Calcio

Amdouni illumina, Federer si diverte

Vittoria convincente per la Svizzera contro Israele: l'attaccante ginevrino inventa e segna ancora – Davanti a Roger i rossocrociati emergono con il passare dei minuti
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Massimo Solari
28.03.2023 23:30

Convincente. E a tratti persino bella ed entusiasmante. Come il tennis di Roger Federer, spettatore d’eccezione allo Stade de Genève. Il Maestro ha applaudito la Svizzera e il 3-0 rifilato a Israele, della cui pericolosità - nel girone di qualificazione a Euro 2024 - dubitiamo seriamente. La formazione di Murat Yakin, lei, ha invece indossato alla perfezione l’abito della favorita. Come a Novi Sad, sì. L’apparente spregiudicatezza degli ospiti ha fatto solo il solletico a Xhaka e compagni, cresciuti con il passare dei minuti e - una volta liberati dal gol del vantaggio - a tratti persino spettacolari. Dici spettacolo e pensi a Zeki Amdouni, beniamino di casa e grande protagonista del match. Da una sua invenzione è nato il gol d’apertura di Vargas. Pronti, via, e in avvio di ripresa l’attaccante del Basilea - già in rete contro la Bielorussia - ha piazzato pure il raddoppio elvetico. Premiando le scelte del commissario tecnico.

Primattori e comparse

Yakin, in effetti, ha deciso di privarsi di Renato Steffen, sabato autore di una tripletta. Una mossa coraggiosa, ma al contempo nelle corde dell’allenatore rossocrociato. Più in generale, a destare un’ottima impressione è stata l’animazione offensiva della Svizzera. Un esempio? L’1-0 di Vargas ha ricordato la rete che, ai Mondiali in Qatar, aveva permesso alla Nazionale di battere la Serbia e qualificarsi agli ottavi di finale. Un’azione corale e di grande qualità. Da applausi. E a proposito di note positive. Itten - che a questo raduno nemmeno doveva esserci - ha dialogato alla perfezione con i colleghi di reparto, esaltando la velocità degli esterni, così come gli inserimenti dei centrocampisti. Freuler, in questo esercizio, ha giganteggiato, oscurando - insieme all’altro ginevrino Zakaria - capitan Xhaka. Il giocatore dell’Arsenal non ha lasciato il segno come in Serbia, ma - per l’appunto - è stato prontamente sostituito da altri attori. Logici e meritati, sono così arrivati altri tre punti, sinonimo di leadership nel gruppo I in coabitazione con la Romania. E di una benvenuta - e ritrovata - serenità dopo il triste commiato con Doha.

Bandiere palestinesi e tensione

A rovinare un’atmosfera divertita e di festa è stato purtroppo dell’altro. Sono dovute intervenire addirittura le forze dell’ordine, mentre lo speaker dello Stade de Genève tentava di ricordare a una parte del pubblico la natura dello spettacolo: una partita di calcio. Sport. E invece no, una volta di più, la politica ha fatto capolino a ridosso del terreno di gioco. Poco prima del 15’, un intero spicchio dell’impianto ginevrino ha assunto i colori delle bandiere palestinesi. Una ventina, quelle sventolate, ancora e ancora, nonostante gli inviti a desistere, con tanto di spintoni e attimi di tensione con alcuni tifosi israeliani. Una situazione delicata, insomma, e pure imbarazzante per l’ASF, organizzatrice dell’evento che per l’occasione - e in collaborazione con autorità locali e federcalcio ospite - non aveva lesinato su controlli e agenti di sicurezza alle entrate dello stadio.

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