Musica

Da Lugano a Torino, l'Eurovision tra storia e curiosità

Ripercorriamo alcune tappe della più longeva competizione annuale di musica, a livello internazionale, arrivata alla sua 66. edizione
Federica Serrao
11.05.2022 17:30

La 66. edizione dell'Eurovision è iniziata. Ieri sera, a Torino, sono stati annunciati i primi dieci Paesi classificati alla finalissima di sabato. Tra questi, c'è anche l'elvetico Marius Bear. Rimaniamo in Svizzera, per un attimo, e facciamo un salto indietro nel tempo. Siamo a Lugano, nel 1956. La culla dell'Eurovision Song Contest - all'epoca chiamato Gran Premio Eurovisione della Canzone - fu proprio il nostro cantone. Il teatro Kursaal, che ha lasciato oggi posto al Casinò, vide protagonisti sul suo palco i primi cantanti in gara per la competizione canora, che a quei tempi provenivano da soli sette Paesi diversi. Con due canzoni ciascuno, Svizzera, Italia, Paesi Bassi, Germania Ovest, Francia, Lussemburgo e Belgio 66 anni fa gareggiarono senza sapere che la competizione appena nata sarebbe diventata una tradizione europea (e non solo) così tanto amata. I confini dell'Eurovision, infatti, continuano a estendersi in vari angolo del globo, sia grazie al successo mediatico della gara canora, che alla partecipazione di Paesi extra europei (come l'Australia e l'Azerbaigian, per menzionarne un paio). La prima edizione vide salire sul podio dei vincitori proprio gli svizzeri, padroni di casa, con Lys Assia e il suo brano Refrain. Secondo alcune fonti non ufficiali, quell'anno venne proclamata solamente la vincitrice, mentre il resto della classifica non venne mai rivelato. Nei successivi 65 anni, i palchi che hanno ospitato l'Eurovision Song Contest sono stati teatro di diversi episodi e cambiamenti. Nel corso di queste righe, tra curiosità e record, ripercorriamo alcune tappe della storia della più longeva competizione annuale di musica, a livello internazionale.

Canzoni lunghissime e canzoni cortissime

1957. Secondo anno della competizione. I primi record e le prime curiosità trovarono terreno fertile già all'inizio di quella che, ben presto, divenne una tradizione annuale. In particolare, fu solo durante il secondo anno della competizione che venne inserita la regola secondo la quale il Paese vincitore ospiterà l'edizione dell'anno successivo. Nello stesso anno, inoltre, vennero stabiliti due record di «lunghezza». L'Inghilterra, con Patricia Bredin e la sua All, portò in gara la canzone più corta mai eseguita su un palco dell'Eurofestival, fino al 2015. Il brano, che aveva una durata di appena un minuto e 52 secondi, venne privato del suo record dalla Finlandia sette anni fa, con una canzone di un minuto e 27 secondi. 

L'Italia, dal canto suo, scese in pista con Nunzio Galli e la sua «lunghissima» Corde della mia chitarra. Con i suoi 5 minuti e 9 secondi, la canzone vanta il record assoluto di canzone più lunga mai eseguita durante il concorso. Un record che difficilmente verrà replicato o annullato, a meno di cambiamenti nel regolamento. Dal 1960, infatti, una delle regole che tutti i Paesi in gara sono tenuti a osservare rigidamente è proprio quella della lunghezza del brano, che non può eccedere oltre i 3 minuti. 

Anche una lingua inventata

All'Eurovision, oggi, si può cantare in che lingua si preferisce. Ne è un esempio lo stesso Marius Bear, in gara per il nostro Paese, che ieri sera ha conquistato uno dei dieci passaporti di accesso alla finale proprio con la sua Boys Do Cry, cantata interamente in inglese. Nel corso della storia dell'ESC però non è sempre stato così. Nel 1966, infatti, l'Unione europea di radiodiffusione (EBU), sulla base di quanto accaduto l'anno precedente con la Svezia, che salì sul palco con un brano in inglese, introdusse l'obbligo di portare una canzone in una delle lingue del Paese che rappresenta, fatta eccezione per il titolo, che poteva essere in una lingua diversa. Qualche anno dopo le regole vennero totalmente stravolte. Adesso, sul palco itinerante dell'Eurovision Song Contest, si può cantare in qualunque lingua, «anche inventata», come riporta il regolamento ufficiale. 

