La Milano di Salt Bae che piace (anche) ai ticinesi

Poche persone come Salt Bae hanno una schiera di odiatori da tastiera a prescindere da cioò che fa. Figurarsi adesso che il suo impero, o meglio, l’impero che porta il suo nome, sta attraversando una crisi finanziaria. Eppure il mondo della ristorazione di lusso è pieno di impostori, mentre l’ex macellaio turco, all’anagrafe Nusret Gökce, vende esattamente ciò che dice di vendere: carni buonissime e presentate in maniera spettacolare, locali eleganti e frequentati da VIP, soprattutto serate da Instagram che valgono l’investimento. Il locale di Milano, aperto da poco e amato anche da molti ticinesi (le targhe delle auto non mentono) veri o sedicenti, è la sintesi di tutto questo mondo: o lo si ama o lo si odia, certo nessuno lo frequenta perché costretto.
Il sale
Tutti sanno che Salt Bae è quello che butta il sale sulla bistecca dei suoi clienti (del locale in cui si trova in quel momento, non avendo il dono dell’ubiquità) tenendo il gomito piegato in avanti: nessuno sa perché faccia così, ma certo un gesto simile rimane in testa. In ogni caso il quarantaduenne Gökce, uno che è emerso da un’infanzia poverissima a Erzurum, sognando di fare l’apprendista macellaio a Istanbul e poi riuscendoci, ha conquistato spazio mediatico non per le sue ricette rivoluzionarie ma appunto per il gesto della salatura. Diventato iconico nel 2017 grazie a Burak Yilmaz, che girò un video in cui Nusret tagliava la carne con un precisione incredibile (il modo in cui usa il coltello è davvero ipnotico) e poi la salava sorridendo. Il video postato dall’attaccante allora al Trabzonspor diventò subito virale e venne rilanciato da Kim Kardashian, Di Caprio e altri con un pubblico planetario. Da lì l’ormai ex macellaio ha acquisito consapevolezza e il business è schizzato verso l’alto, con l’apertura di una trentina di ristoranti in tutto il mondo, da Dubai a New York fino a Milano.
La crisi
Le cattive notizie stanno arrivando soprattutto da Inghilterra e Stati Uniti. Il suo ristorante Nusr-Et londinese, aperto nel 2021 a Knightsbridge, ha registrato una perdita netta di 5.5 milioni di sterline per l’anno 2024, nonostante il fatturato del locale sia salito a poco più di 10 milioni. Male anche gli USA, dove al suo apice il marchio contava sette locali. Ora ne rimangono solo due (a New York e Miami) e particolarmente dolorosa per l’immagine è stata la chiusura del ristorante di Beverly Hills: i famosi e i potenti di Hollywood alla fine non è che tutte le sere avessero voglia di spendere 837 dollari per una bistecca Tomahawk o 900 per un Wagyu striploin (cioè il controfiletto), mentre più economico era il dolce, un baklava con foglia d’oro a 60 dollari. In altre parole, i ricchi che buttano via i soldi non è che lo facciano sempre nello stesso posto.
Un quarto
Come molti chef-personaggi Salt Bae è stato bene attento a monetizzare il periodo migliore, ma non si può dire che abbia venduto la sua creatura. L’impero, con tutte le sue complicate ramificazioni, è adesso suo soltanto al 25%. Il 24 è del socio co-fondatore della prima ora Mithat Erdem, mentre il 51 è della società D-ream che a sua volta è controllata da finanzieri turchi di primo piano e dai fondi sovrani di Qatar e Singapore. Però il macellaio-ex macellaio non ha mai venduto, i nuovi partner hanno sottoscritto aumenti di capitale necessari per l’espansione internazionale e lui ha beneficiato solo dei dividendi. Non gli è andata comunque male, visto che il suo patrimonio viene stimato in 80 milioni di euro e che il gruppo di cui lui possiede un quarto qualche mese fa, prima che la crisi finanziaria diventasse pubblica, veniva valutato un miliardo di euro. Anche dovesse finire tutto domani mattina, gli rimarrebbero tanti soldi e una fama consolidata da influencer internazionale da 52,3 milioni di follower soltanto su Instagram.
Milano
Esaurito il successo americano, Salt Bae ha messo nel mirino l’Italia e la scelta di iniziare con Milano è stata scontata. Lo scorso 18 settembre il Nusr-Et ha aperto all’interno di Casa Brera, hotel di lusso a pochi passi dalla Scala, in pieno centro. Il menù del Nusr-Et milanese è ovviamente basato sulla carne, in particolare la Wagyu giapponese o australiana, ma anche con qualche piatto di pesce o vegetariano. I prezzi sono elevati ma non sono quelli di Beverly Hills o di Doha: un piatto di bresaola Wagyu a 60 euro, la celebre bistecca Tomahawk Salt Bae a 285 euro, un più economico hamburger da 25 euro. Niente che sorprenda un milanese inserito nel giro notturno e meno che mai chi frequenta certi ristoranti svizzeri. La vera esperienza, per parlare in instagrammese, è però quella del menu dorato, con la carne rivestita di foglie d’oro commestibili: qui la Tomahawk viaggia sui 700 euro, mentre l’hamburger dorato si attesta sui 150. Per valutare il locale di Milano dal punto di vista finanziario è presto, ma certo è che è stato preso d’assalto dai VIP locali e da alcuni di quelli di passaggio: tantissimi calciatori, con in testa il connazionale Calhanoglu che si è trascinato dietro mezza Inter e parte del Milan, ma anche politici come il presidente del Senato Ignazio La Russa e il ministro del turismo Daniela Santanché.
Gianni Infantino
La domanda «cuoco o influencer?» ha nel 2025 già poco senso con gli chef tradizionali, quindi figurarsi con Salt Bae. Che è stato lanciato dai suoi clienti calciatori e ne ha subito capito il potenziale pubblicitario: nei suoi locali sono di casa Beckham, Cristiano Ronaldo, Mourinho e Figo, e lui stesso ha un raro talento per farsi notare. Indimenticabile il Mondiale 2022, quando Gökçe invase il campo dopo la finale Argentina-Francia, toccando la coppa e scattando foto con i giocatori, fra cui un selfie con Messi, senza autorizzazione, scatenando un'indagine FIFA. Indagine finita in niente, visto che Gökce era in tribuna VIP invitato da Gianni Infantino, forse non suo amico fraterno ma di certo ottimo conoscente visto che Salt Bae ha postato un video di Infantino che lo abbracciava e mangiava le sue bistecche a Dubai. Nessuno lo aveva invece invitato pochi mesi a una festa post-Champions League dopo la vittoria del PSG sull'Inter. Dove infatti è stato respinto. Al di là di questi piccoli incidenti, Salt Bae non ha però ormai più bisogno di usare la visibilità dei VIP. Perché il VIP è ormai lui.