Amdouni, un nuovo erede per Kubi: «Rapinatore d’area alla Romario»
La Nazionale di Murat Yakin è andata in vacanza con sentimenti contrastanti. Da un lato l’amarezza per i due punti gettati via nel finale contro la Romania. Dall’altro la speranza, forse la consapevolezza, di aver trovato il bomber del futuro. Stiamo parlando di Zeki Amdouni, il 22.enne attaccante del Basilea capace di segnare nelle prime quattro partite delle qualificazioni a Euro 2024: un gol alla Bielorussia, uno a Israele, uno ad Andorra e due lunedì a Lucerna nel 2-2 con i rumeni. Allo stadio c’era anche Kubilay Türkyilmaz, uno che di nazionale rossocrociata e di centravanti se ne intende: «Alla swissporarena si sono giocate tre partite in una», afferma Kubi. «Nel primo tempo ho visto una Svizzera concentrata e concreta, poi ha iniziato a giocherellare, fino al patatrac degli ultimi minuti. Bisognava chiuderla prima, sul 2-0 le occasioni ci sono state, ma serviva più cattiveria. C’è stata supremazia territoriale, anche se a volte la manovra è stata lenta. Bisognava verticalizzare di più, mettendo in difficoltà una difesa vulnerabile. Quando gli elvetici lo hanno fatto, sono sempre stati pericolosi. I due gol sono arrivati così e non capisco perché non si sia insistito con queste azioni. Shaqiri era in una buona serata, andava servito maggiormente. Peccato. La sfida si era messa bene. La situazione era ideale. Invece di adagiarsi, però, bisognava spingere ancora e cercare il 3-0 e il 4-0. Qualche chance c’è stata, ma è mancata la determinazione».
Cambi che fanno discutere
Hanno fatto discutere i cambi effettuati subito dopo il 2-1 rumeno: Schär per Fernandes e Bislimi per Shaqiri. «Con 5 sostituzioni a disposizione si finisce sempre per stravolgere la squadra», spiega Türkyilmaz. «La Svizzera non è stata in grado di gestire quelle situazioni. Giusti o sbagliati che fossero quei cambi, ritengo che chi entra in campo deve avere grinta e concentrazione, anche se deve giocare tre minuti fuori ruolo. Invece, questo va detto, si è destabilizzata la difesa».
Secondo Kubi, un ruolo lo ha giocato anche il rilassamento di fine stagione: «La trasferta di Andorra ha forse tolto un po’ di energie mentali al termine di un’annata molto impegnativa. È stata una partita poco stimolante e ha condizionato anche quella successiva».


La nota positiva
Ma veniamo alla nota positiva: Zeki Amdouni. Un attaccante che ha fatto breccia nel cuore di Murat Yakin. Il ct rossocrociato lo scoprì nel 2019 in Challenge League, quando lui allenava lo Sciaffusa e il ragazzo di padre turco e madre tunisina debuttò con lo Stade Losanna-Ouchy. Per Kubi, le qualità di Amdouni non si discutono: «È un attaccante di rapina. Sa sempre trovare la posizione e i movimenti giusti in area di rigore. Attenzione però a non volare troppo in alto. Aspettiamo conferme. Innegabilmente, 5 gol in 5 partite con la Nazionale sono tanti. Devi saperli segnare, anche se gli avversari non sono di primo livello. Del resto, Zeki aveva già fatto bene in Conference League con il Basilea, contro difese organizzate. In questa finestra di giugno ha sfruttato al meglio le assenze di Embolo, Itten e Okafor, oltre alla forma non esaltante di Seferovic. Ripeto: ha i tempi giusti, sa inserirsi e liberarsi. In Nazionale ha la fortuna di giocare con compagni forti nell’uno contro uno ed è bravo a sfruttare il loro lavoro. Dopo il secondo gol, mi è piaciuto tantissimo l’abbraccio con Shaqiri. Significa che è stato accettato dal gruppo, dai veterani. Si capisce che si è inserito con grande umiltà».
In coppia con Embolo?
Ma a chi assomiglia, Zeki Amdouni? «Difficile fare paragoni», dice Kubi. «Con le dovute proporzioni, potrei citare Romario, anche se è meno tecnico. Me lo ricorda per la fisicità, per il modo di muoversi, per la velocità nei primi passi». Vien da chiedersi come verrà gestito Amdouni in futuro, quando Yakin avrà a disposizione Embolo e tutti gli altri attaccanti. «Dipenderà dallo stato di forma e dall’avversario», sostiene Kubilay. «Zeki può convivere con Embolo, può giostrare da nove e mezzo. Anche dietro a una punta come Itten, sfruttando gli spazi. Non dimentichiamoci che ha solo 22 anni. Per lui, al di là della Nazionale, sarà molto importante la prossima scelta di carriera. Ovvero il campionato e la squadra in cui deciderà di andare a giocare quando lascerà il Basilea. Per caratteristiche, lo vedrei bene in Germania».
Spirito d’adattamento
Ora Amdouni sarà impegnato agli Europei U21. La prima partita dei rossocrociati è in programma giovedì con la Norvegia. Contro dei pari età, Zeki potrebbe emergere prepotentemente: «È un ragazzo di poche parole, con un grande spirito di adattamento», conclude Türkyilmaz. «È passato senza problemi dal Losanna al Basilea, inserendosi subito. Tra Nazionale maggiore e U21 mi aspetto la stessa cosa. Sa quello che deve fare, indipendentemente dal contesto. Nella U21 è una piccola star, ma il cammino nel torneo non dipenderà solo da lui. È bravo a sfruttare il lavoro degli altri e ciò che crea la squadra».