Qual è il segreto di Checco Zalone?

Checco Zalone piace. Piace il suo ultimo film Sole a catinelle che riempie le sale di un pubblico entusiasta, proprio come una pioggia improvvisa fa fiorire il deserto: basti dire che nei cinema italiani il lungometraggio ha già incassato oltre 40 milioni di franchi e non ha certo finito di fare sfracelli al botteghino.Ma qual è il segreto di Checco Zalone? Il suo eloquio che fa strage della grammatica italiana? Una comicità demenziale stile American Pie? Un understatement comico alla John Belushi? Un suo modo di riportare sullo schermo Alberto Sordi, il fustigatore dei difetti degli italiani? No. Come ha rivelato lui stesso ai giornalisti alla presentazione del film a Roma: «L?ispirazione sono vent?anni di berlusconismo, che hanno forgiato la mente degli italiani e contagiato il mio personaggio. L?esempio ce l?ho in famiglia, mio zio, mio fratello, e poi alcuni miei amici, lo so come la pensano. Per carità, hanno una grande qualità: l?ottimismo, perché se non fosse così come potrebbero credere che tutto si fa con un ?piccolo finanziamento?, che tutto si può comprare senza soldi e tornano a casa felici con un Suv che sembra un carro armato, dopo aver firmato rate per almeno quindici anni!». Dice convinto Zalone, poi sorride timoroso di aver offeso qualcuno proprio come il Checco che abbiamo appena visto sullo schermo, «imprenditore di se stesso», pronto a salire la scala gerarchica da cameriere a manager grazie alla sua genialità, ossia: un vestito blu, la sua capacità di dare sempre ragione al più forte, saper sfruttare i legami familiari e tirare partito da qualsiasi situazione. «La verità – ci ha confessato Zalone il cui vero nome è Luca Medici - è che sono maturato, ed è venuta in superficie una ?piccola coscienza? che non è buonismo, ma voglia di dire come vedo io la realtà che mi circonda in questa Italia dove tanta gente si è lasciata tentare da cose che non le servivano e s?è indebitata sino al collo, mentre i grandi industriali che una volta investivano nelle loro aziende, che inventavano nuovi prodotti, adesso preferiscono investire in borsa, mentre gli affari languono».Così nel film, un Checco venditore di aspirapolvere indebitato e senza un centesimo, cacciato dalla moglie stanca di quel marito sbruffone, porta il figlio di dieci anni in una micragnosa vacanza-premio in Molise, da una vecchia zia molto parsimoniosa con l?intento di appioppare l?ennesimo elettrodomestico a quel lontano ramo familiare. Ma invano, in compenso finisce a giocare a golf con due grossi imprenditori, con società alle Isole Cayman e telefonini sotto ascolto della Guardia di finanza, per una posta di dieci casse di champagne. Va ad una conferenza di imprenditori a Portofino e finisce per fare un discorso contro le donne che lavorano, come sua moglie; se qualcuno è troppo colto gli dà del comunista; e lo salva solo il realismo intelligente del suo bambino, ma anche la propria ingenuità che unita ad un sentimentalismo familiare di sana tradizione italica, gli fa cantare «Che senso avrà questo solo altro mondo, se torno a casa e non trovo pronto?...».