Se l'Italia ha i «Brividi», la Svizzera risponde con le «lacrime»
Se l’Italia ha i «Brividi», la Svizzera risponde con… le lacrime. Sarà infatti «Boys do cry», «I ragazzi piangono», il brano che difenderà i colori rossocrociati all’Eurovision Song Contest 2022 che si svolgerà a Torino il prossimo maggio. A cantarlo Marius Bear, musicista del Canton Appenzello che ha convinto un panel di 100 telespettatrici e telespettatori e da un una giuria internazionale composta da esperte ed esperti del settore grazie al suo particolare timbro vocale e al suo talento, scoperto quasi per caso durante il servizio militare obbligatorio nell’esercito svizzero.
Ma quello in divisa non è stato l’unico «sliding doors» del percorso artistico, e in certo senso professionale, di Marius: nel 2016, a soli 22 anni, lascia infatti il suo lavoro di meccanico di macchinari edili per andare a fare il musicista di strada tra la Svizzera e la Germania. Durante un festival conosce fortuitamente un regista che lo invita a New York, dove il suo percorso musicale si delinea ulteriolmente. Dopo un anno un nuovo bivio si apre a Bear, questa volta a Londra, con collaborazioni con importanti cantautori e gli studi in produzione musicale alla prestigiosa BIMM.
Nel 2019 esce il suo primo album «Not Loud Enough», grazie al quale entra subito nella top 20 delle classifiche elvetiche vincendo lo Swiss Music Award nella categoria Best Talent. Adesso la grande occasione di calcare il palco torinese, in uno dei più spettacolari eventi televisivi al mondo, con la sua «Boys do cry».
Una ballad introspettiva, dove il 28enne appenzellese canta «Nelle notti di luna piena/non temere il lupo che vive in me/pensi che sia duro/ma in realtà piangerebbe amore fino al sorgere del sole» raccontando delle fragilità degli uomini. «Ho imparato sin da piccolo a non vergognarmi dei miei sentimenti – racconta -. Come uomo, non ho paura di piangere o nascondere le mie emozioni: voglio solo mostrarmi per quello che sono. E incoraggiare il mio pubblico a fare lo stesso».
A Bear l’arduo compito di non far rimpiangere i suoi predecessori Luca Hänni, arrivato quarto nel 2019, e soprattutto Gjon’s Tears, che lo scorso anno a Rotterdam ha conquistato il terzo posto, riportando la Svizzera sul podio dopo 18 anni. Una sfida che tuttavia è pronto ad accogliere con entusiasmo: «Entrambi hanno fissato l’asticella molto in alto, ma sono pronto e il momento non potrebbe essere più propizio, sono onorato di rappresentare la Confederazione!». Non resta che fare gli auguri a Marius, nella speranza che le prossime lacrime siano di gioia!
"BOYS DO CRY"
In my room lives a boy who could be blue
And you might never know, oh-oh
You think he's cavalier
He would shed more than a crocodile tear
If you'd go, oh oh
Hearts they get broken
God only knows why
And sometimes aeroplanes fall down from the sky
And mountains they crumble
And rivers, they run dry
And oh-oh-ooh-ooh-ooh-ooh
Boys do cry
When night falls and the moon is all we see
Don't fear the wolf that lives in me, oh-oh
You think he's tough enough
He would cry love 'til the sun comes up
If you go, oh
Hearts, they get broken
God only knows why
And somеtimes aeroplanes fall down from thе sky
And mountains they crumble
And rivers, they run dry
And oh-oh-ooh-ooh-ooh-ooh
Boys do cry
And how they cry
Mountains they crumble
And rivers, they run dry
And oh-oh-ooh-ooh-ooh-ooh
Boys do cry