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Manti Te'o: quando gli stessi fan trasformano la vittima in carnefice

Da grande promessa del football universitario a sprovveduto, e il suo valore sportivo viene messo in discussione – La puntata di Untold «La fidanzata inesistente» accende i riflettori sul catfishing
Jenny Covelli
10.09.2022 12:30

«Ti amo», «sei tutta la mia vita», «voglio sposarti». Messaggi usuali scambiati all'interno di una coppia. Ma cosa pensereste se vi dicessimo che i due che li scrivono non si sono mai incontrati? No, non è così strano. Accade tutti i giorni e in ogni parte del mondo. Anche tra i vip. «Dal Notre Dame alla NFL: Manti Te'o aveva un futuro promettente nel football fino a quando una relazione online segreta fa precipitare la sua vita e la sua carriera». È questa la descrizione che Netflix affida all'episodio della serie antologica Untold - docuserie acclamata da critica e pubblico, che tratta alcuni dei fatti di cronaca più intriganti, alcune delle rivalità più feroci, alcuni dei colpi di scena clamorosi accaduti in ambito sportivo in tutto il mondo - dedicato al giocatore di football di origini samoane. Episodio il cui titolo - La fidanzata inesistente - già svela gran parte del contenuto. Si tratta di due puntate di un'ora ciascuna disponibili in streaming per gli abbonati dal 16 agosto. Ma la domanda sorge spontanea: come può una relazione online far «precipitare vita e carriera»? Per rispondere bisogna prima chiarire un concetto: che cosa è il catfishing.

Catfishing: non è il pesce gatto

Letteralmente «pesce gatto», il catfishing allude a qualcuno che crea e utilizza una falsa identità (magari rubandola a terzi) raggirando qualcun altro. Ma per una definizione migliore, ci appelliamo nientepopodimeno che all'Accademia della Crusca. «Nel mondo dei social con catfish si indica una persona che costruisce in rete un proprio profilo fingendo di essere un’altra persona, prendendo un nome falso per burlare o truffare qualcuno o assumendo il nome di un altro utente e pubblicando come proprie le fotografie di questo, al fine di instaurare in rete rapporti amicali (a volte anche sentimentali) con una falsa identità». Più chiaro di così. 

Alla diffusione del termine catfish, fa giustamente notare anche la Crusca, ha certamente contribuito l’omonimo programma televisivo statunitense, trasmesso doppiato in italiano su MTV con il sottotitolo False identità, condotto da Nev Schulman e Max Joseph. I due, su esplicita richiesta d’aiuto, vanno alla ricerca del catfish e, dopo averlo smascherato, cercano di consolare la persona delusa, di farle ottenere le scuse di chi l’ha ingannata e di favorire una riappacificazione e, soprattutto, un cambiamento. Alla base del programma c’è il docufilm del 2010 Catfish, diretto da Henry Joost, che racconta la (dis)avventura vissuta proprio da Nev.

© MTV
© MTV

La relazione, la malattia e la morte

Torniamo ora a Manti Te'o. Nato nel paradiso delle Hawaii, il campione di football americano vive una vita semplice che si basa su tre pilastri: fede, famiglia e football. È una grande promessa del football universitario. Di origini samoane, durante il suo periodo presso il noto college Notre Dame si afferma come uno degli atleti più talentuosi della sua classe d’età. Non ci sono dubbi riguardo al suo futuro: è destinato a giocare nella NFL, la massima lega professionistica al mondo. Nello stesso periodo in cui si afferma come sportivo, avvia però una relazione a distanza con Lennay Kekua: una ragazza californiana conosciuta su Facebook. E, questo è il punto, mai incontrata di persona. Lennay Kekua (ma ovviamente lui in quel momento non lo sa) non esiste, si tratta dell’alter ego di Ronaiah Tuiasosopo (oggi Naya Tuiasosopo). Prima di affrontare la sua sessualità (oggi è una donna trans), quest'ultimo utilizzava il profilo social di Lennay per interagire con i suoi coetanei nei panni di una donna.

Tutto finisce quando, nell'ottobre del 2012, Manti Te'o perde la nonna. Lennay Kekua gli aveva fatto sapere di essere gravemente malata di leucemia. Tanto che lui le parlava, pensando che fosse incosciente e che le lasciassero il telefono accanto nella speranza che con la sua voce potesse uscire dal coma. Ma lo stesso giorno della morte della nonna, riceve la notizia che anche la sua fidanzata non ce l'ha fatta. Tra i due eventi passano meno di sei ore.

Allora non è lei

Dopo qualche tempo, scoppia la bomba. E diventa un caso. Lennay Kekua, l'amore della vita di Manti Te'o deceduta a causa di una leucemia, non è mai esistita. Quella che lui definiva la sua fidanzata, in realtà non l'aveva mai incontrata di persona. Avevano sì una relazione, ma solo online. E la morte è stata inscenata per porvi fine. Scatta il caos mediatico. E se nel periodo della sua ascesa come giocatore di football, Te’o è chiamato a vestire i panni dell’eroe, quando questa vicenda (personale) viene a galla tutto diventa confuso. E non è più chiaro quale sia la parte che «gli spetta». È vittima o complice? Più avanza, più si ingrossa la valanga che lo travolge. E l'opinione pubblica che fino a quel momento lo ha acclamato e reso quasi invincibile (è pure candidato all’Heisman Trophy), inizia a remargli contro, seguendo e alimentando la costruzione narrativa. E, da vittima qual è, gli viene cucito addosso l'abito dello sprovveduto. Sul web piovono meme di ogni tipo, addirittura i vignettisi, noncuranti del dolore del singolo, vi ricamano sopra.

