Il viticoltore

Dove finisce la casa, inizia la passione per il vino

La visita dell’abitazione di Reto Dell’Ambrogio è un viaggio nella storia della Vitivinicola Sottotorre, oggi coronata dalla medaglia d’oro al Mondial du Merlot
@Carlo Reguzzi
Mattia Bertoldi
01.07.2022 11:19

Ci sono viticoltori che sono talmente legati alla produzione del vino da fondere la loro casa alla cantina, in un miracoloso miscuglio di lavoro e affetti. Reto Dell’Ambrogio (ferroviere di mestiere, produttore per passione) non fa eccezione e così sono andato a trovarlo a Camorino (in via ai Sturn 2) dove vive, vinifica e vende le circa 7000 bottiglie prodotte ogni anno dalla sua Vitivinicola Sottotorre, attiva dal 2011.

Si parte dalla cucina e da un’ampia isola con alcune bottiglie di Sottotorre Riserva, il Merlot rosso che ha conquistato una medaglia d’oro al recente Mondial du Merlot. «Ma ora ti faccio assaggiare il 351, il mio Chardonnay. E poi magari passiamo all’Incontro, un rosato».

Dopo due ottimi bicchieri, usciamo di casa e arriviamo alla vecchia cantina a volte, addossata alla collina. È il luogo che più ricorda il passato dell’abitazione, quando ancora apparteneva a nonno Renato; è da lui che Reto ha preso la passione per la pesca e per il vino. «Qui un anno abbiamo prodotto 4000 litri» dice muovendosi nello spazio ristretto del locale. «C’erano botti e macchinari dappertutto. Ora la produzione è cresciuta, ma per fortuna posso sempre contare su un gruppo di amici che mi dà una mano».

@Carlo Reguzzi
@Carlo Reguzzi

Scendiamo allora nella cantina vera e propria, al centro di un progetto di ristrutturazione che ha coinvolto l’intera casa. È qui che Reto conserva le botti, i macchinari e tutte le sue etichette - oltre a quelle elencate, anche lo spumante Metamorfosi prodotto con uve Chardonnay. Una passione, quella per le bollicine, che ci conduce in un salone che è la somma di tutte le passioni della famiglia Dell’Ambrogio: fucili d’epoca appesi al muro (a simboleggiare l’amore per la caccia), un cestino in vimini da pescatore sistemato su una trave del soffitto (numerose le battute di pesca in Svizzera e in Nord America) e infine un calice con la scritta “La vita è troppo breve per bere vini mediocri”. «È qui che facciamo le degustazioni, non solo dei miei vini ma anche di altre bottiglie, gli spumanti in particolare. Incontri che presto porteranno a qualcosa di importante per il canton Ticino».

Di più, non mi è dato sapere. E allora chiudo la porta, torno in cucina e mi faccio versare un bicchiere di rosato. Casa e cantina, tempo libero e lavoro. Qui dentro tutto si fonde, come in un prodigioso assemblage.

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