Nuovi sguardi sul Ticino e i suoi paesaggi
Dopo il successo del workshop tenuto da Béla Tarr nell’ambito de «L’immagine e la parola 2019», il Locarno Film Festival ha rinnovato anche nel corso del suo 75.esimo anniversario il suo impegno nella formazione di giovani talenti emergenti con un laboratorio guidato dal regista e sceneggiatore italiano Michelangelo Frammartino. Il regista de Le quattro volte (2010) e Il buco (2021), da sempre attento alla relazione che si costruisce con la realtà ambientale e culturale, lo scorso marzo ha seguito dodici giovani filmmaker internazionali, accompagnandoli in un’esercitazione sul senso profondo dell’immagine. Un’occasione in cui i partecipanti, attraverso il loro particolare sguardo, hanno reinterpretato il paesaggio ticinese.
I dodici cortometraggi, dopo la prima di giovedì, saranno riproposti al pubblico venerdì 12 agosto, alle 18.30, al PalaCinema, durante l’evento speciale «Let’s Make Something!». «Credo sia davvero interessante poter vedere il Ticino con altri occhi. Ognuno dei dodici partecipanti, provenienti da tutto il mondo, è riuscito a cogliere degli aspetti insoliti di Locarno e del paesaggio circostante, scorgendone bellezze diverse, nuove», ci spiega Daniela Persico, curatrice della Spring Academy. «Credo che la ricchezza di sguardi di questi ragazzi sia qualcosa di estremamente interessante da valorizzare, per questo motivo la formazione dei giovani è sempre più importante per il Locarno Film Festival. Si tratta di ragazzi che provengono da scuole di cinema e che si stanno avviando verso il mondo del cinema e dell’audiovisivo, seguirli e accompagnarli in questi passaggi è fondamentale».
Questo progetto, sostenuto dalla RSI, segna inoltre il consolidamento della sinergia che si sta creando tra il Locarno Film Festival e le diverse realtà del PalaCinema: CISA (Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive) e Ticino Film Commission. Tra i cortometraggi realizzati durante il workshop di Michelangelo Frammartino troviamo: Sonnenstube di Davide Palella, una sintesi della vita e dell’opera scientifica di Sergio Cortesi, l’astronomo svizzero che è stato direttore della Specola Solare di Locarno e che, per decenni, si è dedicato all’osservazione del Sole realizzando dal 1957 al 2021 oltre 15.000 disegni delle macchie solari; Ci andavamo in bicicletta, della regista ticinese Matilde Casari, che ripercorre con le persone che un tempo ci abitavano la storia dei luoghi in cui fu costruita la diga della Verzasca; The Fortunates, della regista finlandese Moona Pennanen, che ha immaginato Locarno come una città invasa dalle palme; e Buio, di Maria Silvia Esteve (vincitrice lo scorso anno dei Corti d’autore) che ha realizzato un cortometraggio basato su una poesia di Michel Houellebecq, in cui ripercorre gli spazi più storici della città di Locarno, come il Grand Hotel.
Tra i dodici titoli anche Lorem Ipsum del cineasta ticinese Ben Donateo, realizzato presso la sede del Corriere del Ticino e il Centro Stampa a Muzzano.