Manti Te'o sprofonda nel buio che gli è stato costruito attorno, in un periodo di grande sofferenza psichica. E il suo valore sportivo passa in secondo piano. Anzi, viene messo in discussione. Non solo a parole, ma concretamente. Prenderlo in squadra è ormai quasi tabù. Lui tiene duro e si aggrappa alle certezze già citate: fede e famiglia. Che, non sembra esagerato dirlo, gli salvano la vita. La sfida diventa dimostrarsi, nella vita e sul campo, migliore dell’immagine che gli viene accostata.

Sorgono alcune domande

Come per le altre vicende di Untold, la storia viene costruita sulle testimonianze degli stessi protagonisti, facendo ampio uso di filmati e coinvolgendo le personalità e i giornalisti coinvolti. L'episodio include lunghe interviste a Manti Te’o e alla persona collegata all'identità online, Naya Tuiasosopo, che fornisce (ampiamente) la sua versione dei fatti. Non sono qui per fornire il mio parere di spettatrice, e al lettore neppure interessa il mio giudizio. Vi basti sapere che legalmente (almeno stando a quanto si evince dal documentario) non c'è stata nessuna conseguenza.

Oggi Manti Te'o – dopo una carriera da professionista nella NFL con le maglie di San Diego Chargers e New Orleans Saints – ha una famiglia. Naya Tuiasosopo si identifica come donna transgender (libera).

Il catfishing è reato?

Arrivati a questo punto, è diventato chiaro che il catfishing è un raggiro. Che in alcuni casi punta al guadagno - si pensi solo al recente caso, smascherato dalle Iene, dell'ex nazionale italiano di pallavolo Roberto Cazzaniga, fidanzato per 15 anni con una donna che non esisteva e che l'ha portato a spendere oltre 600 mila euro -, in altri è «solo» un inganno. Rispondendo a una mozione depositata al Consiglio degli Stati, nel 2014, il Consiglio federale spiegava che «l'usurpazione d'identità designa l'uso abusivo di dati personali (d'identità) altrui. Può riguardare, ad esempio, il nome, la data di nascita, i numeri di documenti d'identità, di conti bancari o di carte di credito, nonché password informatiche, codici di accesso o i cosiddetti nickname. Mira spesso a infangare la reputazione di una persona oppure a ottenere un vantaggio patrimoniale indebito». 

L'autore che intende procacciare a sé stesso o a un'altra persona un indebito profitto può rendersi punibile di frode o tentata frode (art. 146 Codice penale, CP) e rischiare quindi una pena detentiva fino a cinque anni. Nell'ambito del phishing (usurpazione d'identità al fine di ottenere un vantaggio patrimoniale indebito), l'abuso d'identità può rientrare nelle fattispecie rette dall'articolo 143bis CP (hacking), se l'autore si introduce illecitamente nel sistema informatico di un terzo, o dall'articolo 143 CP (acquisizione illecita di dati), se si procura indebitamente dati a lui non destinati. A seconda delle intenzioni dell'autore e del caso concreto, sono applicabili anche fattispecie quali il danneggiamento di dati, il danno patrimoniale procurato con l'astuzia, le minacce o la coazione (art. 144bis, 151, 180 o 181 CP). L'usurpazione d'identità può anche essere sanzionata dagli articoli 173 seguenti CP se serve a commettere un delitto contro l'onore o contro la sfera segreta o privata. Infine, nei rari casi in cui essa non si ricollega a uno degli scopi di cui sopra, l'autore può essere punito, a seconda del cantone, con una multa per azioni gravemente sconvenienti o molestie di una persona.

La situazione in Ticino

Abbiamo chiesto alla polizia cantonale ticinese se ha recentemente registrato casi di catfishing. «Non abbiamo segnalazioni e non sono finora stati recensiti casi specifici», ci è stato risposto. «Vi sono invece diverse segnalazioni legate al fenomeno del romance scam (truffa romantica) con la creazione di finti profili ad hoc per ammaliare le vittime fingendo di essere in particolare militari, ingegneri,… Profili che evidentemente violano i diritti d’uso (terms of uses) dei social media». Il reato è adempiuto quando le loro azioni assumono carattere penale, in caso ad esempio di truffa, minacce e adescamento minori (grooming).

Solo quest'anno, le cosiddette romance scam, o truffe romantiche, hanno fruttato in Svizzera più di quattro milioni di franchi. Un esempio che ha fatto scalpore, reso noto agli inizi di luglio dalla polizia argoviese, bene illustra il funzionamento di queste truffe digitali, spesso organizzate dall'estero. A cadere nel tranello è stata in quel caso una donna di 62 anni, contattata su Facebook da un sedicente medico, come se non bastasse «di bella presenza», che sosteneva di lavorare per le Nazioni Unite in Sudan. Ne è seguito uno scambio di messaggi con il quale l'uomo si è guadagnato la fiducia della donna. Il presunto medico ha ad esempio affermato di aver comprato in Svizzera un regalo per la figlia. Invitata a spedire il regalo al suo indirizzo in Sudan, la donna argoviese si è ritrovata la fattura in casa e non ha esitato a fare al truffatore un bonifico di 20.000 franchi per le presunte spese doganali e di trasporto. In Ticino, secondo la polizia cantonale, si registrano in media dieci casi di «romance scam» all'anno. I casi più recenti hanno causato danni che vanno da alcune decine di migliaia a oltre centomila franchi. La polizia ticinese ha notato un leggero aumento negli ultimi anni e raccomanda a tutti: «Non fidatevi mai di chi conoscete solo attraverso internet». I consigli? Non fidatevi mai di una persona che conoscete solamente in Internet; non trasmettete mai password e copie o scansioni di documenti ufficiali come passaporto, licenza di condurre, ecc.; non divulgate mai foto intime o informazioni personali; non versate mai acconti se non siete sicuri dell'affidabilità del vostro interlocutore.

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