Calcio

Bella e pragmatica: la Svizzera convince

I rossocrociati hanno mostrato nuovamente il proprio miglior volto, imponendosi 3-0 contro la Slovenia – Il percorso di qualificazione verso i prossimi Mondiali non poteva iniziare meglio: la Svezia è finita k.o. contro il Kosovo
© KEYSTONE (EPA/GEORGIOS KEFALAS)
Alex Isenburg
08.09.2025 23:51

Altro avversario, stesso risultato. O quasi. A non cambiare - dal 4-0 contro il Kosovo, al 3-0 rifilato alla Slovenia - è la sostanza dei fatti, ovvero una Svizzera spumeggiante. Al St. Jakob-Park, in pratica, è andata in scena una replica della sfida inaugurale di questa campagna di qualificazione verso i Mondiali 2026. E un tale dominio, per certi aspetti, era inatteso. In primis, per via della caratura degli avversari, teoricamente non paragonabili tra loro. E invece, hanno patito entrambi la medesima sorte: la compagine di Yakin ha aggredito ferocemente gli ospiti nei primi 45’, segnando tutte le reti del confronto, per poi gestire con grande maturità la ripresa.

Macchina da reti

Il dato dei gol - che riassume il doppio impegno basilese - in fondo dice già tutto: 7 quelli segnati, 0 quelli incassati. La formazione rossocrociata è nuovamente stata dominante. E raramente si è ammirata una continuità di rendimento del genere. Basti pensare che per la prima volta nella propria storia, la Nazionale elvetica è riuscita a a segnare almeno tre reti nell’arco di cinque match consecutivi. Gli uomini di Yakin divertono e si divertono. A immagine di Embolo, che in ognuno di questi confronti è riuscito a timbrare il cartellino. Il neo-centravanti del Rennes si è ripetuto, per l’appunto, anche contro la Slovenia, trovando la via del raddoppio. Già, perché a sbloccare le marcature, dopo 18’, era stato Elvedi. Entrambi, tra l’altro, abili nello svettare più in alto di tutti da una situazione di calcio d’angolo. E proprio sulle palle ferme i rossocrociati hanno dimostrato di essere implacabili. Innanzitutto, grazie ai diversi schemi proposti, ma poi va pure rimarcata la qualità nel calciare quei palloni. Bravi, in questo senso, Vargas e Rieder dalla bandierina.

Gioco sfavillante

In generale, però, è stato l’intero sistema di gioco elvetico a convincere. E la prima frazione, a tal proposito, è stata pressoché perfetta. Il possesso di palla è stato accompagnato da una fitta rete di passaggi rapidi e precisi. Tanti, inoltre, sono stati gli inserimenti senza sfera. E la squadra guidata da Matjaz Kek non ci ha capito davvero nulla: per Oblak i pericoli arrivavano da ogni parte del campo. È una formazione matura, la nostra, capace di gestire alla perfezione il ritmo delle operazioni. Con pazienza, e a scadenza regolare, gli elvetici hanno disegnato trame davvero ragguardevoli. Tutto, insomma, è filato per il verso giusto. Le amichevoli disputate nella prima parte dell’anno hanno ridato serenità a questo gruppo, che pare assai più affiatato rispetto a quello sfiduciato che aveva subito l’onta della retrocessione in Nations League.

Già a buon punto

Quella, però, è una competizione che conta, sì, ma relativamente. Quando i giochi si fanno duri, per davvero, la Svizzera - da diversi anni a questa parte - non tradisce. E il Mondiale sembra già molto vicino. Già il 10 ottobre, contro la Svezia - battuta ieri per 2-0 dal Kosovo - i rossocrociati potrebbero ipotecare l’ennesima qualificazione all’evento più importante. E con una Svizzera del genere, la voglia di vedere la sfida di Stoccolma è parecchia.  

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