i collaboratori.

Nella seconda metà dell’anno Barboni recupererà una mole enorme di ferie arretrate - qualcosa come cinque mesi - ma resterà disponibile come supporto ai suoi successori. La sfida più delicata da affrontare, nel prossimo futuro? Riguarda un aspetto in qualche modo anacronistico. In Ticino ci sono ancora 20 mila automobilisti - ricorda Barboni - che sono in possesso di licenze di condurre cartacee. Si tratta di persone spesso anziane, che non hanno voluto o potuto passare alla versione più moderna (il tesserino è stato introdotto nel 2003). Hanno tempo fino a ottobre per mettersi in regola. La Sezione ha già cominciato a contattarli «uno a uno» e non è un lavoro facile, assicura Barboni. «Ma faremo anche questo».

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