Rassegne

Lo spirito del Monte Verità per uno sguardo al futuro

Si è conclusa domenica l'edizione 2023 degli Eventi Letterari con la presenza del 94.enne Alejandro Jodorowsky che ha suggellato un'edizione tematicamente densa ed eterogenea, durante la quale autori affermati e nuove promesse hanno discusso di ambiente, temi sociali e attualità
Viviana Viri
04.04.2023 06:00

«La montagna è un simbolo antico, ne siamo attratti perché abbiamo dei limiti, nessuno conosce la verità. Ignoriamo cosa sia l’universo, per questo motivo vogliamo scalarla. Continuare a dire che la nostra società è malata non serve a nulla. Dobbiamo invece capire che il progresso inizia da sé stessi. Con le parole non si guarisce, servono solo ad indicarci il cammino per trovare delle azioni che ci guariscano. Le parole sono delle teorie, delle mappe, dei territori, dei cammini. È l’azione che ci guarisce, perché è un’esperienza diretta. Il vero problema sta proprio qui: la nostra società manca di emozioni reali perché è troppo focalizzata sull’intelletto». Con le parole di Alejandro Jodorowsky, si è conclusa domenica sera, di fronte a una sala gremita, l’undicesima edizione degli Eventi Letterari Monte Verità dedicata ai versi di Bertolt Brecht: «Quali tempi sono questi, quando non discorrere d’alberi è quasi un delitto», punto di partenza che ha permesso ai numerosi ospiti di interrogarsi sul presente e sul momento storico che stiamo attraversando. «Con quasi tutti gli eventi esauriti, quest’anno il Festival ha potuto registrare il miglior afflusso di pubblico di sempre», ha spiegato il direttore artistico Stefan Zweifel. «Seguendo il filo conduttore Di alberi e di guerra, le letture e le discussioni hanno stimolato confronti letterari di grande spessore sullo sfondo dell’ambivalenza tra clima e guerra, che oggi ci tocca tutti da vicino. La letteratura ha inoltre incontrato la gastronomia, la musica, la filosofia e la psicomagia, lasciando che le parole superassero le fratture ideologiche».

«Un’edizione,» ha aggiunto Raphaël Brunschwig, presidente degli Eventi letterari, «che ha voluto puntare sull’interdisciplinarietà del suo programma per creare nuovi spazi di confronto, coinvolgendo anche le generazioni più giovani, e che è riuscita ad andare oltre i numeri, facendo rivivere lo spirito del Monte Verità con tutti i suoi significati». Quattro giorni in cui scrittori, poeti, artisti e intellettuali tra i più noti del panorama internazionale si sono interrogati sulle sfide che ci circondano e sulle ragioni che li hanno spinti a intraprendere il viaggio nella letteratura.

Tra ambiente e società

Ad aprire l’edizione 2023 degli Eventi letterari, giovedì sera, al PalaCinema di Locarno, è stato lo scrittore italiano Giuliano da Empoli, che ha presentato il suo ultimo libro, Il mago del Cremlino (Mondadori, 2022). Tra i numerosi ospiti l’antropologo australiano Michael Taussig, Kim de l’Horizon, gli incontri con Giulia Caminito e Kaouther Adimi, due potenti voci letterarie internazionali. La giovane scrittrice italiana ha presentato il suo romanzo L’acqua del lago non è mai dolce, accompagnando il pubblico in una riflessione sulla condizione di povertà e di sfruttamento forzato della natura.

Nel suo ultimo libro Au vent mauvais, l’autrice algerina Kaouther Adimi ha invece raccontato il dramma esistenziale di due amanti sullo sfondo di un enorme affresco che narra la storia dell’Algeria dal periodo coloniale, fino allo scoppio della guerra civile nel 1992. «Penso che la società francese stia iniziando ad evolversi sulla questione della colonizzazione, e resto sempre sorpresa dalla curiosità dimostrata dai lettori, di tutte le età. Penso però che i politici francesi siano rimasti un passo indietro e che da entrambe le parti del Mediterraneo il tema venga strumentalizzato», ha raccontato Adimi durante l’incontro. La poetessa Marija Stepanova ha poi osservato come la crescita costante, silenziosa e paziente degli alberi possa diventare, nel mondo di oggi, un simbolo di speranza. Tra gli ospiti anche Durs Grünbein e Anja Kampmann.

Infine, il Premio Enrico Filippini, dedicato a riconoscere il coraggio, la creatività e l’inventiva nel mondo dell’editoria, è stato assegnato quest’anno alla casa editrice Matthes & Seitz e al suo editore Andreas Rötzer. Casa delle avanguardie radicali, da De Sade a Rimbaud, da Artaud a Bataille, da Klossowski a Barthes, Matthes & Seitz è riuscita nell'impresa di trasferire questa eredità – che è anche l'eredità di Filippini – nel presente, integrandola nell‘affascinante coro delle nuove voci della letteratura.  

In questo articolo:
Correlati