L'analisi

Dalla festa alla figuraccia: Svizzera, è una serata da incubo

Sguardi tesi e imbarazzati dopo il 3-3 contro la Bielorussia – Murat Yakin perde altri punti preziosi sul cammino verso Euro 2024 e ammette: «Ci è mancata efficacia sotto porta»
© KEYSTONE / GIAN EHRENZELLER
Nicola Martinetti
15.10.2023 23:29

Gli sguardi sono tesi. Imbarazzati, anche. E le parole, poche, escono a fatica. Il primo a presentarsi davanti ai microfoni, nella pancia del kybunpark, è Xherdan Shaqiri. Poi è il turno di capitan Granit Xhaka. Entrambi, di fronte a quanto accaduto al cospetto della Bielorussia, faticano ad elaborare un commento. A dare una lettura. «È difficile spiegare cosa sia successo - rispondono in fotocopia -. Dobbiamo analizzare quanto accaduto e guardare avanti». Già. Come dopo l’inattesa rimonta incassata a Lucerna contro la Romania. Come dopo il clamoroso pareggio concesso a Pristina contro il Kosovo. Mentre i dubbi e gli interrogativi si accumulano, avvolgendo una Nazionale sempre più in difficoltà.

Una partita folle

La verità è che questa volta le dimensioni della figuraccia sono diverse. Esponenziali, ed amplificate dalla caratura di un avversario al quale non era lecito concedere alcunché. E al quale invece, per un pelo, è stato strappato quantomeno un punto. Sì, la Svizzera, 14. forza del ranking FIFA, ha strappato un punto alla Bielorussia. Una selezione che si attesta al 105. posto nella speciale graduatoria, tanto che per trovarla bisogna scorrere sino alla terza pagina. Follia. Come pazzo, del resto, è stato il 3-3 maturato in terra sangallese. Quella che doveva essere una grande festa in onore di Granit Xhaka (vedi sotto), apparecchiata bene grazie all’1-0 di Xherdan Shaqiri, si è ben presto trasformata in un incubo, terminato con un pirotecnico 3-3 finale. E pensare che sino all’89’ i rossocrociati erano addirittura sotto per 1-3.

A preoccupare, di fronte ai fatti elencati, non sono allora soltanto gli ennesimi punti persi lungo il cammino verso l’Europeo tedesco del prossimo anno. No, ad allarme più di ogni altra cosa sono le riflessioni proposte dai vari protagonisti al termine del confronto. Nessun giocatore, in zona mista, è infatti parso particolarmente arrabbiato, frustrato o desideroso di scuotere il gruppo. A partire dal capitano: «Certo, siamo delusi per quanto accaduto, ma va comunque detto che per lunghi tratti abbiamo dominato il nostro avversario. Noi abbiamo avuto una dozzina di occasioni e abbiamo segnato tre gol, loro invece hanno capitalizzato le sole tre chance che gli abbiamo concesso. Insomma, per quanto mi riguarda nel bilancio di questo incontro vedo molti più aspetti positivi, che elementi negativi». Anche il ct Murat Yakin, indifendibile per alcune delle scelte effettuate a San Gallo e sempre più nel mirino delle critiche, è sulla stessa lunghezza d’onda. «Siamo dominanti, ma ci manca un po’ di efficacia sotto porta. Inoltre sì, dobbiamo prestare maggiore attenzione alla fase difensiva. Va però riconosciuto che ogni avversario del nostro girone è ostico, perché bene o male tutti riescono a chiudere gli spazi nelle retrovie». Sarà. Intanto la Svizzera, che si era pure concessa il lusso di ritardare di due giorni il ritiro in vista della sfida di San Gallo, è definitivamente riuscita nell’impresa di rendere competitivo e incerto un girone più che abbordabile.

Verso novembre senza timori

In chiave qualificazione, infatti, tutto si deciderà nella prossima finestra internazionale, che andrà in scena nel mese di novembre. In attesa di scoprire quale sarà il destino di Israele, la Svizzera ha nel frattempo perso la testa del gruppo I in favore della Romania, che vanta una partita in più. «Noi, comunque, non nutriamo alcun timore in chiave qualificazione - afferma Shaqiri -. Abbiamo il destino nelle nostre mani e ci giocheremo tutto nelle ultime tre partite contro Israele, Kosovo e Romania». Incontri che il selezionatore Murat Yakin, sulla graticola dopo le deludenti ultime uscite, intende guidare dalla panchina rossocrociata: «Se temo per la mia posizione? Non spetta a me prendere queste decisioni. Io continuerò a lavorare per il bene di questa squadra».

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