Ambiente

Alle Maldive la vita si sposta sulle città galleggianti

Entro la fine del secolo, l'innalzamento del livello del mare potrebbe sommergere quasi del tutto l'arcipelago maldiviano – Le prime unità galleggianti, realizzate da Waterstudio per salvare il Paese, saranno realtà già a fine mese
Federica Serrao
21.06.2022 12:45

Le acque dell'Oceano Indiano si stanno preparando per ospitare una nuova città. A soli dieci minuti di distanza via barca da Malè, capitale delle Maldive, e dall'aeroporto sorgerà presto una città galleggiante che diventerà la casa di circa 200.000 persone. Ma qual è lo scopo della costruzione di questa floating city nelle acque oceaniche? Facciamo un passo indietro. 

Maldive sommerse entro la fine del secolo

La Repubblica delle Maldive è uno stato insulare che ospita oltre 500.000 abitanti tra i suoi atolli. L'arcipelago, collocato nell'Oceano indiano, con la sua costa orientale segna il confine occidentale del mar delle Laccadive che bagna la punta meridionale dell'India, lo Sri Lanka e - appunto - le Maldive stesse. Le sue spiagge paradisiache bagnate da acque cristalline sono il sogno di milioni di turisti in cerca di relax. Eppure, quello che forse molte persone non sanno, è che questo paradiso naturale potrebbe presto sparire, sommerso dall'oceano. L'arcipelago maldiviano è infatti composto da 1.190 isole basse: questa caratteristica fa sì che la nazione sia una delle più vulnerabili ai cambiamenti climatici, a livello mondiale. L'80% della sua superficie, come riporta la CNN, si trova a meno di un metro sopra il livello del mare: secondo le proiezioni, l'innalzamento del livello del mare fino a un metro, entro la fine del secolo, potrebbe sommergere quasi del tutto il Paese. E dunque, il governo maldiviano sta correndo ai ripari. 

© maldivesfloatingcity.com
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Una speranza esiste

Una soluzione per non far scomparire l'arcipelago, a quanto pare, esiste. Ed è quella di «spostare» i centri abitati, i negozi, i ristoranti, gli alberghi, le scuole e tutte le strutture su delle isole galleggianti. La buona notizia è che non si tratta di un'utopia: il progetto è quasi realtà. Dei canali, percorribili da barche, collegheranno le 5.000 unità galleggianti che verranno inaugurate (in minima parte) già a partire dalla fine del mese. I residenti, tuttavia, potranno trasferirsi nelle nuove abitazioni fluttuanti solamente all'inizio del 2024, mentre per vedere la città completata bisognerà attendere il 2027. Ma chi c'è dietro a questo immenso progetto? Tutto nasce da una joint venture tra l'impresa immobiliare Dutch Docklands e il governo delle Maldive. Come sottolineato dalla CNN, il progetto non deve essere visto come un esperimento selvaggio o una visione futuristica: si tratta, al contrario, di una soluzione pratica alla dura realtà: quella dell'innalzamento del livello del mare, che nessuno può cambiare o arrestare. «Ma una città che galleggia potrebbe crescere con il mare», ha dichiarato ai microfoni dell'emittente statunitense Koen Olthuis, il fondatore di Waterstudio, lo studio di architettura olandese incaricato di realizzare la città. «Si tratta di una nuova speranza per il mezzo milione di abitanti che popola le Maldive. In questo modo potremmo dimostrare che esistono abitazioni a prezzi accessibili, oltre che grandi comunità e città "normali" sull'acqua, che saranno anche sicure». 

© maldivesfloatingcity.com
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«Il corallo cerebrale»

La città costruita da Waterstudio sarà progettata secondo una schema che ricorda la scleractinia, corallo la cui forma ricorda quella di un cervello umano. Come si legge sul sito del progetto, ispirarsi al «corallo cerebrale» è anche un concetto guida che ha come obiettivo quello di «vivere con la natura», oltre che di rispettare proprio il corallo naturale, di cui le Maldive sono il centro di protezione nel mondo. Case variopinte, dai colori dell'arcobaleno e ampi balconi con vista sul mare, abbelliranno quella che, a detta degli architetti, non sarà altro che «una città normale, ma a galla», che dovrà essere autosufficiente e beneficiare delle medesime funzioni presenti su una «città terreste». Oltre a raggiungere i vari «pezzi di corallo» via barca, gli abitanti e i turisti potranno camminare per le strade, oppure muoversi in bicicletta, con lo scooter o con mezzi elettrici come i monopattini lungo le strade sabbiose della città. Ma come si costruisce, da zero, una città galleggiante? Al momento, ognuna delle unità che comporrà la città viene costruita in un cantiere navale locale. Una volta ultimata, viene posizionata e attaccata a un grande scafo di cemento sottomarino, che a sua volta viene avvitato al fondale marino. La natura poi, fa il resto. Le barriere coralline che circondano la città contribuiscono in maniera fondamentale a fornire un frangiflutti naturale, permettendo alle unità di stabilizzarsi ed evitando di far soffrire i residenti di mal di mare. 

© maldivesfloatingcity.com
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L'aria condizionata? Con l'acqua marina!

Ci sarà - ovviamente - anche l'elettricità. E sarà alimentata prevalentemente dall'energia solare generata in loco. Le acque reflue verranno invece trattate per poi essere riutilizzate come concime per le piante. Nella città fluttuante sarà presente anche una versione alternativa dell'aria condizionata, ottenuta impiegando il raffreddamento delle acque profonde. Pompando acqua fredda dalle profondità marine della laguna su cui sorgerà la città si contribuirà anche al risparmio energetico. Queste alternative sostenibili, come sostiene Olthuis, stravolgeranno la visione di questa particolare architettura: non si tratterà infatti di «un'architettura stravagante», commissionata da super-ricchi, in luoghi paradisiaci (come appunto le Maldive). Al contrario, la città fluttuante sarà il simbolo di una risposta al cambiamento climatico e all'urbanizzazione. «Da rifugiati climatici, i maldiviani diventeranno innovatori climatici», ha dichiarato sempre Olthuis alla CNN.

© maldivesfloatingcity.com
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Non solo alle Maldive

L'arcipelago maldiviano non è però l'unico stato ad accogliere un progetto simile. I Paesi Bassi - responsabili della realizzazione del progetto - vantano diverse architetture galleggianti nella loro nazione. Parchi galleggianti, fattorie galleggianti e anche uffici galleggianti (quelli della sede del Global Center on Adaptation, organizzazione per il clima) arricchiscono il Paese. Il cambiamento climatico, come lo definisce la CNN, è diventato un «catalizzatore» che ha spinto l'architettura galleggiante verso il mainstream, portando Waterstudio a progettare più di 300 case, uffici, scuole e centri sanitari in tutto il mondo. Le Maldive, dunque, non sono l'unica nazione «privilegiata» con una città galleggiante: progetti simili, di città fluttuanti, sono stati lanciati anche in Corea del Sud con la creazione di Oceanix City a Busan e nel Mar Baltico, con una serie di isole galleggianti sviluppate dall'azienda olandese Blue21. Una differenza, però c'è: nessun Paese è in grado di competere con le Maldive e con le scale e tempistiche con cui sta riuscendo a concretizzare il progetto. 

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