La curiosità

«Monna Lisa» in salsa boliviana

Un'artista boliviana dà al celebre ritratto di Leonardo da Vinci una nuova veste indigena
L'opera è stata poi venduta a un acquirente statunitense per 50 dollari
Jona Mantovan
02.06.2022 16:00

Prima la torta in faccia... e ora in veste boliviana. Non c'è proprio pace per «La Gioconda» o «Monna Lisa», il dipinto più celebre e più riprodotto al mondo, realizzato da Leonardo da Vinci nel 1500 la cui tavola originale si trova esposta al Museo del Louvre di Parigi. Questa volta, però, l'ispirazione volta oltreoceano tra le cime delle montagne andine, appunto. È proprio qui che un'artista, la 32.enne Claudia Callizaya, sta dando l'ultima pennellata alla sua ultima creazione. Un'opera con la sua personalissima interpretazione dell'icona del mondo dell'arte, trasformata in una donna indigena, una «cholita». Lo stile delle donne indigene (chiamate così anche in Perù oltre che in Bolivia e il cui appellativo deriva dal termine «cholo»), secondo quanto riporta anche wikipedia, è contraddistinto da un tipo di abbigliamento importato dall'Europa in Sud America negli corso degli anni Venti e che le vede indossare cappelli in origine esclusivamente maschili, secondo i canoni dell'epoca. Ma non solo: altri capi indossati sono una pollera (una sorta di sopragonna) e uno scialle dalla trama tipica.

Circondata da piccole case con il tetto di paglia e da pecore, la tela appena conclusa mostra una figura molto simile a quella dell'originale, con lo stesso sguardo fisso del ritratto realizzato dal genio fiorentino, oltre che a un naso decisamente simile. Sul capo, tuttavia, ecco la tipica bombetta caratteristica delle «cholita» della Bolivia. E la donna qui rappresentata è pure avvolta in uno scialle andino con una trama fantasia. L'amore di Callizaya per l'arte è iniziato quando usava le pietre dei campi vicino a casa sua per dipingere. Ora la madre single di due figli dipinge su tela dopo aver conseguito una laurea in belle arti. Le Cholita, di solito donne indigene Aymara o Quechua, provengono generalmente da comunità agricole povere e hanno affrontato a lungo l'emarginazione nella nazione andina, che ha la più alta percentuale di indigeni di tutta l'America Latina.

Inizialmente, la donna avrebbe voluto diventare insegnante, intraprendendo di conseguenza degli studi di educazione in un'università pubblica a El Alto. Frequentando frequentando corsi di storia dell'arte—dove ha imparato a conoscere opere famose come la «Venere di Milo» e la Gioconda, appunto—ha scoperto la sua vera vocazione. Durante il percorso di studi, le è venuto in mente di mutuare le più celebri icone della bellezza femminile del mondo dell'arte con le fattezze e l'abbigliamento delle donne aymara come lei.

La sua famiglia ha accolto pienamente le sue ambizioni. Da aprile, poi, Callizaya si mantiene con un lavoro presso il ministero della Cultura locale e, a seguito di una mostra, ha anche venduto il suo primo dipinto. La Monna Lisa di Cholita è stata infatti acquistata da un cittadino statunitense per 50 dollari.

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