Streaming

C'è attesa per i risultati del secondo trimestre di Netflix

Reduce dal suo primo, vero calo di abbonati l'azienda martedì affronterà un momento definito «cruciale»
Marcello Pelizzari
18.07.2022 10:30

C’era una volta Netflix. Specifichiamo: c’era una volta un’azienda in piena salute, di riflesso apprezzatissima da Wall Street. E adesso? Beh, il quadro è cambiato. E pure parecchio. Tant’è che il gigante, a detta degli esperti, trema. Quantomeno, l’attesa per i risultati del secondo trimestre (martedì) è spasmodica. E il motivo è presto detto: senza voler esagerare, si tratta di uno dei momenti clou per la piattaforma, protagonista finora di un anno complicato per non dire peggio.

Come il Sottosopra

Molto, evidentemente, ha fatto quel dato. Parliamo degli abbonati persi per strada nel primo trimestre del 2022. Non succedeva da oltre un decennio. Ahia. Ciò che sembrava impossibile, infine, si è materializzato. E Netflix, quale logica conseguenza, in Borsa ha sofferto. Il titolo è crollato del 70%, portandosi appresso miliardi e miliardi di dollari e parecchi dipendenti. C’è chi ha avanzato un paragone con il Sottosopra di Stranger Things, spiegando che gli investitori – al momento – sono piuttosto sconvolti. Netflix, fra le altre cose, ha previsto di perdere altri 2 milioni di utenti. E la domanda, in vista di martedì, appare più che mai ovvia: che ne sarà di questo colosso e, allargando il campo, dello streaming nell’insieme considerando l’importanza rivestita da Netflix?

La pubblicità

Un po’ come Vecna, il caos è pronto a prendere il sopravvento. A maggior ragione se la perdita di abbonati superasse i 2 milioni previsti da Netflix. Un’ipotesi forse remota, ma nemmeno troppo dal momento che il mercato dello streaming, rispetto ad alcuni anni fa, è oggi saturo o comunque carico di concorrenza. La grande N, facendo un altro passo (sgradito ai più) verso la tv generalista, ritiene che la pubblicità possa salvare capra e cavoli. Della serie: io ti faccio pagare meno l’abbonamento, ma tu accetta qualche consiglio per gli acquisti. Mercoledì scorso, l’azienda ha confermato che collaborerà con – udite udite – Microsoft per un’opzione di sottoscrizione alla portata di tutti. E dire che l’amministratore delegato di Netflix, Reed Hastings, a lungo aveva parlato male della pubblicità (eufemismo) non ritenendola un’opzione. Ora, appunto, ha fatto marcia indietro. Un po’ come Michael O’Leary, CEO di Ryanair, sul far pagare poco i biglietti aerei. La pubblicità, comunque, dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno.

E le password condivise?

Detto ciò, l’impressione è che la pubblicità da sola non basterà. Netflix, non a caso, sta pure lottando per limitare la condivisione delle password e spera, sul fronte creativo, di ritrovare lo slancio perduto: visto che molti prodotti terzi sono tornati ai rispettivi proprietari e alle piattaforme concorrenti, i contenuti originali saranno ancora più centrali nella strategia futura. 

Produrre contenuti, tuttavia, ha un costo notevole ed è qui che tornano in gioco i risultati del secondo trimestre. Fossero negativi, Wall Street volterebbe le spalle a Netflix? Sì, no, forse. Più no che sì, invero. Netflix, in fondo, rimane il leader globale dello streaming con oltre 220 milioni di abbonati. E, detto del calo di abbonati, rimane una macchina capace di generare risultati. In un mercato, per giunta, che l’inflazione galoppante non ha certo reso più malleabile o facile. Eppure, gli investitori a un certo punto vorranno anche rassicurazioni in merito alla rotta che l’azienda vorrà prendere. 

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