Il caso

Perché si torna a parlare della tragedia del Titan

A quasi due anni di distanza dall'implosione del sommergibile della OceanGate due documentari promettono di far luce su ciò che successe negli abissi: uno di questi è realizzato dalla BBC, l'altro sbarcherà su Netflix a giugno
© Pelagic Research Services via AP
Red. Online
27.05.2025 13:45

Quasi due anni dopo, si torna a parlare della tragedia del Titan. E per più motivi. Tanto per cominciare, qualche giorno fa, Netflix ha diffuso il trailer della serie dedicata al sommergibile, intitolata «TITAN: The OceanGate Disaster». Un documentario che esamina come il CEO Stockton Rush passò dal cercare di diventare un importante innovatore miliardario a morire nell'impresa subacquea a cui aveva dedicato così tanti sforzi. Di più, «TITAN: The OceanGate Disaster» promette anche di svelare «in un modo in cui non erano mai state raccontate prima» tutte le «decisioni scioccanti» che hanno causato la tragedia. 

Ufficialmente, il documentario sbarcherà su Netflix l'11 giugno. Nell'attesa, come rivela la BBC, sono emersi nuovi, importanti dettagli su ciò che accadde quel 18 giugno del 2023, quando il Titan implose con a bordo cinque persone (il CEO di OceanGate Stockton Rush, Hamish Harding, capo di Action Aviation, l'ex sommozzatore della Marina francese Paul-Henry Nargeolet, l'imprenditore pakistano Shahzada Dawood e suo figlio 19.enne Suleman Dawood). Il gruppo, come è noto, era salito sul sommergibile con lo scopo di vedere da vicino, a 3.800 metri di profondità, il relitto del Titanic. 

Le cose, però, andare diversamente. Ma come rivela la BBC, il momento in cui il sommergibile è imploso è stato catturato dalle riprese effettuate sulla nave di supporto del sottomarino. Ma prima riavvolgiamo il nastro. 

Il Titan, come emerse dalle indagini sull'incidente, è imploso circa 90 minuti dopo aver iniziato la discesa verso il relitto. Relitto che, come anticipato, si trova a 3.800 metri di profondità. Prima del disastro, tuttavia, il sommergibile avrebbe inviato alcuni messaggi, che non lasciavano presagire ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. Particolarmente significativo fu l'ultimo messaggio inviato circa mezz'ora prima dell'esplosione. Il contenuto? «Qui tutto bene».

Ora, la BBC ha ottenuto l'accesso alle indagini della Guardia Costiera statunitense (USCG) per realizzare un altro documentario. «Implosion: The Titanic Sub Disaster». Un prodotto che non ha nulla a che vedere con quello che approderà su Netflix nelle prossime settimane. Tuttavia, dai filmati ottenuti dalla USCG è emerso che Wendy Rush – moglie di Stockton Rush –, riguardando i filmati, ha sentito il suo di un'esplosione. «Cos'è stato quel botto?», ha chiesto. La risposta lascia senza parole. Quel rumore, simile al suono di una porta che sbatte, era il Titan che implodeva negli abissi. Almeno secondo le ricostruzioni della Guardia Costiera.

Ma non è tutto. Dal documentario della BBC è emerso anche che la fibra di carbonio utilizzata per costruire il sommergibile aveva iniziato a rompersi un anno prima «dell'immersione fatale». In particolare, durante l'immersione 80. In quell'occasione, i passeggeri a bordo avevano riferito di aver sentito un forte botto proprio mentre il sommergibile tornava in superficie. Stockton Rush, però, aveva dichiarato che il rumore era dovuto «allo spostamento del sottomarino nel suo telaio». Eppure, secondo l'USCG, sulla base dei dati raccolti dai sensori montati sul Titan, il botto è stato causato dalla delaminazione. Delaminazione che, come dichiarato dal capitano di corvetta Katie Williams della Guardia Costiera USA, «è stata l'inizio della fine». A suo dire, tutte le persone che sono salite a bordo del Titan dopo quell'immersione hanno notevolmente rischiato la vita. Dopotutto, fin dai primi istanti dopo l'incidente, erano state molte le polemiche sulla sicurezza del sommergibile. Diverse persone vicine alla OceanGate avevano rivelato di aver sempre avuto dubbi sul Titan, persino nel corso dell'udienza di settembre. In alcuni casi, addirittura, erano stati segnalati importanti malfunzionamenti. Persino pochi giorni prima del disastro

Ma il sommergibile non si era fermato. Nell'estate del 2022 il Titan aveva effettuato altre tre immersioni: due verso il Titanic e una verso una vicina barriera corallina. Poi, l'ultima. Quella in cui è imploso negli abissi. 

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