Star Wars

L’infinita epopea intergalattica nata dal genio di George Lucas

Quarantacinque anni fa debuttava timidamente nelle sale americane il primo capitolo della strepitosa saga cinematografica destinata a trasformare per sempre la fantascienza e l’immaginario collettivo occidentale
Max Borg
26.05.2022 21:32

«Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…». Così iniziava, quarantacinque anni fa, Guerre stellari, all’epoca non ancora noto come Una nuova speranza. Il terzo lungometraggio di George Lucas, rifiutato da tutti gli studios prima che la 20th Century Fox decidesse di dargli una chance, fu la seconda parte di un processo avviato due anni prima da Lo squalo dell’amico Steven Spielberg: la nascita del blockbuster, nella sua accezione originale e letterale di film che «spacca i quartieri», generando file chilometriche per accedere alle proiezioni. File interamente giustificate per assistere allo spettacolo messo in piedi da Lucas, con effetti speciali ancora oggi strabilianti (per quanto leggermente ritoccati al computer per successive riedizioni), la musica indimenticabile di John Williams (che si portò a casa il suo terzo Oscar) e un’icona del Male come Darth Vader, il cui respiro decisamente poco umano mette in soggezione ancora oggi. Ma la vera intuizione di Lucas ai tempi fu un’altra: sfruttando la scarsa fiducia della Fox nel potenziale commerciale del film, si assicurò i diritti per i sequel e il merchandising, diventando miliardario e uno degli uomini più potenti di Hollywood, anche se con un parziale stato da outsider (il terzo film della prima trilogia fu proposto a Spielberg, il quale però fu bloccato dal veto del sindacato dei registi).

Un fenomeno sempre più grande

Nel corso dei decenni Star Wars è diventato un fenomeno sempre più grande, tra cinema, televisione, giocattoli, videogiochi, fumetti e altro ancora, inclusa la designazione del 4 maggio come giorno ufficiale in cui si celebra il franchise. Tutto questo non senza qualche passo falso (per volere dello stesso Lucas, un brutto speciale catodico del 1978 è legalmente irreperibile), ma sempre all’insegna della volontà di meravigliare il pubblico e stare al passo con l’evoluzione della tecnologia. Pionieristica, da quel punto di vista, la seconda trilogia, uscita tra il 1999 e il 2005: l’Episodio II, presentato in anteprima a Cannes, fu il primo film nella storia del festival a essere proiettato in digitale anziché in pellicola, mentre l’Episodio III fece parlare di sé per la totale assenza di scene girate in esterni. E la trasformazione continua, come visto di recente nelle serie The Mandalorian e The Book of Boba Fett, dove un giovane Luke Skywalker ha ancora il volto e la voce di Mark Hamill, tramite l’uso di computer e intelligenze artificiali.

Sulla carta, al netto di una versione animata per la televisione, il tutto doveva chiudersi nel 2005. Poi, nel 2012, l’annuncio epocale, con l’acquisto della Lucasfilm da parte della Disney e l’avvio di nuove avventure per il grande schermo, con una terza trilogia per chiudere quella che retroattivamente è diventata la Skywalker Saga e altri progetti che sono ambientati nella medesima galassia ma non coinvolgono direttamente lo scontro sempiterno tra i due lati della Forza. E nel 2019, con la nascita di Disney+, dove l’universo lucasiano ha il proprio spazio dedicato a pari merito con colleghi di prestigio come la Marvel e la Pixar, è iniziata una nuova fase, quella delle serie e miniserie con attori in carne e ossa, coronando un sogno che il creatore del franchise inseguiva da anni ma non poteva realizzare per questioni di budget. E così è nato The Mandalorian, le cui storie si spostano da un pianeta all’altro e abbracciano in pieno la dimensione western che ha sempre caratterizzato l’iconografia di questi mondi. E poi altre avventure con personaggi più o meno noti, di cui uno che torna sugli schermi proprio adesso: a diciassette anni dalla sua ultima apparizione fisica (abbiamo sentito la sua voce negli Episodi VII e IX), Ewan McGregor veste nuovamente i panni di Obi-Wan Kenobi nell’omonima miniserie in sei parti, che racconta le gesta del cavaliere Jedi una decina d’anni dopo l’ascesa dell’Impero.

Verso il futuro

Un’evoluzione che guarda al futuro (i nuovi progetti fanno uso di una tecnologia che consente di girare in studio ma con la possibilità di interagire con gli sfondi virtuali, come se fosse tutto vero) e al contempo abbraccia il passato, ritrovando l’essenza dei film d’avventura che avevano ispirato Lucas ai tempi (anche per il quasi coevo Indiana Jones, che tornerà in sala nel 2023): storie episodiche, che riempivano i cinema a cadenza settimanale. Adesso tale ritmo si applica allo streaming, con le piattaforme che riscoprono il valore strategico della distribuzione centellinata invece della stagione completa in un unico blocco come è d’uopo in casi come quello di Netflix. Settimane che si passano in compagnia di antichi guerrieri e nozioni filosofiche, simpatici droidi e perfidi imperi, tra vecchi amici e volti nuovi, in mezzo a una galassia che si espande sempre di più, senza mostrare particolari segni di cedimento. È la forza dell’archetipo, capace di sopravvivere tramite molteplici rielaborazioni, trasformando il futuro in qualcosa di leggendario, che in realtà si è svolto secoli addietro. Sono leggende che ritroviamo con piacere, guidati da quello che è il motto della saga da quasi cinque decenni: «La Forza sarà con te. Per sempre». A prescindere dalle dimensioni dello schermo, perché quando le note familiari di Williams si fanno sentire la magia è la stessa, invariata.

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