Cantone

Il Ticino che non si View

Google torna a sud delle Alpi a caccia di luoghi ancora da mappare
Un'auto di Google Street View in TIcino
Davide Illarietti
21.05.2023 13:15

La cantonale che s’inerpica da Cevio a Bosco Gurin, tra curve a gomito e paesaggi spettacolari, dopo Linescio incontra un bivio. Google Maps esita. «Ricalcolo». Manda l’automobilista a destra, sulla vecchia strada che nel 1983 venne travolta da una frana. Il problema è che non è mai stata ripristinata. Finisce davanti a due massi, Street View mostra l’immagine di una ruspa al lavoro - chissà quanto tempo fa - per arginare una colata di fango. «Ricalcolo». L’automobilista deve tornare indietro e prendere la strada «nuova», che poi ha 40 anni.

Capita. È capitato due settimane fa a La Domenica durante un reportage da Cerentino. Ma il cortocircuito della Val Rovana non è l’unico motivo, probabilmente, per cui nel corso dell’estate le macchine intelligenti di Google scenderanno da oltre Gottardo per dare una «rinfrescata» alla mappa illustrata delle strade ticinesi. Una mappa che per quanto estesa, funzionale e comoda presenta ancora qualche lacuna (nelle valli più remote, ma non solo) e ha bisogno di essere costantemente aggiornata.

Big G a sud delle Alpi

«Il territorio è in continua evoluzione» spiega Deborah Schenker, responsabile delle operazioni di Street View nel quartier generale di «Big G» a Zurigo. L’affermazione vale per le città ma anche per le zone più discoste, soprattutto in Ticino dove i cantieri stradali e le opere pubbliche conoscono da anni un boom ininterrotto. «Il nostro obiettivo è ottenere un’immagine il più possibile completa e attuale della realtà che ci circonda, in modo che possa essere utile ai nostri utenti e li aiuti ad orientarsi e conoscere il territorio in cui si muovono. Per questo motivo - continua Schenker - dobbiamo effettuare delle campagne periodiche di raccolta di foto e di aggiornamento. È molto importante».

Dobbiamo seguire regole precise, quello che possiamo e non possiamo fotografare è stabilito dalle leggi locali che variano di paese in paese

Il lavoro può richiedere diversi mesi. Le auto di Street View hanno iniziato il loro «tour» della Svizzzera ad aprile e - stando ai piani - lo completeranno a ottobre. «Dobbiamo adattarci alle condizioni meteo se vogliamo avere delle immagini decenti» spiega Schenker. L’inverno è off-limits. L’iconica flotta multicolore arriverà dunque a sud delle Alpi «ad un certo punto» dell’estate, «estate inoltrata probabilmente», ma quando esattamente non si può dire. «Ragioni operative». La privacy delle persone è importante per Google almeno quanto la propria. «Dobbiamo seguire regole precise, quello che possiamo e non possiamo fotografare è stabilito dalle leggi locali che variano di paese in paese. Ma abbiamo anche delle policy di riservatezza per cui non riveliamo mai i dettagli di campagne come questa».

I motivi sono molteplici. Rivelare dove e quando passerà la Google-mobile potrebbe generare assembramenti di «tifosi» appostati alle curve, come durante le gare ciclistiche. Oppure scritte sui muri con messaggi d’amore (o peggio). In passato è già capitato che mattacchioni vestiti da sub o con indosso teste di cavallo comparissero nelle foto. Altri non gradiscono che la propria casa venga fotografata, anche se è perfettamente legale.

Regole che cambiano

La suscettibilità delle persone ad ogni latitudine è uno degli ostacoli alla grande impresa della mappatura globale. In alcuni paesi è assecondata dallo Stato: in Germania ad esempio - caso unico in Occidente - la quasi totalità delle strade non sono visibili su Street View, a causa di un’interpretazione molto rigida del diritto alla privacy sulla proprietà privata. Altri paesi - Russia, Cina, Iran e diverse nazioni asiatiche - si oppongono per ragioni politiche.

La Svizzera è permissiva, ma con precisi paletti. Il Tribunale federale in una sentenza del maggio 2012 li ha indicati chiaramente: niente foto ad asili nido, case protette, stazioni di polizia ed edifici pubblici sensibili. E’ il motivo per cui, paradossalmente, il centro di Lugano ha diverse strade che non compaiono sulla mappa, mentre esistono immagini della vetta del Monte Generoso da ogni angolatura.

Ma i "vuoti" sono tanti nella mappa del Ticino disegnata dagli algoritmi di Street View. La base militare del Monte Ceneri. La strada che porta a quella di Isone, a partire da prima di Medeglia fino in fondo alla valle. Il piano della Stampa, con le carceri cantonali. Ma anche il complesso scolastico di Bellinzona, i dintorni di piazza del Governo con Palazzo delle Orsoline e i vari dipartimenti cantonali. A Mendrisio tutta la zona della clinica psichiatrica.

Abbiamo già tracciato il percorso ma chiaramente, una volta sul posto, possiamo fare delle modifiche se ci accorgiamo che ne vale la pena

«La presenza di scuole o edifici pubblici e strutture sensibili di vario tipo fa sì che questa come altre zone centrali di molte città svizzere sia difficilmente fotografabile» spiega Deborah Schenker. «La situazione rimarrà tale anche dopo la nuova campagna di raccolta di immagini».

«Anche escludendo le zone off-limits, comunque, abbiamo molto lavoro da fare» precisa Schenker. La decisione di cosa fotografare e dove spingere l’auto multicolore, sul cui tetto è montato un vistoso braccio cattura-immagini, è affidata da Google a un algoritmo che, tramite Maps, rileva ad esempio la presenza di nuove attività commerciali, modifiche alla viabilità o alla segnaletica stradale. «Tendiamo ad accorrere dove c’è stato un cambiamento significativo , o dove vari indicatori suggeriscono che potrebbe avvenire in futuro» spiega l’esperta. «In base ai dati a disposizione decidiamo dove è il caso di catturare nuove immagini. Abbiamo già tracciato il percorso ma chiaramente, una volta sul posto, possiamo fare delle modifiche se ci accorgiamo che ne vale la pena». Le richieste di intervento inoltrate a Google da attività commerciali e istituzioni sono «moltissime» anche in Ticino. «Cerchiamo di accontentarle - conclude Schenker - ma non possiamo arrivare dappertutto».

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