Minimo 16 anni

Forse non tutti sanno che, come ogni competizione che si rispetti, l'ESC ha delle regole piuttosto rigide in merito ai suoi concorrenti. Per cominciare, sul palco non sono ammesse più di 6 persone per Paese. Un numero relativamente basso, dal momento che nel conteggio sono inclusi sia i gruppi che eventuali ballerini o coristi. Ma soprattutto, i cantanti in gara devono obbligatoriamente avere almeno 16 anni di età. Prima che questa regola venisse applicata, Nathalie Pâque, rappresentante francese nel 1989, salì sul palco di Losanna (la Svizzera aveva vinto l'anno prima a Dublino, con Celine Dion e la sua Ne partez pas sans moi) con il brano J'ai volé la vie, a soli 11 anni. Qualche anno prima, nel 1986, la giovane belga Sandra Kim vinse l'edizione a soli 13 anni, diventando la più giovane artista ad aver mai vinto la competizione. Tuttavia, questi risultati furono oggetto delle controversie che portarono, nel 1990, alla modifica del regolamento, che da quel momento impone un'età minima per poter partecipare. Tuttavia, dal 2003, per tutti gli artisti più giovani è possibile gareggiare a Junior Eurovision Song Contest, che vede protagonisti ragazzi tra i 9 e i 14 anni. La Svizzera partecipò alla competizione solamente nel 2004, a Lillehammer. A rappresentare la Confederazione era Demis Mirarchi, con la canzone Birichino, cantata in italiano. 

Il record per l'uomo più anziano su un palco dell'Eurovision Song Contest è invece elvetico. Emil Ramsauer, nel 2013, è ufficialmente riconosciuto come rappresentante più anziano della manifestazione, grazie alla performance con i Takasa nel 2013, quando aveva 95 anni. 

La solidarietà verso gli artisti con disabilità

L'Eurovision Song Contest si caratterizza poi per essere particolarmente attento anche agli artisti con disabilità. Lo spagnolo Serafin Zubiri, che rappresentò il suo Paese nel 1992 e nel 2000, ha guadagnato il titolo di primo artista non vedente, di primo solista con disabilità e di primo cantante con disabilità a partecipare due volte alla manifestazione. Un riconoscimento simile è quello che vede invece protagonista Diana Gurtskaya, rappresentante georgiana del 2008, che è stata la prima donna con disabilità (affetta da cecità, anche in questo caso) a partecipare alla competizione. Monica Kuszyńska, rappresentante della Polonia nel 2015, è stata la prima cantante ad esibirsi in sedia a rotelle su un palco dell'ESC. Così come per i finlandesi Pertii Kurikan Nimipäivät, che lo stesso anno gareggiarono in qualità di primo gruppo con disabilità. Tutti e quattro i membri della band, infatti, hanno la sindrome di Down. Non solo: il gruppo stabilì un nuovo record di «canzone più corta del contest», battendo All di Patricia Bredin con la loro «Aina Mun Pitää» della durata di un minuto e ventisette secondi. 

758 punti e un abito da 65.000 euro

Le curiosità su concorrenti e vincitori - di certo - non mancano. Dopo aver parlato - nelle righe precedenti - della più giovane vincitrice, ci dedichiamo ora al vincitore più anziano. Dave Benton, in gara per l'Estonia con Tanel Padar e 2XL nel 2011, vanta il titolo di vincitore più anziano dell'Eurovision (vinto all'età di 50 anni e 101 giorni), nonché di primo vincitore afrodiscendente. Ci sono poi concorrenti «veterani» della competizione. È il caso della sammarinese Valentina Monetta, che ha partecipato al contest per quattro volte, o dell'irlandese Johnny Logan, l'unico cantante ad aver vinto più di una volta l'ESC. Il vincitore dell'edizione 2017, il portoghese Salvador Sobral, vanta invece il record di vittoria con il maggior numero di punti (addirittura 758!). Elina Netšajeva, in gara per l'Estonia nel 2018, è invece conosciuta per aver indossato il vestito più costoso del contest. Il suo abito, che ricorda molto quello di una principessa disneyana, ebbe un costo di 65.000 euro. 

Record dell'Irlanda

Chiudiamo le curiosità della competizione parlando dei Paesi vincitori e non. Attualmente, si contano ancora 24 stati che devono collezionare una prima vittoria. Andorra è l'unico Paese a non aver mai raggiunto la serata finale, mentre l'Ucraina è l'unico ad aver sempre raggiunto la finale. Ad aver vinto più edizioni, sia a livello generale che consecutivamente, è l'Irlanda, che vanta 7 vittorie totali, di cui 3 di fila tra il 1993 e il 1995. Non a caso, il The Point di Dublino fu il teatro a ospitare più edizioni, prima di venire chiuso nel 2007. Gli unici altri Paesi ad aver vinto più di due edizioni consecutive sono stati Israele, Lussemburgo e Spagna. Ma chi vincerà quest'anno?

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