Detto tra noi

Quanto manca a Natale?

A dispetto di ciò che vogliono farci credere orologi e calendari, il tempo non è un qualcosa di fisso ma un’entità mutevole a seconda delle persone
Mauro Rossi
07.10.2022 06:00

«Hey ragazzi, lo sapete che mancano due mesi e mezzo a Natale? È dunque tempo di iniziare a pensare ai regali per non ritrovarsi all’ultimo momento con l’acqua alla gola», urlava stamattina ai microfoni di una radio un deejay sin troppo arzillo per l’orario. Ma cosa sta cianciando? è stato il mio primo pensiero alla sua affermazione che mi ha bruscamente destato dal sonno. Poi però dopo aver zittito con un po’ di stizza la radiosveglia e, guardando fuori dalla finestra, constatato che era ancora buio, mi sono reso conto che non aveva tutti i torti. Sebbene le temperature ancora abbastanza miti sembrino darci l’illusione del contrario, quella stagione estiva che vorremmo durasse in eterno è purtroppo ormai irrimediabilmente finita. E il veloce declino delle ore di luce, sia il mattino sia la sera, indicano che quel 2022 che sembra iniziato giusto ieri, si sta avviando verso i titoli di coda. Velocemente, molto velocemente. Più dell’anno passato e di quello che a sua volta lo aveva preceduto. Già perché, a dispetto di ciò che vogliono farci credere orologi e calendari, il tempo non è un qualcosa di fisso ma un’entità mutevole a seconda delle persone che hanno a che fare con esso. Un’ora infatti non è la stessa cosa per un bambino e per un adulto: per quest’ultimo rappresenta infatti un piccolissimo segmento di ciò che ha vissuto e il cui peso è dunque minimo; per un bimbetto la cui esistenza è iniziata da poco significa invece un periodo molto lungo in grado di provocare quell’impazienza e quell’irrequietezza tipica dei più piccoli che, spesso, da grandi, si fatica a spiegare.

La percezione del tempo è inoltre variabile anche a seconda di come si vive: se proiettati verso il futuro o ancorati nel presente. Per un giovane, il cui sguardo è costantemente rivolto verso obiettivi o traguardi da raggiungere, il tempo non sembra infatti trascorrere; l’attesa di ciò che ci si augura possa o debba verificarsi diventa spasmodica rendendo ogni ora lunghissima, ogni giorno interminabile e le settimane e i mesi una prospettiva angosciante che si prega scivoli via il più rapidamente possibile. Quando però questi traguardi vengono raggiunti e si comincia a non guardare con ossessione al futuro ma si inizia a confrontarsi con il presente, da gestire con oculatezza oppure, con il progressivo avanzare dell’età, con la consapevolezza di non avere più così tanto tempo a disposizione, ecco che la prospettiva cambia: ogni settimana, ogni giorno, ogni ora diventano preziosissimi, da vivere e assaporare con intensità, evitando il più possibile di sprecarli e, inevitabilmente, trasformandoli in un qualcosa che finisce per sfuggirci rapidamente dalle mani. E che, agli inizi di ottobre ci può spingere, con molta malinconia a constatare che, accidenti, mancano ormai poco più di due mesi a Natale...